Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Igort (Igor Tuveri)
Fotografia: Nicolaj Bruel
Montaggio: Esmeralda Calabria e Walter Fasano, in collaborazione con Jan Hammeuw
Scenografie: Nello Giorgetti
Costumi: Nicoletta Taranta
Musiche: D-Ross & Startuffo
Suono: Daniele Maraniello
Italia/Belgio/Francia, 2019 – Azione/Poliziesco – Durata: 100′
Cast: Toni Servillo, Valeria Golino, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Giovanni Ludeno, Lorenzo Lancellotti, Vincenzo Nemolato
Uscita: 29 agosto 2019
Distribuzione: 01 Distribution

La perfezione non esiste

È il 26 settembre del 1972 in una Napoli deserta e surreale. Piovosa come se per quasi millenovecento anni i lapilli del Vesuvio si fossero trasformati in gocce di pioggia. Il killer a riposo Peppino Lo Cicero (Toni Servillo), immune all’acqua che cade incessante, forse capace anche di passare tra una goccia e l’alra schivandole, si reca ad acquistare dal Gobbo (Giovanni Ludeno) una pistola, un vero gioiellino, per suo figlio Nino (Lorenzo Lancellotti), come regalo di compleanno. Ma il fato (e forse non solo quello) vorrà che il ragazzo resti ucciso nella missione che si sta accingendo a compiere. Per Peppino sarà il crollo di ogni certezza, iniziando a dubitare anche della stessa organizzazione camorristica in cui ha da anni militato, sospettando il tradimento fin nelle alte sfere. Con l’aiuto dell’amico e collega di sempre Totò ‘o Macellaio (Carlo Buccirosso) e dell’affascinante Rita (Valeria Golino) cercherà vendetta…

Igort, al secolo Igor Tuveri, fumettista di ampia fama, debutta al cinema con la trasposizione di una sua omoinima graphic novel del 2002, edita da Coconino Press. Una storia divisa non a caso in cinque capitoli, più un prologo ed un epilogo, per un debutto in grandissimo stile, una coproduzione italo/franco/belga con un cast invidiabile, molto sorrentiniano (il quartetto Buccirosso-Servillo-Mascia-Morra è una garanzia in quel senso) e con uno stile decisamente patinato, che cerca di “abbellire la violenza”, pur sempre cruda, e di richiamare il più possibile le atmosfere fumettistiche della carta stampata. Numerose sono le citazioni, dal “Dick Tracy” di Chester Gould per il look dei personaggi, primo fra tutti proprio Peppino, fino a quel Parador citato nel finale e già immaginato da Paul Mazursky nel suo Il dittatore del Parador in arte Jack per un film che però non sempre funziona. Tra tante tematiche, quali ad esempio il rapprto tra vecchia e nuova criminalità organizzata (come ne il recente Il traditore di Bellocchio), il ritmo è spesso altalenante e se una sequenza funziona quella dopo sembra arrancare o apparire vuota, superflua.

Anche la risoluzione del “giallo”, se ad un primo colpo lascia stupito lo spettatore, ad una successiva analisi ingenera qualche dubbio sulla sua reale plausibilità.

Insomma, 5 è il numero perfetto ricorda molto da vicino un altro film diretto da un fumettista qualche anno fa, L’ultimo terrestre di Gipi: tante buone intenzioni, qualche momento riuscito, ma anche tanta confusione che in alcuni momenti rischia di essere scambiata pure per arte e creatività. Pertanto è difficile consigliare a testa alta la pellicola di Igort, così com’è difficile stroncarla del tutto. Ma quella Napoli insolitamente piovosa, che diventerà solare soltanto in un altrettanto surreale prefinale, per poi lasciare spazio a qualcosa di più, e quel cast veramente unico ed in gran spolvero potrebbero trovare molto facilmente un loro pubblico…

Voto: 6 e ½

Paolo Dallimonti