Scheda film

Regia: Paolo Ruffini
Soggetto: Giovanni Bognetti
Sceneggiatura: Giovanni Bognetti, Marco Pettenello,
Guido Chiesa, Paolo Ruffini
Fotografia: Federico Masiero
Montaggio: Claudio Di Mauro
Scenografia: Eugenia F. Di Napoli
Costumi: Cristina Audisio
Musiche: Claudio Campolongo
Italia, 2014 – Commedia – Durata: 90’
Cast: Paolo Ruffini, Frank Matano Scintilla, Nina Senicar, Angelo Pintus, Chiara Francini, Paolo Calabresi, Pupo
Uscita: 9 ottobre 2014
Distribuzione: Medusa

 Torno appena posso

Una seconda chance non si dovrebbe negare a nessuno, ma visto cosa è riuscito a portare sul grande schermo nella primavera 2013 con il suo esordio dietro la macchina da presa dal titolo Fuga di Cervelli, forse a uno come Paolo Ruffini – e a tanti come lui – bisognerebbe vietarla. Purtroppo questo non è accaduto e a distanza di poco più di un anno ci troviamo a dovere fare i conti con un’opera seconda capace di fare ancora peggio della prima. Trattasi di Tutto molto bello, tragi-commedia poco brillante e altrettanto divertente, che offre all’attore, comico e presentatore livornese, la possibilità (ci auguriamo l’ultima e tanto per rimanere in tema di detti popolari, speriamo non ci sia un due senza tre) di tornare a dirigere se stesso in un film da regista. Se come interprete di pellicole nostrane di altri colleghi aveva quantomeno firmato il cartellino, al contrario in altre vesti tecniche ha firmato l’ennesimo buco nell’acqua, consegnando alle platee una pellicola che fa della povertà del plot, della mancanza di idee drammaturgiche, dell’amatorialità stilistica e dell’approssimativo disegno dei personaggi, che altro non sono che macchiette, il contenuto di un vaso di Pandora che una volta scoperchiato getta sullo schermo la peggiore espressione della commedia made in Italy.
Il risultato è la più piatta delle commedie di situazione, retta da un succedersi di sketch messi in fila per creare un racconto tanto inconsistente quanto fastidiosamente prevedibile nella sua evoluzione, con il solito protagonista coinvolto, suo malgrado, in un’odissea animata da folli personaggi e da continui ostacoli che gli impediscono di tornare dove vorrebbe, ma chi gli aprono gli occhi su cosa è veramente importante nella vita. In poche parole, niente messaggio ma molta morale, a conferma che inseguire la semplicità e la leggerezza è molto più complicato di quanto si possa immaginare. Ruffini la cerca costantemente, così come altri colleghi toscani che come lui hanno finito con il perdere la bussola (vedi Panariello o Ceccherini e in più di un’occasione Pieraccioni, incapaci di gestire il triplo ruoto di protagonista, sceneggiatore e regista) nel tentativo disperato di metterla in pratica. Invece, lo humour proposto è di quelli facili e a buon mercato, il più delle volte caratterizzato negativamente da battute riciclate o prese in prestito da un abusato archivio.
Questi sono i pochi spunti analitici suggeriti dalla visione di un film come Tutto molto bello, che rappresenta l’ennesima cartina tornasole di un modus operandi che vuole volti noti della comicità nostrana affacciarsi nelle sale solo ed esclusivamente per infinocchiare la massa.

Voto: 4

Francesco Del Grosso