Scheda film

Regia: Alessio Maria Federici
Sceneggiatura: Luca Miniero e Elena Bucaccio
Fotografia: Fabrizio Lucci
Montaggio: Alessio Doglione
Scenografia: Marta Maffucci
Costumi: Alessandro lai
Musiche: Paolo Buonvino
Italia, 2014 – commedia – Durata: 89′
Cast: Raoul Bova, Luca Argentero, Carolina Crescentini, Miriam Leone, Sergio Assisi, Eleonora Gaggero, Massimo De Lorenzo, Michela Andreozzi, Augusto Zucchi, Vanni Bramati
Uscita: 2 ottobre 2014
Distribuzione: 01 Distribution

 Who am I? Where I am?

Si dice spesso che gli opposti si attraggono. In Fratelli unici di Alessio Maria Federici questa regola è rispettata in parte e soprattutto in amore; nella relazione suggerita dal titolo le basi affettive sono tutte da ricostruire. Il pretesto è uno dei più classici: la perdita di memoria di Pietro (Raoul Bova), il fratello maggiore. Sarà questo incidente di percorso a mettere suo fratello Francesco (Luca Argentero) di fronte alle responsabilità, anche se inizialmente sceglie di accudirlo solo per “convenienza”, mentre l’ex moglie dell’uomo, Giulia (Carolina Crescentini), opta per “scaricarlo” mossa dalla rabbia. Di mezzo, però, c’è una bambina (Eleonora Gaggero), figlia di Pietro e Giulia. Stella ha vissuto in passato l’assenza del padre, preso dal suo lavoro probabilmente e dal non sapere come manifestare il proprio amore per la moglie e l’affetto per la figlia. Dopo il trauma subito, Pietro torna a una fase tra quella infantile (non ricorda a cosa serva il bidè) e quella adolescenziale (avverte il “reflusso gastrico” di fronte a una donna e Francesco, tombeur de femme, cerca di istruirlo e farlo sciogliere). Alla convivenza forzata tra i due fratelli assiste e partecipa la vicina di casa, Sofia (Miriam Leone), insegnante di yoga e ancora molto sognatrice nell’ambito amoroso.
Per quanto gli attori si impegnino, uno dei punti molto deboli è nella sceneggiatura (Luca Miniero e Elena Bucaccio), perché malgrado alcune battute funzionino e facciano ridere, si sarebbe dovuto lavorare di più su un piano più profondo, che nascesse da situazioni, ma non forzate o telefonate come talvolta accade. I più credibili risultano, in particolare, Argentero, Crescentini e la piccola Gaggero; la Leone è alle prime esperienze sul campo recitativo e cerca di far il suo, Bova intenerisce anche in alcuni tratti rispetto alla dimensione bambinesca che affronta il suo personaggio, ma ci son punti in cui si banalizza troppo e ci si ferma più al piano giocoso. Quest’ultimo ci sarebbe potuto anche stare vista la regressione allo stato infantile, ma avrebbe dovuto essere maggiormente dosato e messo in atto, forse, con un’affinità tra i due fratelli meno “superficiale” e con situazioni più ricercate; invece si intuisce troppo presto la piega che si prenderà e la “morale” della favola. Emerge una volontà di trattare argomenti di un certo tipo, dall’amore al perdono, ma non si affonda la lama nell’evoluzione dei personaggi: si vede la crescita in Pietro, ma si avverte meno la conquista della consapevolezza che porta al passaggio della maturità, tanto più in Francesco.
Dopo un percorso come aiuto regista, Federici, al suo terzo lungometraggio dopo Lezioni di cioccolato 2 e il remake Stai lontana da me, ci offre una regia elementare, che asseconda le lacune drammaturgiche senza riuscire a colmarle con soluzioni personali.
Una nota vogliamo farla rispetto all’uso del product placement (ha molto spazio soprattutto uno sponsor che, se vorrete, scoprirete), questo potrebbe disturbare per quanto il produttore Luca Bernabei ha manifestato in conferenza stampa le buone intenzioni perché non risultasse invadente; c’è però da riconoscere – come afferma Argentero – che, senza questo sostegno di terzi, diversi film non si potrebbero realizzare. Una segnalazione di merito va alla colonna sonora di Paolo Buonvino.
Ci duole dirlo, ma si tratta di un’occasione mancata, gli interpreti rispettano quello che è il copione, che, però, pecca di scarsa originalità e di quel tocco di cinismo che – ipotizziamo – avrebbe potuto dare maggiore spessore a vicende già raccontate e viste. Dopo la perdita di memoria la vita si dovrebbe ricostruire (non solo per Pietro) e il passato dovrebbe essere rievocato, ma il primo passaggio accade troppo repentinamente e il secondo è un po’ buttato lì, quando avrebbe potuto toccare corde più intime nonostante si cerchino i toni della commedia.

Voto: 5

Maria Lucia Tangorra