Scheda film

Regia, Soggetto e Montaggio: Gabriele Cecconi
Sceneggiatura: Gabriele Cecconi, con la collaborazione di Ugo Chiti
Fotografia: Andrea Locatelli
Scenografie: Lucia Tacconi
Costumi: Veronica Spadaro
Musiche: AA.VV. (di repertorio)
Suono: Riccardo De Felice
Italia, 2013 – Drammatico – Durata: 105‘
Cast: Filippo Massellucci, Andrea Pelagalli, Gianluigi Tosto, Giorgio De Giorgi, Francesco Tasselli, Marco Nanni, Andrea Anastasio
Uscita: 5 giugno 2014
Distribuzione: autodistribuzione

Sale: 1

 Tra Inferno e Paradiso

Il professor Guido Brizzi mentre è a scuola è chiamato al cellulare da un vecchio amico per accorrere a dare l’ultimo cordoglio ad una vecchia conoscenza, portata via dalla droga. Uscendo di lì si fermerà davanti al cancello del seminario dove trascorse gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Qui un flusso di coscienza sotto forma di lunghissimo flashback in bianco e nero racconterà la sua storia. Guido a Prato negli anni cinquanta, ancora bambino, viene avviato alla carriera ecclesiastica, estremamente affascinato da quel mondo, varcando così l’entrata dell’istituto religioso. Ma la rigidità delle regole insieme all’assurdità del doverle osservare a tutti i costi, anche contro il rispetto per l’Uomo (e la donna) ed il prossimo, entreranno in conflitto con la sua pur forte vocazione. In seminario farà diverse amicizie, tutte precarie come le vite dei suoi compagni, ma su quel famoso cancello conoscerà anche l’amore…
Il film dell’esordiente Gabriele Cecconi spiazza per il rigore della messa in scena, sostenuta dall’ottima fotografia di Andrea Locatelli prevalentemente in bianco e nero – il colore è riservato ai brevi prologo ed epilogo – e per l’impegno nel soggetto e nella sceneggiatura (scritti dallo stesso regista), che si avvale, quest’ultima, anche della collaborazione del veterano Ugo Chiti. Le ferree leggi del seminario nell’Italia del dopoguerra, già meritevoli di denuncia, in mezzo ad infinite vessazioni e mortificazioni, lasciano pian piano, quasi impercettibilmente, il passo alla scoperta di un vero e proprio crimine, quello della pedofilia, all’epoca del racconto molto poco credibile e perciò ancor più insidioso e difficile da denunciare, di fronte al quale l’iscrizione “Sinite parvulos venire ad me” mostrata nei primi fotogrammi assumerà una connotazione tra il sinistro e l’ironico. E non sarà difficile alla fine del film ricollegare quale possa essere il letteralmente povero compagno di Guido scomparso all’inizio.
La recitazione purtroppo non è delle migliori, a causa della partecipazione di molti giovani attori non professionisti, ma le forti tematiche – tra cui anche l’impegno di Don Milani, qui citato come robusto esempio di prelati indipendenti – riescono a farcela dimenticare, come pure qualche leggerezza nella tessitura della narrazione. Il racconto di una Chiesa arcaica chiusa in se stessa, volta alla propria esclusiva sopravvivenza, contro tutti e tutto, assume in sostanza tonalità perfino horror, quasi si trattasse di una grossa, immensa setta.
Non mancano momenti di sentita cinefilia, come quello, memorabile, in cui il padre spirituale, emulo del collega padre Adelfio in Nuovo Cinema Paradiso, copre con le dita davanti al proiettore le presunte sconcezze di Marilyn Monroe ne La magnifica preda, sdegnandosi poi di come ormai non ci si possa più fidare neanche dei film western.
Da segnalare, anche a garanzia di una confezione ben curata, la partecipazione del produttore esecutivo Rean Mazzone con la sua Dream Film, che già si occupò di alcuni film di Costanza Quatriglio e che curerà anche la realizzazione di Belluscone – Una storia siciliana di Franco Maresco in prossima uscita.
RARO perché… è un film che osa.
Note: il film è uscito solo al Cinema Eden di Prato.

Voto: 6 e ½

Paolo Dallimonti