Scheda film
Regia: Kim Dae-woo
Sceneggiatura: Kim Dae-woo e Oh Tae-kyung
Fotografia: Byun Bong-seon
Montaggio: Kim Sang-beom e Kim Jae-beom
Musiche: Lee Jae-jin
Corea del Sud, 2014 – Drammatico – Durata: 132′
Cast: Song Seung-heon, Lim Ji-yeon, Jo Yeo-jeong, On Joo-wan, Yoo Hae-jin
Uscita nel paese d’origine: 14 maggio 2014
Il colonnello Kim Jin-pyeong, appena ritornato dal Vietnam, si barcamena tra la routine della vita militare e una moglie verso la quale prova solo indifferenza. L’arrivo di Ga-heun, moglie del capitano Kyung Woo-jin, sconvolgerà il suo precario equilibrio, mutando radicalmente il corso della sua esistenza.
Stupisce che un iconoclasta come Kim Dae-woo, regista che con The Servant (2010) ci aveva regalato una caustica versione della tradizionale storia di Chun-hyang, affronti con severa compostezza un melodramma di impianto classico, genere che rimane tra i più frequentati dal cinema coreano, anche se non ai livelli degli anni ’50 e ’60. E proprio sul finire di quel decennio, precisamente nell’estate del 1969, è ambientato Obsessed, che può ricordare allo spettatore occidentale l’opera di Douglas Sirk, spogliata dalle iperboli barocche.
La Corea del Sud inviò tra il 1965 e il 1973 circa 300.000 soldati in Vietnam, per combattere a fianco degli americani in omaggio alle logiche della Guerra Fredda. Kim Jin-pyeong ritorna con il prestigio dell’eroe pluridecorato, ma in realtà è affetto da una grave forma di stress post-traumatico. Sposato a Suk-jin, Jin-pyeong anestetizza volontariamente le proprie emozioni, lasciandosi guidare dagli atti reiterati che regolano la vita militare, all’interno del ristretto microcosmo della base. Un mondo chiuso e artificiale, permeato dalle influenze allora predominanti della cultura americana, nel quale le mogli degli ufficiali spettegolano dell’ultimo abito di Jacqueline Kennedy o di Sophia Loren. Un universo dai contorni sfumati, immerso in caliginosi colori pastello, come se Kim Dae-woo avesse trasmutato in toni da caramella avvelenata le vertiginose estasi cromatiche di Lontano dal Paradiso di Todd Haynes, il quale, appunto, ripensava nella sua totalità il cinema di Sirk.
Colori tenui e stucchevoli richiedono sentimenti adeguati, e così i personaggi che fanno da coro al Colonnello sono tutti ugualmente amabili, comprensivi, stereotipati, salvo forse il capitano Kyung Woo-jin, grande ammiratore di Jin-pyeong per le sue gesta sul campo di battaglia, il quale si premura di compiacerlo in ogni modo. Dopo una visita in ospedale che si conclude drammaticamente, nasce l’attrazione tra il Jin-pyeong e Ga-heun, suggellata da un’effusione di sangue e dalla perdita di un orecchino. Entrambi soffrono le conseguenze di un matrimonio contratto per dovere, Jin-pyeong perchè ha sposato la figlia del Comandante della base, Ga-heun perchè è stata adottata e allevata dalla madre di Kyung Woo-jin.
Ga-heun diventa ben presto la “Magnifica Ossessione” del colonnello Kim, ma il regista preferisce lavorare sottotraccia evitando l’incandescenza del mélo, che dopotutto sarebbe stata la scorciatoia meno impervia. Grazie a una sceneggiatura ottimamente strutturata (scritta con Oh Tae-kyung) e a dialoghi intelligenti, Kim Dae-woo elabora sequenze drammaturgicamente autoconclusive (la serra, l’ospedale, il picnic, il circolo ufficiali, la sala da ballo) che contribuiscono attivamente alla costruzione dei personaggi. Frequenti inquadrature dall’esterno verso l’interno degli edifici, soprattutto durante le scene erotiche, ribadiscono lo statuto voyeuristico della macchina da presa, che spia gli attori del dramma. Mentre le mogli degli ufficiali assumono il ruolo dei coreuti, commentando la vicenda dal parrucchiere o durante un tè, “L’Amour Fou” di Jin-pyeong diventa indistinguibile dallo stress post-traumatico. Irritabilità, incubi, attacchi di panico, sensazione di soffocamento, sono solo alcuni dei sintomi manifestati dal Colonnello Kim, il quale perderà il controllo portando infine alla luce tutte le tensioni sopite. L’esplosione conclusiva riconduce Obsessed nell’àlveo del melodramma, quando quello che era iniziato sulle note de “L’Elisir d’amore” di Donizetti si sublimerà in una Polaroid sbiadita dal tempo, donando al film un fascino sottilmente anacronistico. La scrittura e la regia sono invece indubitabilmente moderne, così come l’intenzione di sottrarsi alle regole del mercato con un’opera fieramente inattuale.
Obsessed ha ottenuto un lusinghiero successo di pubblico soprattutto grazie alle chiaccherate scene erotiche e alla presenza di Song Seung-hun, il quale ha cercato di emanciparsi dal ruolo dell’eroe romantico di serie televisive come Summer Scent o East of Eden.
RARISSIMO perché… è un melodramma stereotipato.
Note: il film NON è MAI uscito in salia in Italia.
Voto: 6 e ½
Nicola Picchi