Scheda film

Regia, Sceneggiatura e Montaggio: Luca Immesi e Giulia Brazzale
Soggetto: liberamente tratto da “La danza della realtà” di Alejandro Jodorowksy
Fotografia: Luca Coassin
Costumi: Giulia Brazzale e Giuseppe Fanelli
Musiche: Michele Menini, Moby, Patrizia Laquidara e Luca Immesi
Suono: Francesco Morosini
Italia, 2013 – Drammatico – Durata: 95‘
Cast: Desiree Giorgetti, Ivan Franek, Anna Bonasso, Alejandro Jodorowksy, Cosimo Cinieri, Patrizia Laquidara, Roberta Sparta
Uscita: 8 maggio 2014
Distribuzione: Mariposa Cinematografica

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 L’amore maldestro

Se Lia (Desiree Giorgetti) dovesse taggare su Facebook il suo rapporto sentimentale con il ceco Viktor (Ivan Franek) ricorrerebbe al termine “una relazione complicata”: sospeso tra la fragilità di lei e le perversioni di lui, il loro amore oscilla tra erotismo e violenza. Lia è in cura presso uno psichiatra, il dr. Guerrieri (Cosimo Cinieri), che attribuisce a suoi traumi dell’infanzia il grosso dei problemi attuali; ma quando la sua storia con Viktor sembra precipitare, cercherà aiuto e riparo presso la zia Agata (Anna Bonasso), una signora d’altri tempi, rispettata e temuta nel piccolo paese in cui vive proprio per le pratiche quasi magiche con cui cerca di aiutare la gente che si reca da lei in cerca di una mano. A metà tra una strega ed una Mary Poppins, attraverso dei complessi ed antichi rituali riuscirà a guidare Lia verso l’unica e purtroppo drammatica risoluzione del conflitto…
Il film d’esordio di Luca Immesi e Giulia Brazzale si ispira alle teorie “psicomagiche” dell’artista Alejandro Jodowowsky, già regista dei cult La montagna sacra ed El topo ed autore del libro “La danza della realtà” da cui è tratto il soggetto, che in sostanza si richiamano all’enorme potere della suggestione. In questo modo la zia di Lia cura i suoi compaesani e cerca ugualmente di aiutare la nipote. Le arti “magiche” della parente si scontrano però con il materiale pragmatismo di Viktor, scatenando sofferenze da entrambe le parti e conducendo ad un finale inevitabilmente tragico.
Molto affascinante dal punto di vista visivo ed anche narrativo, pur nella sua non-linearità, la pellicola si avvale di un’elevata eleganza formale e sconfina in alcuni momenti nella video-arte, restando comunque negli ampi confini del comprensibile e presentandosi in sostanza come un noir assai suggestivo ed originale. Tra sogni ed incubi e lotte tra conscio ed inconscio, si delineano via via i destini di Lia e del suo innamorato Viktor, che alternano così di volta in volta i loro ruoli di vittima e carnefice. Aiutato da attori tutto sommato onesti e sinceri, ad ogni modo “veri”, il film rischia a tratti di sconfinare nel mero esercizio di stile, pur non mancando però di avvincere lo spettatore fino alla fine. Più che prezioso il cammeo del succitato Alejandro Jodorowsky nel ruolo di Fernando, il defunto marito della zia, che compare in sogno in una scena chiave.
RARO perché… è un film… psicomagico!

Voto: 6 e ½

Paolo Dallimonti