Ecco un film (assai coraggioso) sulla guerra del Golfo, evento cronologicamente tutt’altro che distante. Correva l’anno 1991 quando Emilio Fede svegliò l’Italia annunciando per primo l’inizio delle incursioni su Baghdad, episodio di cui fa ancora vanto spesso e volentieri. Di quelle guerra ricordiamo i cormorani coperti di petrolio, le terribili immagini dei bombardamenti e l’intervista televisiva al nostro “eroe” Cocciolone. Con “Three kings” film del regista americano (piuttosto ignoto, in verità) O’Russel entriamo un po’ più nel vivo del gioco. Il regista ci proietta in mezzo al deserto alla fine della guerra, poco dopo l’armistizio: 3 soldati (i 3 magi??) + uno, guidati dal comandante Clooney (il “bel tenebroso” dott.Ross di E.R., qui responsabile dei contatti con la stampa nel campo) partono alla ricerca dell’oro di Saddam, rubato al Kuwait. I soldati, che fino a quel momento avevano combattuto una guerra “da signorini”, guardando i bombardamenti in tv, bevendo birra si trovano improvvisamente nel vivo della battaglia, tra morti e sangue, per difendere i ribelli a Saddam dalla repressione dei soldati governativi iracheni.

Opera di grande ironia e satira (alcune scene sono memorabili, come quella del proiettile che entra nella carne), riesce a ironizzare su argomenti molto seri e a unire morte e divertimento, mix tutt’altro che comune nel cinema di Hollywood (Tarantino?) attuale. Con uno stile registico che a volte ricorda i cineasti di Hong Kong (Woo) e a tratti riesce a stupire lo spettatore, il regista ci ha proposto un’opera sostanzialmente satirica, che irride l’invincibile esercito americano, riconducendo gli invincibili eroi americani qui insieme a noi sulla terra dei comuni mortali, mettendone in luce i limiti e i peccatucci. L’unica pecca è una certa retorica nel messaggio finale e una insistito tentativo di “fare la morale”, instillando il dubbio che gli Usa avrebbero dovuto concludere la partita con Saddam, cacciando il dittatore una volta per tutte.

Vito Casale