L’ultima fatica di Frears parla del variegato mondo dei rapporti interpersonali, scegliendo la tecnica del racconto in prima persona da parte del protagonista.
Il film ci offre uno spaccato di varie situazioni che ruotano attorno ad un per-sonaggio affascinato dalla musica, della quale ha fatto ragione di vita ed elemento di sopravvivenza; i vari aspetti della psiche umana che vengono analizzati, sono offerti allo spettatore con ironia e senso del comico veramente esemplari, spaziando dall’attaccamento fanatico ad un tipo di espressione artistica, in questo caso la musica, alla caratterizzazione di personaggi delle più diverse tipologie ed estrazioni sociali fino all’eterna problematica complessa del rapporto amo-roso tra uomini e donne.
Il racconto delle vicende affettive del protagonista è un perno attorno al quale ruotano ottime rappresentazioni di “tipi” tra loro estremamente diversi, profondamente analizzati nelle loro manie, nei loro atteggiamenti e nel differente approccio verso la realtà quotidiana, che in qualche modo interferiscono con la sola e unica ragione di vita del protagonista, quella passione per la musica che lo porta a trascurare o a fraintendere la vera importanza di chi gli vive attorno, fino alla nascita della convinzione di essere invariabilmente condannato a vivere solo.
La sua ricerca di risposte alle domande che tutti, più o meno frequentemente, ci poniamo riguardo a noi stessi è resa nella pellicola con una autoironia sottile e confortante, senza la minima traccia di autocommiserazione, da un personaggio che, estendendone le caratteristiche a tutti gli esseri umani, potrebbe tranquillamente far estinguere la professione dello psichiatra; la sua forza interiore è ammirevole, originata dalla forte passione coltivata per la musica, che gli permette di sopprimere la negatività che invade la sua esistenza sotto una valanga di note.
Un messaggio forte e consolante proviene dal film, la passionalità unita all’amore per una qualsiasi forma espressiva possono curare qualunque stato di conflittualità interiore, preservare la mente dal decadimento nell’inferno delle nevrosi e donare un fascino particolare ed istintivo, al quale risulta piuttosto difficile resistere.
Acerbi Sergio