RECENSIONE N.1

Cinema e fumetto sono due arti strettamente legate, sia tecnicamente che, spesso, nei contenuti; il filo che lega questi due sistemi di mettere in immagini una storia si srotola lungo tutta l’avventura terrena dell’umanità, a partire dalle pitture rupestri, attraversando l’arte del bassorilievo, dell’affresco, dei cantastorie fino alle prime vignette su carta stampata ed alle prime pellicole, di conseguenza le trasposizioni in un senso o nell’altro di trame, situazioni e personaggi ottengono sempre risultati di buon livello.
Questa ultima trasposizione ipertecnologica delle celeberrime strisce Marvel dedicate agli umani mutanti, realizzata in maniera esemplare, rende giustizia ad un modo di fare cinema che troppo spesso precipita nella banalità di un puro sfruttamento commerciale del successo ottenuto sulla carta stampata, limitandosi a donare l’incantesimo del movimento alla staticità delle vignette disegnate.
Certamente il buon risultato di questa operazione è indissolubilmente legato alla qualità degli effetti speciali utilizzati, ma i mezzi tecnici, per quanto raffinati, hanno comunque bisogno di una mano che li sappia utilizzare nella maniera più giusta e meno invasiva possibile, ed in questo Bryan Singer dimostra una buona sensibilità, mettendo la tecnologia al suo servizio senza farla precipitare nell’eccesso, impedendole di diventare la protagonista assoluta della pellicola.
Dopo “I soliti sospetti” e “L’allievo”, questo ancor giovane regista continua a mostrare un’ottima capacità di fare cinema, spaziando in vari campi dell’immaginario e del reale apparentemente senza sforzo alcuno, confezionando prodotti di buon livello tecnico e rappresentativi del genere in cui si vanno ad inserire.

Acerbi Sergio

RECENSIONE N.2

Wolverine, dai poteri rigeneranti e dagli artigli di adamantio, Tempesta, col potere di controllare gli eventi metereologici, Ciclope, che spara raggi color rubino dagli occhi, Jean Grey, telecineta, e Rogue, che può rubare il potere degli altri mutanti, sono gli X-Men, un gruppo di mutanti, nuova frontiera dell’evoluzione. Guidati dal Professor X devono combattere contro l’ostilità della razza umana e contro la Confraternita dei Mutanti, guidata dal malvagio Magneto. Dopo il buon lavoro fatto con Blade, e visto che alla regia abbiamo l’ottimo Singer, era lecito aspettarsi da “X-Men” un nuovo passo verso la consacrazione definitiva dei supereroi Marvel nelle sale cinematografiche, fino a poco tempo fa di dominio esclusivo dell’universo DC (Superman, Batman). E se la consacrazione in effetti c’e’, visto che il film e’ comunque superiore ai baracconi colorati in cui Joel Schumacher ha trasformato gli ultimi Batman, non si può peròrimanere pienamente soddisfatti del risultato. Dal punto di vista tecnico abbiamo ottimi effetti speciali digitali associati a un trucco degli attori spesso appena sufficiente (Toad e Sabretooth sono un po’ “artificiosi”) e a scene di combattimento girate malamente, con coreografie nettamente inferiori a un qualsiasi film medio di Hong Kong o, giusto per stare in America, ad un Mortal Kombat: i colpi vengono sferrati goffamente (unica eccezione forse i combattimenti di Mistica), e i (troppo?) lunghi voli a seguito di questi sono artificiali a dir wpe2C.jpg (2111 bytes)poco. Dal punto di vista narrativo poi abbiamo una struttura molto classica del tipo “presentazione uno a uno degli eroi – introduzione dei cattivi – sfide fino al combattimento finale”, che se può non stonare in un film di Batman o dell’Uomo Ragno non rende invece con fedeltà l’atmosfera dei fumetti degli X-Men, molto più simili ad una telenovela e che sarebbero quindi stati resi meglio con un film stile Magnolia, con più storie intrecciate. In atmosfera, comunque, il finale, che risolleva un po’ l’insieme. Per stavolta ci accontentiamo.
Accion mutante.

Graziano Montanini