In un college di New York si incrociano le strade di Paul, studente di una piccola città di provincia che subisce continue vessazioni dai suoi compagni che pensano più a divertirsi che a studiare, e di Dora, giovane studentessa che si ingegna per guadagnare abbastanza soldi per l’Università e che ha una relazione con un suo professore. La formula e’ semplice: prendere i due attori del momento (Mena Suvari, di American Beauty, e Jason Biggs, di American Pie) e riunirli in una commedia ad uso e consumo del pubblico adolescente (magari, come hanno fatto in Italia cambiando l’interessante titolo originale “Loser”, sfruttando un titolo che ricordi i due film di cui sono stati interpreti). Ma Amy Heckerling, pur non potendo essere definita una grande regista, e’ sempre stata al di sopra degli anonimi mestieranti che popolano la commedia americana e l’ha dimostrato rilanciando John Travolta con l’enorme successo di “Senti chi parla” e girando un film bizzarro e interessante come “Ragazze a Beverly Hills”, che resta tutt’ora la sua pellicola più riuscita. Anche in questa occasione quindi non abbiamo la solita commedia americana giovanilistica fatta di ragazzini muscolosi e prosperose cheerleaders o “belli e dannati” che si vestono di nero e leggono i poemi di Blake, ma due protagonisti che sono appunto, ognuno a modo suo, dei “loser”, dei perdenti. Persone al di fuori degli schemi, troppo normali per essere apprezzati dall’ambiente alternativo, e troppo poco frivoli per essere accettati nelle compagnie stile “American Pie”. Purtroppo però, pur con mille meriti, la Hackerling non riesce a realizzare un film “per tutti” come aveva fatto con “Ragazze a Beverly Hills”, ma si ghettizza realizzando una pellicola che per un pubblico adolescenziale e’ sicuramente superiore a molte altre, ma per chi ha già più di 18 anni risulta un po’ troppo ingenua.
Due come noi, non dei migliori.

Graziano Montanini