Una giovane vedova, che vive con i tre figli in una piccola contea degli Stati Uniti, ha un dono particolare: riesce attraverso la lettura delle carte, abbinata a premonizioni visive, a prevedere gli eventi. Come in tanti film del genere “thriller soprannaturale”, questa non comune dote viene messa al servizio di una storia gialla in cui c’e’ un delitto e un assassino da scoprire e lo scioglimento finale passa attraverso la ricostruzione del puzzle visivo delle poco rassicuranti visioni. Bandita ogni originalità nella trama, la solida sceneggiatura costruisce un bel personaggio femminile che grazie all’intensa interpretazione di Cate Blanchett (la cosa migliore del film) risulta vivo e vibrante. La regia, però, predilige tempi lenti che, se da una parte aiutano ad entrare nella psicologia dei personaggi, dall’altra smorzano la presunta tensione donando allo spettatore lo stesso “gift” della protagonista: la capacità di capire cosa succederà e in che modo. Anche le oniriche visioni rivelatrici sono “telefonate” con largo anticipo e solo in poche sequenze risultano davvero efficaci. Resta una malinconica atmosfera da piccola provincia con poche opportunità – in cui le vite degli abitanti sembrano ricoperte da una patina di onesta infelicità – e un buon cast di supporto. Divertente Keanu Reeves in versione “molto cattivo”, anche se il doppiaggio da speaker radiofonico accentua la sua monolitica espressività.
Luca Baroncini