Alex (William H. Macy), all’apparenza un paziente come tanti altri, si rivolge a un’analista (John Ritter) per risolvere i suoi problemi. Ma Alex e’ un killer, professione che ha ereditato da suo padre (Donald Sutherland) e che adesso vorrebbe smettere. E, per complicare ulteriormente le cose, nello studio dell’analista incontra Sarah (Neve Campbell), ventitreenne da cui si sente subito attratto.

Dopo una partenza che puo’ lasciare intravedere i toni della commedia, le atmosfere di Panic si fanno gelide come quelle di “Fargo”, film di culto dello scorso decennio: ed e’ probabilmente per questo motivo che William H. Macy, che gia’ aveva recitato nel film dei Coen, e’ stato scelto per la parte.

Il film, bisogna ammetterlo, non decolla mai in momenti di cinema memorabili, ma affronta i rapporti tra i protagonisti in maniera esemplare. Il rapporto tra padre-figlio entrambi killer, il primo per scelta il secondo quasi per costrizione, il rapporto di Alex con la moglie e con la giovane ragazza di cui si innamora, il suo rapporto con l’analista a cui per la prima volta si apre. Tutto questo e’ raccontato senza eccessi, senza retorica, con un rigore che raramente si trova nel cinema americano.

Nel complesso “Panic” e’ un film discreto, che affascina e coinvolge a tratti, con alcuni momenti morti ma una grande voglia di analizzare a fondo le dinamiche della vita.
Voto: 7-.

Graziano Montanini