Elisabeth, aspirante scrittrice, conosce per caso Sophie mentre si appresta ad acquistare della plastica per rivestire un mobile da mettere in cantina. Da questo incontro scaturira’ un insieme di situazioni, che coinvolgeranno anche altri personaggi.
Se si escludono alcuni casi in occasione delle lunghe ed estenuanti maratone festivaliere, e’ raro che io abbia voglia di uscire da una sala prima della fine di un film. Pero’ alla visione di “Domani andra’ meglio” , sebbene nemmeno qui sia uscito prima della fine, gia’ dopo venti minuti la voglia di essere altrove a fare altre cose e’ stata fortissima.
Il film di Jeanne Labrune pero’ non e’ cosi’ brutto come questa reazione possa far immaginare (ci sono state pellicole molto peggiori, anche in questo inizio di stagione cinematografica), e’ semplicemente privo di ogni attrattiva. Ogni tanto si sorride, nemmeno troppo ad onor del vero, ma la cosa finisce li’: il film avanza stancamente tra situazioni che non evolvono. Fosse stato veramente brutto, kitsch, involontariamente ironico, avrebbe potuto attirare l’attenzione e dare un motivo per rimanere in sala, ma cosi’ com’e’ e’ solo una pellicola piatta ed inutile.
Gli stessi personaggi del film sono francamente poco interessanti, e sono tra l’altro inspiegabilmente diversi da come vengono presentati nel manifesto e nei comunicati stampa. Va bene voler rendere interessante a tutti i costi una pellicola, ma non basta non voler entrare in dieta per essere “bulimici”, voler fare sesso con la propria moglie per essere “maniaci sessuali” oppure essere di carnagione chiara per essere “algide e distanti”…
Voto: 5

Graziano Montanini