Recension n.1

Un ottimo film, dal punto di vista della propaganda sociale di questo pazzo mondo dove una corporation sogna di “make people happy”. E’ un lavoro sporco, produrre energia, ma qualcuno deve farlo, almeno finche’ non si scopre che c’e’ un modo che rende happy tutti, mostri e bambini.
Un film mediocre dal punto di vista dell’intrattenimento e della narrazione, un film che scivola lieve sugli adulti e mette in difficolta’ i bambini (perlomeno, quelli con cui ero io), incastrati dalle troppe premesse di una storia che non li accompagna per mano.
Impeccabile la realizzazione, tante e belle le trovate, prima di tutto la storia della porte, ma anche il terrore che i mostri hanno dei bambini (io mi sono immedesimata alla grande). E’ il film nel suo insieme che non funziona, soprattutto paragonato all’immortale A bug’s life o al concorrente Shrek. Per fortuna che “Pennuti Spennati”, il corto che lo precede, vale il costo del biglietto.

Mafe

Recensione n.2

La Pixar colpisce nuovamente nel segno, con un lungometraggio che abbina la tecnologia piu’ sofisticata al piacere della narrazione. Grazie alle innumerevoli possibilita’ offerte dalla creazione di un mondo di sintesi, “Monsters & Co.” racconta cosa potrebbe nascondersi dietro al buio notturno di armadi e porte cigolanti. Si entra cosi’ a contatto con un mondo fatto di mostri, la cui sopravvivenza dipende dall’energia ottenuta dalle urla di spavento procurate ai bambini. L’universo inventato dai creativi della Pixar ribalta quindi il punto di vista ed immette lo spettatore in una dimensione parallela, dove fare paura diventa un lavoro che richiede costanza, attitudine e determinazione. Regole analoghe, quindi, al mondo umano, a partire dall’organizzazione fino alle dinamiche sociali del successo e della competizione. Grazie ai sempre piu’ elevati standard di animazione digitale, l’impatto visivo e’ sorprendente. Basta pensare allo spettacolare inseguimento finale, ma anche alla grande espressivita’ dei singoli personaggi.
Monsters Si fa fatica a credere che le creature che si agitano sullo schermo siano il risultato di un elaborato calcolo matematico. Il peloso Sullivan, il mono-occhio Mike, la minuscola bambina, infatti, diventano personaggi con cui si riesce ad instaurare un rapporto di complicita’. Il divertimento e’ quindi assicurato, anche se la sceneggiatura, pur oliata, ha qualche forzatura, dovuta probabilmente al tentativo di piacere al maggior numero possibile di spettatori. Ogni situazione, infatti, si risolve sfumando i lati oscuri: tutti i personaggi, sono in fondo simpatici e buoni di cuore e per creare un contrasto c’e’ bisogno di un super-cattivo da destinare ad adeguata punizione. Il ripetersi di questo cliche’ smorza un po’ la partecipazione, banalizzando l’evolversi degli eventi che, nonostante il forte ritmo, assumono i connotati di una innaturale perfezione. Malgrado questo taglio, forse meno presente nelle prime produzioni Pixar, la capacita’ di concretizzare la fantasia, la maniacale cura del dettaglio e la forza delle gag, permettono di godere appieno delle avventure di Sullivan e dei suoi mostruosi amici. Ghiotta occasione anche per gustare il corto “For the birds”, vincitore quest’anno dell’Oscar come miglior cortometraggio di animazione. In pochi minuti la Pixar riesce a concentrare il meglio della sua ricetta: una storia semplice, una travolgente ironia e un grande talento visivo.

Luca Baroncini