I collant non sono ancora stati inventati e calze senza elastico pendono dalle gambe tornite, mentre mutandoni e sottovesti coprono, per poco, le parti intime. Nato da un’idea di Michel Reilhac, “Scandalosi vecchi tempi” (titolo bruttino ma attenzionale) e’ una raccolta di cortometraggi pornografici girati tra il 1905 e il 1930. La funzione di questi filmini amatoriali, suggeriscono le didascalie, era di intrattenere i clienti dei bordelli parigini, in attesa del proprio turno. Si propone quindi come un divertente e, perche’ no, istruttivo documento dei costumi sessuali dell’epoca. Permette, inoltre, di rendere concrete le fantasie che le austere foto di nonni e bisnonni, in posa e virate seppia, non sono mai state in grado di evocare. Colpisce prima di tutto l’assenza di morbosita’ che trasuda da ogni fotogramma. Le varianti sessuali esibite sono molteplici, e in grado di accontentare un po’ tutti i gusti, ma gli attori (che attori non sono) sembrano abbandonarsi con grande divertimento ai loro giochi erotici. Si percepisce, nonostante nulla venga lasciato all’immaginazione, una sorta di buonumore sdrammatizzante.
Le storielle abbozzate, piu’ che altro pretesti, vedono quasi sempre giovinette, in carne e pettinate secondo la moda dell’epoca, alle prese con uomini, perlopiu’ anziani, a cui finiscono con il cedere senza troppe resistenze.
Frati e suore le uniformi piu’ gettonate, ma anche improbabili corsari, insegnanti, normali cittadini e perfino “Harry Semprepronto”, un superdotato cartone animato disposto a tutto per soddisfarsi. Come nei porno attuali, l’eccitazione dei protagonisti e’, a volte, piu’ nelle intenzioni che nei fatti, ma nonostante sia evidente la finzione del teatrino dalla debole messa in scena, prevale un gusto goliardico di sfida, che arriva al pubblico con leggerezza. Difficile trovare tematiche in siparietti pornografici finalizzati solo al raggiungimento dell’orgasmo maschile, ma interessante scoprire che gia’ allora era diffusa nell’uomo l’ossessione per il pene duro e duraturo. Divertente l’episodio del nonnetto con baffi posticci alle prese con una sorta di rudimentale viagra. Da notare anche il cambiamento subito da mode e costumi: la donna 90-60-90 e l’uomo Big Jim, canoni attuali di bellezza, non compaiono mai, mentre il grassoccio impera. Il cinema era nato da poco, ma gia’ allora si pensava ad un utilizzo privato in grado di assecondare la fame voyeuristica di chi, all’immagine in movimento, chiede non solo storie raccontate in cui credere, ma anche fotogrammi di verita’. E i ripetuti sguardi in macchina dei protagonisti, lasciano intuire un utilizzo piu’ privato che pubblico, un gusto esibizionistico di mostrarsi senza alcuna vergogna. Su tutto, un’ombra un po’ funerea al pensiero che tanta vitalita’, esibita con sfacciataggine, appartenga a persone quasi sicuramente morte, che non sapranno mai di girare il mondo come testimonial di un “porno vintage” solo ora rivalutato.
Luca Baroncini Spietati