E’ un piccolo gioiello di scrittura il’penultimo film di David Mamet che, attraverso il caos causato da una troupe cinematografica che invade Waterford, un paesino del Vermont, affronta l’ennesima variante sul cinema-nel-cinema e le sempre interessanti dinamiche che si creano nel contrasto tra provincia e grande città.
La troupe è composta da un campionario di varia umanità, con caratteri ben definiti che risultano perfetti per la commedia degli equivoci imbastita da Mamet: il divo con l'”hobby” delle quattordicenni, la star che si rifiuta di mostrare il seno ma per ottocentomila dollari ci ripensa, il regista cinico e imbonitore, lo sceneggiatore sensibile, la paesana pratica, l’avvocato senza scrupoli. Ed è proprio la ritmatissima interazione tra i vari personaggi che regala due ore spensierate di situazioni esilaranti e gag al vetriolo, trovando anche lo spazio per riflessioni sull’incrocio tra la cultura rurale americana e lo showbusiness. Rispettando così ciò che il titolo originale “State and main” (è l’incrocio tra una strada principale ed una secondaria di Waterford) promette.
Presentato due anni fa al Festival di Venezia, trova la strada della distribuzione con inspiegabile ritardo.
Luca Baroncini