Recensione n.1

*** spoiler alert: level 1

Diciamolo pure, non facciamo i finti modesti: come detective io sono di gran lunga più bravo del vecchio Clint. Oh, finalmente mi sono tolto un peso, non ce la facevo più! Per più di un’ora ho cercato, invano, di lanciargli dei messaggi dalla mia comoda poltrona del cinema, ma niente: è proprio de coccio. Se solo mi avesse notato tra quella ventina di spettatori (pochini, visto che era al primo spettacolo di un sabato sera in una multisala…) si sarebbe risparmiato inutili sforzi investigativi. Sì, vabbè -direte voi- ma allora andavamo al cinema a vedere un telefilm di mezz’oretta circa. No. No perché in un film del buon Clint (ho cominciato dandogli del “vecchio”, ora del “buon”; vedremo dove andremo a finire di questo passo. Di certo non a cena a casa sua.) c’è sempre molto, molto di più. Che lui faccia delle commedie, dei western, dei thriller o dei drammoni, l’uomo è sempre al centro della vicenda, fondamentale perno sul quale poggia l’intero film al di là dell’effettivo valore della trama, con un approfondimento psicologico che difficilmente si potrebbe riscontrare nel 90% delle pellicole americane. E, infatti, come regista è molto più apprezzato nel vecchio continente anziché a casa propria (vedi Woody Allen…). Siamo forse più intelligenti noi europei? No, ma forse ci piace pensarlo e lo sottolineiamo agli americani andando a vedere ciò che loro incautamente scartano. Ma questo è un altro discorso.
Il film, pur se piuttosto prevedibile dunque, resta più che godibile e fa trascorrere un paio d’ore senza un attimo di noia tra ottimi attori, battute, sparatorie e dialoghi quasi sempre credibili. Questo anche per merito del ritrovato sceneggiatore Brian Helgeland (“L.A. Confidential”, “Payback” anche regia) che mi aveva fatto disperare con quella schifezza de “Il destino di un cavaliere”. Perciò andate pure tranquilli che non ve ne pentirete! Beh, se proprio proprio non vi fidate, utilizzate almeno una di quelle tessere sconto tipo Agis…

DA TENERE: Beh, l’inossidabile (e dagli…) Clint!
DA BUTTARE: Quei saccenti critici (ragazzi, mi auguro di non sembrare mai tale: semmai capitasse, ricordatemi che queste poche righe sono solo la conseguenza di una passione che molti di noi hanno e che non le devo per forza scrivere come, invece, molti illustri “colleghi”. Insomma, “lo fo aggratis” perché mi diverto e basta. Ed ora sparate pure sul pianista…) che per l’occasione hanno tirato inutilmente in ballo l’Ispettore Callaghan: ma de che, ma de dove??? Vorrei proprio capire dove una cazzutissima icona del “poliziesco duro” di un bel po’ di anni fa si può ritrovare in un personaggio malato, debole ed in cerca d’amore come questo interpretato dal caro (!!!) Clint; possibile che non possa interpretare altri personaggi con una pistola in mano senza che per forza qualcuno si metta a citare Dirty Harry? A zappare la terra dovrebbe andare certa gente, altro che storie..!
NOTA DI MERITO: Sempre quella: buon, caro, vecchio, inossidabile Clint… Spero che nessuno si stupisca più ormai delle sue capacità registiche: non sarà un genio, ma evitando baracconate ad effetto ha fatto della sobrietà la sua cifra stilistica. …Ma che ho scritto..?
NOTA DI DEMERITO: Non riguarda il film, bensì la proiezione. Sono stufo di perdere attimi preziosi per uscire a dire alla “maschera” (esisterà ancora? io fermo sempre il primo che passa!) che l’immagine è fuori fuoco e che l’audio sembra uscire da un piccolo televisore monofonico: ma il patentino da proiezionista uno se lo guadagna o lo trova nelle patatine?!?
SITO UFFICIALE: http://bloodworkmovie.warnerbros.com/home.html

Ben, aspirante Supergiovane

Recensione n.2

Nella sua vecchiaia Callaghan ha bisogno di una donna per finire il lavoro, una donna che sappia amare il suo cuore stanco per motivi anche molto diversi tra di loro.
Ok, non e’ Callaghan, ma Connelly non e’ che abbia inventato molto, ed e’ forse il peggior difetto del film, che fa sentire gli anni di un genere facendoli portare molto bene a un poliziotto infartuato in azione.
Eastwood continua a giocare con le immagini e con la storia, facendo riscrivere i fatti dalla discordanza di due orologi: la lezione e’ sempre la stessa, non credete a quel che vedete se non sapete guardare.

Mafe