Recensione n.1
Da anni si parla di attori virtuali al posto di quelli umani e il film di Andrew Niccol (gia’ regista di “Gattaca” e sceneggiatore di “The Truman Show”) estremizza l’idea ipotizzando un regista in crisi, a causa dei capricci della prima attrice, che pensa bene di sostituire con S1m0ne, una bionda creata da un elaborato software. Lo spunto di partenza e’ divertente e si presta ad una caustica analisi sociale, ma il film fatica a svincolarsi a una carineria di fondo che ammorbidisce molto il piglio della critica. La colpa principale e’ della sceneggiatura, che trasforma rapidamente l’attrice virtuale in una star mondiale senza creare i presupposti perche’ questo accada.
Pensiamo ad un regista tipo Wim Wenders, tanto per fare un esempio, che dirige un ambizioso film d’autore con una bionda mozzafiato come protagonista. Chi se lo filerebbe, soprattutto in America? Invece S1m0ne conquista di colpo il mondo intero. Certo, il lungometraggio di Niccol vorrebbe ironizzare sulla totale falsita’ dello star system, sulla completa manipolabilita’ del pubblico, avido di miti da amare, distruggere e rimpiazzare, sulla mercificazione di una societa’ basata eclusivamente sull’apparenza. Ma la satira colpisce ad intermittenza e non punge mai in profondita’, per cui il film galleggia indeciso sul taglio da imprimere al racconto e diventa una sorta di ibrido, non abbastanza cattivo da mordere, non sufficientemente divertente da conquistare. E’ uno di quei casi in cui la tesi da esporre prende il sopravvento sulla storia raccontata, che scricchiola in continuazione sotto le maglie della verosimiglianza. Forse il principio “appari quindi sei” sarebbe stato piu’ efficace (nonche’ trito) ambientato nel mondo della televisione, unico vero strumento in grado di entrare in tutte le case e di condizionare in modo sotterraneo le scelte del singolo. Il cinema, invece, implica una scelta personale che puo’ essere condizionata (vado a vedere quello che mi dicono di andare a vedere) ma resta pur sempre una scelta: devo uscire di casa e decidere di entrare in una sala cinematografica, non mi basta premere un pulsante ed essere bombardato da immagini.
Anche i dettagli tecnici, per quanto non determinanti, sono posti con una grossolanita’ da far rimpiangere “Electric Dreams” come film d’avanguardia (elaborati software su minidisk da 5 pollici e un quarto, ormai scomparsi dal mercato; geni del computer ad ogni angolo; l’assenza di dubbi tecnici nel protagonista, non certo un esperto). Gli interpreti invece sono in parte: Al Pacino, nel primo ruolo comico della sua carriera, presta la sua gigioneria di classe al protagonista senza soffocarlo con scene madri e occhi sgranati e fa piacere incontrare Winona Ryder non sulle pagine di qualche tabloid scandalistico ma sul grande schermo, anche se per poco piu’ di un cameo. Quanto alla bella di sintesi senz’anima, Rachel Roberts, funziona a dovere, anche se mai si pensa che possa essere realmente virtuale, come la produzione ha tentato di spacciarla (non compare manco nei titoli di coda se non come “S1m0ne nel ruolo di se stessa!”).
Luca Baroncini
Recensione n.2
Dopo l’impeccabile sceneggiatura di “The Truman Show” e la regia dell’interessante “Gattaca”, Andrew Niccol ci regala un altro film sul tema dell’impatto che le nuove tecnologie, e la loro intrinseca virtualità, hanno sulla vita di tutti noi.
Viktor Taransky (Al Pacino) è un regista mediocre, stanco dei capricci delle sue star. L’incontro con un softwarista visionario gli offre l’occasione di plasmare a sua immagine e somiglianza un’attrice perfetta: bellissima, misteriosa e soprattutto “ubbidiente”. S1m0ne è un prodotto della logica binaria, prende in prestito l’anima da Pacino-Falstaff, è costretta all’isolamento forzato proprio perché virtuale. Ma il suo maggior limite (l’immaterialità) si trasforma nel suo principale punto di forza: il pubblico, proprio perché non può “toccarla”, la mitizza, ne fa un feticcio, un’icona della perfezione a cui tendere. La carriera di Viktor subisce un’improvvisa impennata. La sua “seconda ex-moglie”, che lo aveva lascaito, sembra interessarsi nuovamente a lui. Eppure la “creatura”, e la menzogna ad essa connessa, si è trasformata in un fardello troppo pesante da portare. Vorrebbe sbarazzarsene ma l’operazione non sarà agile né esente da rischi giudiziari…
Il film, che è solo in apparenza leggero ed è sempre divertente, cela numerosi livelli di lettura. Sicuramente una critica allo show biz, fabbrica inesauribile di sogni che, sulla scorta dello slogan “show must go on”, accetta qualsiasi compromesso. Ma anche alla politica, diventata ormai un fenomeno puramente mediatico. E come non leggere nel delirio di onnipotenza di Viktor Taransky il tentativo estremo dell’uomo moderno di controllare il proprio destino fino a privilegiare la virtualità alla realtà? E perché no una sorta di riscatto del maschio che, abbandonato dalla moglie e tartassato dalla prima attrice (Winona Ryder) costruisce al computer un’ideale femminile, dolce e remissivo, specchio perfetto che riflette integra l’immagine del suo pigmalione?
L’interpretazione di Al Pacino è a dir poco superba. Di fatto è solo sulla scena, la riuscita del film è principalmente dovuta a lui. Ė abilissimo nel renderci l’immagine di un uomo prima sconfitto dalla vita, quindi riscattato dalla virtualità e, in ultimo, rassegnato all’esistente.
Mariella Minna
Recensione n.3
**1/2 spoiler alert: level 1
Alzi la mano chi non ha mai avuto una morosa gelosa del vostro amatissimo computer… “Amore, non capisci, il PC mi serve per studiare, per fare le ricerche su Internette e tantissime cose utili ed indispensabili!”… e giù a scaricare foto di donnine discinte che magicamente affollavano i vostri sogni digitali di fantasie erotiche inenarrabili… (che mondo di pipparuoli il VOSTRO, bah..!). E questo è S1M0NE, un ammasso di uno e di zeri fatto attrice; se Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, un abile quanto improbabile programmatore crea, in questa pellicola, la donna perfetta (fortunatamente per VOI pubblico di maniaci non a sua immagine e somiglianza).
Ok, fin qui lo spunto e poi? Poi basta, questo è il problema vero del soggetto del film: dopo il brillante spunto iniziale, dopo alcune belle frecciate al dorato mondo del cinema, la storia “s’incarta”, gira a vuoto, si fa inutilmente sfilacciata e ripetitiva e, soprattutto, un po’ noiosa. Giusto, è sempre un piacere vedere un mostro più o meno sacro come il tinto Al recitare, ma sinceramente all’ennesimo suo monologo davanti ad un’immagine digitale della protagonista virtuale… beh, “cheppalle” è l’unico forbito commento che il critico che è in ognuno di noi riesce a tirar fuori!
DA TENERE: Lo spunto è simpatico e le intenzioni di una graffiante commedia sulla stupidità dei media, e quindi anche su di noi, sono sincere. Ma…
DA BUTTARE: …ma quando il brodo si allunga troppo… esatto, non sa più di niente (eh, la saggezza popolare…). Come regista Andrew Niccol aveva decisamente dato di meglio con “Gattaca” e come sceneggiatore ancor di più con “Truman Show”.
NOTA DI MERITO: Inutile, non vi dirò mai “la gnoccolotta protagonista del film”, troppo idiota e maschilista come commento. Ma che credete, che il mio animo sensibile e delicato sia alla facile mercé di sciocche, banali e poi… e poi… e poi… calde, sensuali… luccicanti…delicate…morbide… immagini di… di… di QUELLA GNOCCOLOTTA..? Mmm… mmmm… mmmmm… (ecco, ora la mia morosa mi ammazza…)
NOTA DI DEMERITO: E’ un film, non si chiede la plausibilità o verosimigianza che sia, ma possibile che ad un completo inetto dell’informatica come il protagonista interpretato da Al Pacino basti inserire un hard disk nel proprio computer per dare vita ad una splendida donna virtuale??? Com’è che a me, invece, non riesce neanche a riavviarsi il computer senza attendere mezz’ora??? E’ una domanda retorica, non dovete per forza rispondere… (bastardi!)
SITO UFFICIALE: www.s1m0ne.com/ (mah, io non sono riuscito a collegarmi con la mia velocissima connessione a 21600, vedete un po’ voi…)
Ben, aspirante Supergiovane