Fa piacere vedere che Neri Parenti e il suo team hanno fatto tesoro della felice esperienza di “Merry Christmas”. “Natale sul Nilo” e’ quasi un remake di quest’ultimo, da cui mutua le dinamiche narrative (De Sica e’ alle prese con un equivoco causato dalla sua infedelta’, mentre il plot di Boldi prende l’avvio dal rapporto con sua figlia e lo porta ad un incontro scontro con Salvi, mentre i Fichi d’India sono unita’ a se’ stanti per triti siparietti infantili), variando quel tanto che basta per creare qualche situazione differente (in questo caso e’ Salvi ad essere in aperto contrasto con Boldi, ad esempio). Lo sviluppo narrativo e’ molto piu’ articolato e sfrutta in modo molto piu’ sapiente le possibilita’ delle location: l’ormai tradizionale duetto di meta’ film dei due protagonisti “soli” si espande in una rischiosa escursione nel deserto che riprende cliche’ avventurosi in modo molto meno trash di quanto ci si potrebbe aspettare.
Dorano la pillola effetti digitali ed una particolare cura all’aspetto cinematografico (merito, di nuovo, della coproduzione straniera) che evitano le disattenzioni di montaggio, di doppiaggio e in generale di confezione che affliggevano precedenti esperienze del gruppo, come “Bodyguards”.

C’e’ un grosso pero’: il quantitativo comico e’ nettamente minore, e si avverte anche dalle risate in sala di un pubblico comunque ad elevata disponibilita’ (che di norma ride ad ogni frase di Salvi); in generale non sono rare le battute che cadono nel vuoto, che si sommano a quelle piu’ banali e telefonate. Il motivo e’ forse da ricercarsi in una direzione che tende piu’ alla commedia che al film comico, un tono che ha i suoi momenti migliori proprio quando sfrutta nel migliore dei modi i copiosi ingredienti a disposizione (come nel flashback – in bianco e nero – su Boldi promettente batterista nei ’60). Ma si tratta di una scelta che dovrebbe essere seguita con meno dubbi, e calcolando meglio anche le battute piu’ ricercate, dato che in questa forma si rischia di scontentare (a lungo termine) il pubblico tradizionale e di non conquistare quello normalmente piu’ diffidente.
Le incursioni del televisivo, pur giustificate e limitate, nuocciono soprattutto per la presenza di Maria De Filippi: probabilmente una qualunque altra presenza sarebbe stata piu’ sopportabile. Leggiamolo come film di transizione, attendendo con fiducia gli sviluppi del prossimo anno: comunque un film simpatico che merita una visione molto piu’ di altri blasonate pellicole di questo Natale.

Enrico Battocchi (da IAC)