La regista francese Marion Vernoux, già presente a Venezia qualche anno fa con l’interessante e mai distribuito “Rien a faire” (con la nostra Valeria Bruni Tedeschi), presenta un film sulla difficoltà di comunicare. Il nucleo centrale del suo cinema è la coppia, con tutte le varianti del caso. Ecco quindi una fotografa incinta dopo un’avventura, una dottoressa indecisa sull’uomo con cui tradire il marito, un conducente d’autobus che viene piantato dalla moglie sul posto di lavoro, un ex-cuoco che deve prepararsi per incontrare la ex-moglie. Il tema non è certo originale, come la struttura narrativa che vede i personaggi con le loro storie sfiorarsi o incontrarsi nell’arco di ventiquattro ore. Eppure il film ha una grazia che conquista subito e permette di entrare nelle vite dei protagonisti con leggerezza. Questo non le rende meno problematiche, anzi, l’ironia e la tenerezza dello sguardo consentono un approfondimento delle loro psicologie non viziato da giudizi morali. E così si ride e ci si commuove insieme ai personaggi, grazie anche all’interpretazione degli attori, alla colonna sonora, giusto contrappunto alle immagini, e ad una non convenzionale Parigi di sfondo. Il film e’ stato presentato due anni fa al Festival di Venezia ed esce in sordina con colpevole ritardo.
Luca Baroncini