IT 2003 di Edoardo Winspeare con Claudio D’Agostino, Stefania Casciaro, Carlo Bruni, Anna Ferruzzo, Angelo Gamarro, Rosario Sambito, Luca Cirasola, Frank Crudele, Cosimo Cinieri, Celeste Casciaro.

Recensione n.1

° Il dodicenne Tonio, investito da un’automobilista che nemmeno l’ha soccorso, scopre di avere delle doti paranormali e di saper guarire la gente: mentre i genitori diventano avidi e pensano di vendere la storia alla televisione, il piccolo lega con Cinzia, la sua problematica “attentatrice”, e scopre qual è forse il vero miracolo di cui ognuno potrebbe essere dotato. Ambientata in una Taranto aspra e luminosissima, urbanizzata ma ancora arcaicamente legata alle superstizioni e a una religiosità cupa ed esteriore, Il miracolo è una favola allegorica sulla scoperta del proprio valore umano e, di conseguenza, della solidarietà e della comunione. L’anglopugliese Winspeare racconta la vicenda lasciandola in un limbo sospeso e non meglio definito, e fortunatamente non si sente in obbligo di dare spiegazioni o conclusioni nette: ma la sua regia vorrebbe essere psicologica senza riuscirci mai veramente, e non ha mai quell’incisività necessaria per riscattare un film altrimenti originale ma destinato a una certa piattezza televisiva e a non rimanere dentro con la forza delle immagini e dei volti dei protagonisti (peraltro bravi e interessanti). Non necessariamente il solito film carino italiano, visti la riluttanza a ogni spettacolarizzazione e a ogni ammiccamento verso i gusti del pubblico, ma nemmeno un’opera che si possa definire d’autore. DRAMM 92’ * * ½

Roberto Donati

Recensione n.2

Bambini sempre piu’ saggi e adulti sempre piu’ fragili in una Taranto insolita, valorizzata dalla suggestiva fotografia di Paolo Carnera. Edoardo Winspeare, tedesco di origini ma salentino di adozione, racconta, al ritmo di una pizzica contaminata da sonorita’ orientali, l’incontro di due solitudini: Tonio, un bambino che dopo un incidente sente di avere acquisito il dono di guarire chi sta male e Cinzia, la problematica ragazza che lo ha investito con l’automobile. Il regista adotta uno stile asciutto, non si perde in fronzoli, evita facili leziosita’ e costruisce personaggi in cui e’ facile credere. Ad alcuni momenti riusciti (il rapporto tra il giovane protagonista e il suo buffo compagno di scuola, la caratterizzazione dei genitori) se ne alternano altri meno efficaci (il determinante primo incontro tra Tonio e Cinzia, che finisce per suonare un po’ falso, la critica scontata alla televisione spazzatura) e dopo una prima parte compatta e coinvolgente il film sembra incartarsi, fino a un finale che non convince. Aperto a possibili sbocchi, ma forzato e poco comunicativo. Bravi gli attori (in particolare Carlo Bruni che interpreta il padre), interessante il tentativo di affrontare un misticismo laico, un po’ sfilacciato il punto di arrivo. Bello lo spunto di regia di non mostrare l’incidente alla base del soggetto, ma poco credibili le premesse di un frontale su un rettilineo.

Luca Baroncini