Che fatica si fa a prendere sul serio i drammi di questa coppia incapace di conversare, sara’ un problema di attori, sara’ un problema di lingua, sara’ un problema di dialoghi. La maestria di Martone all’inizio un po’ risolleva un incipit un po’ ingenuo, scopate e corse felici da innamorati da filmino delle vacanze, c’e’ questo montaggio secco e inaspettato da cui mi ero lasciata prendere.
Ma poi tutto si sfilaccia e perde consistenza, anzi, ne acquista un’altra, il fastidio di certi atteggiamenti reiterati a cercar di significare altro, veder paura e preoccupazione dove c’e’ solo pura e semplice gelosia e prepotenza e’ proprio lavoro da giocolieri dell’interpretazione.
Umanamente pessimo, di un moralismo bieco, di quelli che se cerchi (e trovi) piacere sessuale appena un po’ oltre sarai immancabilmente punito, e chi se ne frega se non era quello che il regista (e l’autore voleva dire).
“Mi sono fatta inculare” futuro tormentone pop della primavera 2004.

Mafe