Frances (Diane Lane), scrittrice affermata, sembrerebbe avere tutto nella vita, finchè un giorno non scopre che il marito le nasconde str ni segreti, e così, scatta automaticamente il divorzio. Cambiare vita, voltare pagina per cancellare il dolore insopportabile di questi eventi che ti precipitano addosso improvvisamente, eventi che ti colgono di sorpresa; se il giorno prima magari festeggiavi con un centinaio di persone, il giorno dopo eccoti lì, completamente sola in un buco che si usa chiamare casa. Così, Frances, sotto proposta di amiche, accetta di andare in Toscana per una vacanza terapeutica col fine di colmare i buchi. In Italia, oltre a trovare gli stereotipi degli italiani visti dagli stranieri, la protagonista vedrà anche la villetta dei suoi sogni, dove deciderà di trasferirsi definitivamente. Sotto il sole della Toscana, tratto dal romanzo omonimo di Frances Mayes, è una commedia rosa che sprizza amore e sentimenti da tutti i pori, una via di mezzo tra le commediole di Julia Roberts e la raffinatezza delle ambientazioni a la Anthony Minghella. Il film non pretende nè di essere un capolavoro nè di essere un film impegnato, ma punta solo a far passare allo spettatore 2 ore di sane risate e buoni sentimenti senza mai annoiare, riuscendo perfettamente nel suo intento. Le battute e le situazioni sono sempre innocenti e mai banali o volgari, una sceneggiatura non contaminata, dolce come lo zucchero e leggera come una piuma. Dato l’amore che si respira a 360° per tutto il film e le situazioni tipicamente da batticuore che si susseguono, le prime ad essere conquistate saranno le signore, mentre forse i signori storceranno un pochetto il naso, cercando di non lasciarsi travolgere da questa opera al femminile. Diane Lane è brillante come il sole del titolo, mai sopra le righe ma sempre equilibrata tra dramma e humour. Nel cast anche il nostro Raoul Bova, ormai sempre più alla conquista di Hollywood (lo vedremo prossimamente in Alien Vs. Predator) A condire e a rendere più affascinante il tutto, è la nostra curiosità di vedere come siamo visti dagli stranieri… abbastanza simpatici a quanto pare.
Pierre Hombrebueno