L’11 settembre è stato il giorno in cui il mondo è cambiato. L’america ha visto letteralmente crollare davanti ai suoi occhi i massimi simboli della sua florida economia e della sua potenza. Dopo, niente è stato più lo stesso; guerre, attacchi terroristici, elezioni e soprattutto la grande paura che ha colto l’intero popolo americano: pur di essere sicuri, hanno acconsentito a perdere la loro libertà, a rinunciare alla loro privacy. Gli americani hanno cominciato a vivere nel terrore, a sentire continuamente sopra di sé l’ombra della minaccia. La terra dell’abbondanza utilizza questo terrore per raccontare la storia di Paul e Lana, zio e nipote che si ritrovano dopo anni e insieme investigano su un brutto omicidio. Il personaggio di Paul è alquanto singolare e la vera colonna portante del film: qualsiasi cosa e qualsiasi persona possono rivelarsi bombe di violenza pronte a scaraventarsi su chiunque.
Con uno stile che enfatizza i grandi spazi e immagini emozionanti, Wim Wenders ancora oggi sa raccontare con maestria un tema tragicamente attuale, nascondendolo sotto un velo di sano cinema-thriller, volto all’evolversi della trama e alla soluzione del caso.
Non perfetto sotto tutti i punti di vista, La terra dell’abbondanza si lascia comunque guardare volentieri, nonostante una trama che a metà film si immobilizza in sé stessa con una conseguente perdita di tono, e un cast forse non sorprendente ma comunque funzionale alla storia. Michelle Williams, reduce dai successi televisivi di Dawson’s Creek, non dimostra sorprendenti doti espressive, ma sopperisce ai suoi limiti d’attrice con una recitazione naturale e sincera. Molto bravo anche John Diehl, che ben incarna la paranoia e la paura di Paul e comunica con bravura tutte le sue sfaccettature.
Peccato che Wenders infonda bellezza di contenuto e forma solo nella prima mezz’ora del film, fossilizzandosi a metà sul corso degli eventi e perdendo di vista l’emotività e l’attualità della storia raccontata. Ma ben presto, man mano che l’epilogo si avvicina, La terra dell’abbondanza affascina e coinvolge nuovamente, emozionando con dialoghi eccezionalmente sinceri e realistici e una parte tecnica sicuramente ottima.
Una meravigliosa colonna sonora pop-rock aggiunge quel sapore in più a questo dramma-thriller ben diretto dal regista di Il cielo sopra Berlino, forse non una delle sue opere migliori, ma sicuramente piena di riflessioni e dotata di grande capacità comunicativa. VOTO: 7
Claudia Scopino
Sinossi: Con le strade del centro di Los Angeles a far da sfondo, il nuovo film di Wim Wenders è un saggio pungente e cupamente umoristico sull’America contemporanea.
Vediamo il paese da due diverse prospettive: da un lato, attraverso gli occhi di un patriottico ed inquieto veterano del Vietnam e dall’altro, dal punto di vista di una giovane donna americana.
Berretto Verde in congedo, Paul è ossessionato dall’idea di dover proteggere la Terra della Libertà e di fare la sua parte nel “War Against Terror” in corso. Colpito in combattimento vicino Long Thanh a diciott’anni, ora sta vivendo i crescenti effetti psicologici dell’avvelenamento da diossina, per essere stato esposto all’Agente Rosa più di trent’anni fa. Gli eventi dell’11 settembre hanno riproposto il suo trauma di guerra e fatto sì che tornassero i fantasmi del passato. Ma la paura è l’ultima cosa che Paul potrebbe ammettere.
Lana ha vissuto in Africa ed in Europa negli ultimi dieci anni e sta tornando nel suo paese dopo una lunga assenza. Vuole andare al college, ma si trova coinvolta molto presto nella Missione Downtown che opera per la grande comunità di senzatetto d’America, la “Hunger Capital”. È un’idealista, ancora in cerca di una collocazione nel mondo. Trova la sua fede cristiana nel colpire l’opposizione per l’atteggiamento dell’attuale amministrazione.
Paul non ha amici ed ha tagliato tutti i rapporti con la famiglia. La sua esistenza da recluso, come funzionario della sicurezza del paese, vacilla – a sua detta – nel momento in cui arriva Lana. È una sua nipote dimenticata da tempo e lui è l’unico legame con la famiglia della madre. Paul accetta a malincuore la sua presenza.
Entrambi sono testimoni della morte, in apparenza casuale, di un barbone mediorientale e decidono di indagare sull’accaduto assieme, anche se spinti da ragioni diverse. In questa ricerca della verità, le loro diverse visioni del mondo si vengono a scontrare radicalmente.
Questo film si basa sulla speranza che la ‘verità’ non sia una nozione del tutto persa nelle realtà sociali e politiche di oggi. Anche in America, anche nel 2003.
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