Sceneggiatura: Brad Bird
Fotografia: Andrew Jimenez , Janet Lucroy
Musiche: Michael Giacchino
Montaggio: Stephen R. Schaffer
Anno: 2004 Nazione: Stati Uniti d’America
Distribuzione: Buena Vista Durata: 115′
Genere: animazione

Recensione n.1

Superpoteri con superproblemi moltiplicati per quattro. E’ infatti su una famiglia di supereroi che si sofferma l’occhio curioso della Pixar (agli sgoccioli nel binomio con la Disney): madre elastica, padre indistruttibile, figlio velocissimo e figlia invisibile e capace di creare campi magnetici. C’e’ pure un neonato, ma non ha ancora avuto modo di scoprire le sue peculiarita’. Gia’ dal soggetto e’ subito evidente il rischioso salto compiuto dalla Pixar: l’accesso al mondo antropico. Per la prima volta, infatti, non abbiamo a che fare con animali o oggetti inanimati, ma i protagonisti assoluti sono esseri umani, un po’ sui generis ma pur sempre umani. La sfida, superata piu’ che brillantemente dal punto di vista tecnico (ancora qualche saltuario stridore solo nella resa di peli e liquidi) e con la consueta cura per il dettaglio, si rivela pero’ un boomerang, in quanto accende unaltro interrogativo: perche’ ricorrere alla computer grafica e non utilizzare attori in carne ed ossa? La domanda sorge spontanea seguendo gli sviluppi del copione, sempre ben strutturato ma meno originale del solito, che finiscono per confondere le avventure degli
“Incredibles” con quelle, viste e straviste, di tanti supereroi in formato famiglia alle prese con il difficile connubio tra vita privata e pubblici eroismi: dalla trilogia di “Spy Kids” alle duplici avventure degli “X-Men”, senza dimenticare “I fantastici quattro” (a breve su grande schermo), dalla cui prosapia la famiglia della Pixar sembra discendere. E’ quindi con meno entusiasmo che si seguono le avventure di sintesi dei personaggi, a livello visivo stupefacenti ma narrativamente un po’ troppo convenzionali per infiammare. Chissa’, forse il peso di dover piacere a una platea sempre piu’ mondiale si e’ fatto sentire, o magari il progetto ha risentito anche delle tensioni interne con la Disney, oppure e’ proprio il regista e sceneggiatore Brad Bird (“Il gigante di ferro”) ad avere nelle sue corde solida professionalita’ ma scarsa ironia, sta di fatto che “The Incredibles” delude un po’ le aspettative. E non solo perche’ si ride di meno, ma perche’ la sceneggiatura costruisce caratteri azzeccati (tranne il cattivo poco carismatico), conflitti forti, ma riduce le attraenti premesse a botti ed esplosioni messe a tacere grazie all’immancabile potere salvifico della famiglia, ovviamente unita. Un’interpretazione perniciosa potrebbe addirittura riscontrare un messaggio pro-bellico nella necessita’ di legittimare a tutti i costi la difesa nei confronti di un nemico potente ed armato, ma forse e’ troppo per quello che si configura soprattutto come un film di puro svago. E l’intrattenimento, pur senza appassionare, funziona. “L’agnello saltarello”, corto in rima abbinato al film, e’ invece proprio bruttarello.

Luca Baroncini (da www.spietati.it)

Recensione n.2

Il film di Brad Bird coniuga i due plastici e voluminosi protagonisti come le atmosfere, i tratti e i colori di più generi, secondo quella che sta quasi assumendo le caratteristiche di una “scuola” dell’animazione 3d. Al di là delle manovre prevedibili da action movie tradizionale, e oltre i toni da commedia “adulta” calibrati sulle seduttive dinamiche timbrico- verbali dei personaggi, come negli aggraziati siparietti familiari conditi di battibecchi decisamente poco disneiani, o nella scena in cui il protagonista Bob e l’ex collega uomo-ghiaccio si appostano nella volante in attesa di avvistare un pericolo, come ai tempi d’oro. I loro volti sono schizoidi, ferini, holliwoodianamente umani, e nei loro corpi si inscrive la parabola del divertimento classico a caccia di un problema. Quest'”oltre” si realizza nell’illusione vertiginosa di un movimento fluido a 360 gradi, nella possibilità rocambolesca di dominare lo spazio virtuale non attraverso l’irrisorietà del disegno, ma tramite la straordinaria realtà di una sorta di macchina da presa immaginaria, che compie giri impensabili attorno e sopra i grattacieli, nel cuore degli inseguimenti nella foresta, attraverso le pareti cristalline dei campi di forza emanati dalla supereroina in erba Violetta, nelle gommose evoluzioni del corpo incorporeo di sua madre. Attorno a questa affascinante, ma ormai consueta ubriacatura visiva serpeggia un’ironia impensabilmente malinconica e destrutturante, rivolta al tramonto esplosivo dell’eroismo e dei suoi cartacei feticci-persona, che si riscattano, più che nelle nuove e mirabolanti missioni, nella fantasia di un’esistenza “normale”.
voto:6,5

Chiara F

Recensione n.3

CINEMA D’AZIONE IN PIXEL
Ultimo film targato Pixar, e penultimo in associazione con la Walt Disney, arriva nei cinema Gli Incredibili – Una normale famiglia di Supereroi. Dopo giocattoli, formiche, mostri e pesci, questa è la prima incursione della casa nell’universo degli umani (l’unico personaggio visto nei loro passati film era il collezionista Al di Toy Story 2). Il divertimento è assicurato, così come il successo dopo il grande trionfo di Alla ricerca di Nemo, e la Pixar continua infallibilmente a creare film sempre più eccellenti nella forma e ben costruiti nel contenuto. Monsters & Co e Toy Story 2 rimangono per adesso i migliori nell’unire intelligenza, comicità e messaggio morale senza pressappoco nessuno difetto, ma Gli Incredibili si lascia comunque guardare volentieri: tecnicamente è forse il migliore, una regia degna delle più grandi produzioni cinematografiche, una storia piacevole e non lontana nelle caratterizzazioni moderne dalla nostra vita reale. Come sempre, i personaggi sono tutti ottimamente definiti, con annessa usuale ma non insignificante crescita personale di ognuno ed un carisma sufficiente per permettere ai bambini di nominarli ennesimi –è proprio il caso di dirlo- eroi del momento. Impreziosito da imperdibili citazioni cinematografiche, Gli Incredibili deve la sua massima ispirazione ai film d’azione-avventura hollywoodiani visti sui nostri schermi negli ultimi anni, una sorta di Spiderman-Spy Kids e Guerre Stellari in pixel senza tralasciare i tocchi d’humour e di sagacia che contraddistinguono la Pixar, ormai sempre più esemplare nel produrre film godibili per i bambini ma anche e soprattutto per gli adulti: qui non vi è il positivo infantilismo di Alla ricerca di Nemo, i bambini certo si divertono e apprezzano, ma Gli Incredibili è soprattutto un ottimo cartoon d’azione, con numerose scene da far invidia a film in carne e ossa del filone ed una storia sempre al massimo del ritmo e dell’energia, con qualche banalità facilmente dimenticabile. Un perfetto esempio di quanto i cartoni possano essere considerati al pari dei film cosiddetti “normali”, e altro esempio per la Disney stanca e ripetitiva con il suo Mucche alla riscossa, Gli Incredibili è piacevole, gustoso, adrenalinico e soprattutto, un ottimo divertimento per tutta la famiglia. VOTO: 7 ½
Claudia Scopino

Recensione n.4

Puntuale come ogni anno ecco il nuovo cartoon Pixar.
I protagonisti sono alcuni supereroi messi forzatamente a riposo e costretti ad una vita normale da una legge dello stato. L’attenzione si concentra soprattutto su Helen e Bob Parr, sposati e con figli (Violetta, Flash e Jack-Jack) a loro volta dotati di super poteri. La famigliola conduce una vita comune, anche se Bob e un amico (anch’egli super), di tanto in tanto si concedono ancora qualche impresa degna del loro glorioso passato. La situazione cambia radicalmente quando una misterio committente convince Bob a ritornare all’opera contro un temibile robot. In realtà dietro a questa missione c’è una vendetta contro tutti i supereori e lo stesso Bob finisce prigioniero. Tocca quindi alla sua famiglia intervenire per liberarlo.
È favoloso il nuovo cartoon Pixar, uno dei migliori della loro produzione, bello al pari dell’ormai storico Toy Story. L’interesse per questo nuovo lungometraggio (insolitamente, ma piacevolmente lungo: circa 120’), sta soprattutto nel fatto che non è propriamente un prodotto per l’infanzia, ma, al di là dell’ironia che in esso è contenuta, è un prodotto per adolescenti e adulti, dove non mancano scene di violenza, piccoli spaventi, armi e addirittura morti ammazzati.
Nell’insieme della vicenda on c’è un personaggio che sia mal tratteggiato, poiché le debolezze umane e i superpoteri sono un tutt’uno spalleggiandosi vicendevolmente, anche se a rendere convincenti i protagonisti è soprattutto il loro lato umano. Non si può non parteggiare per Bob Parr che vorrebbe tornare a essere Mr. Incredible ed è evidente che anche Helen, benchè sia apparentemente più convinta del suo ruolo di casalinga, non ci penserebbe due volte a ridiventare Elastigirl. I figli poi (specialmente Flash) non si fanno scrupolo a servirsi dei loro poteri quando se ne presenta l’occasione o la necessità.
Il regista, e unico autore della sceneggiatura, Brad Bird (già autore di Il Gigante di ferro) conduce molto bene sia la storia che la sua messinscena. Il dinamismo iniziale, la calma apparente dei giorni di forzato riposo, il ritorno all’azione, l’insieme degli sfondi e le caratterizzazioni di figure principali e secondarie è orchestrato in modo tale che nulla stona mai. Sul fronte dei personaggi secondari, il cattivo di turno sa essere davvero odioso, ma anch’egli non manca di avere una caratterizzazione più umana che fantastica, ed è proprio per questo che risulta un buona incarnazione dell’antagonista. Mitica poi la stilista dei custumi dei supereroi (splendidamente doppiata in italiano da Amanda Lear, come anche è azzeccata la scelta di Laura Morante per la voce di Helen).
Gli Incredibili è un film che piacerà maggiormente ai più “grandicelli”, ma alla fine saprà conquistare chiunque. Non c’è età che tenga d’innanzi ad un bel cartone animato.

Sergio Gatti