Regia: Joshua Marston
Interpreti:Virgina Ariza, Johanna Andrea Mora, Wilson Guerrero, Fernando Velasquez, Jaime Osorio Gómez, Mateo Suarez, Fabricio Suarez, Juana Guarderas, Rodrigo Sánchez Borhorquez, Charles Albert Patino, Evangelina Morales, Victor Macias, Hugo Ferro, Ana Maria Acosta, Ada Vergara De Solano, Maria Consuelo Pérez
Anno: 2004 Origine: USA/Colombia Durata: 101’
Genere: Drammatico Distribuzione: Istituto Luce
Sembra quasi di sentirli, ingombranti, nella gola e nello stomaco, quegli ovuli di cocaina che la giovane Maria è costretta ad ingoiare. La fotografia sgranata da un tocco lieve accarezza la sua figura elegantemente robusta, la risoluzione infantile dei suoi occhi vivaci, le panoramiche parziali e parche da film inchiesta per il villaggio e la città trasudante sud di Bogotà. La prima parte della sua storia si costruisce sui ritmi e sui tagli realistici di un grigiore riscattato dalla disperazione sommessa dell’adolescenza, nell’angustia visiva della fabbrica di rose e delle conversazioni dalla semplicità brutale e affilata. Poi lo sguardo si estende, fino all’apertura montana del secondo incontro con il suo “salvatore”, il nuovo amico che introduce la seria ribelle nel giro della droga. Si entra in nuovi cunicoli, ritagli di luce sminuzzata e dolore languente e materiale, amalgamata con la pressante angoscia del carico che la ragazza porta dentro di sé. Nella sgradevole parabola organica ed emotiva che la porta fino in America, dentro nuovi cunicoli e nuovo vociare, si acquatta quell’intensità che è propria della grazia del titolo: Maria ingoia con impressionante costanza le sue avventure, con una fissità dinamica nelle pupille che indagano tra i grattacieli a dispetto della morte violenta dell’amica, dei sensi di colpa diffusi, dell’ansia per la lontananza da casa e dei confronti estenuanti con l’amica-nemica Blanca. La ragazza porta la vita dentro di sé, e quest’apparente handicap unito alla forza del mutismo e della sopportazione intelligente sembra corazzarla di un’aura metafisica e sensibile, investirla di una fortuna generosa che la indirizza verso il vero scopo del suo viaggio e farne la protagonista assoluta della sua stessa avventura. Nell’apologetico, ma vivissimo e toccante quadro finale la vediamo voltare le spalle all’imbarco per la Colombia, radiosa nella rallentata e fresca perdita di quelle sonorità caraibiche passionali e incalzanti, con i passi calzati da un rock arioso, in sospensione.(18/12/2004) voto: 7
Chiara F