Regia di Steven Soderbergh
con George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Julia Roberts, Catherine Zeta-Jones, Andy Garcia

Recensione n.1

Delusione TOTALE.
C’e’ da chiedersi chi e cosa abbia spinto produttori, regista e attori a prendere in mano una sceneggiatura cosi’ maledettamente forzata, con colpi di scena pietosamente irreali, giusto per far quadrare la storia e il finale, storia raffazzonata da cliche’ montati in maniera superficiale, un paio di auto-citazioni inutili e irrilevanti (divertenti ma assolutamente troppo fine a se stessi).
Certo, visti gli incassi del primo era prevedibile, eppure da un’intervista a Clooney si e’ scoperto che tutti gli attori hanno voluto essere
sottopagati rispetto al loro cachet abituale perche’ non volevano far spendere soldi alla produzione. E in effetti un po’ si nota, nonostante lo sfarzo pittoresco di certi palazzi (e della casa di Clooney sul lago di Como), la sobrieta’ della pellicola. Ma allora perche’ non provarci almeno con ua storia credibile? C’e’ carenza di sceneggiatori? Di idee? O di entrambi? Insomma, se sulla carta poteva essere vincente, sullo schermo non e’ nemmeno avvincente. Il tutto si trascina per l’avvicendarsi di un improbabile colpo di scena dopo l’altro che non fa altro che rendere il film ancora piu’ grottesco di quello che potrebbe apparire in un primo momento. Non merita dalla stroncatura solo per alcune cose: Soderbergh gira con mano sapiente e baroccheggiante un film che ricorda molto i polizieschi degli anni 80, i personaggi, che non hanno perso lo smalto del l ro precedente film sono tutti in gran forma, rimandando alle vicende del famoso ladro gentiluomo, e la loro signoilita’ ben si sposa con le ambientazioni europee. Da qui, una certa continuita’ dello stile visivo, seppur improntato in maniera differente, che denota una certa cura dei dettagli. Tutto il resto, e’ noia (e sconforto). Voto: 5

The Wolf

Recensione n.2

“BEATI LORO!”
“Ocean’s Eleven” era un filmino simpatico, con una prima parte un po’ soporifera ed un colpo grosso spassoso e ben congegnato che riusciva a mandare tutti a casa, se non proprio entusiasti, perlomeno sorridenti. Certo, senza un cast di celebrita’ difficilmente il film avrebbe incassato la bellezza di quattrocentocinquanta milioni di dollari in tutto il mondo, e ancor piu’ difficilmente Steven Soderbergh avrebbe avuto voglia e possibilita’ di progettarne il sequel. Ma tant’e’. Stuzzicati dagli alti profitti (e, pare, dalla complicita’ creatasi tra grandi mangiate e grandi bevute) gli undici si riuniscono, e al gia’ nutrito gruppo di star si aggiunge la sempre piu’ in auge Catherine Zeta-Jones. Beh, e’ proprio il caso di dire “molto rumore per nulla”, perche’ il film e’ davvero poca cosa. Dopo un eterno prologo in cui si ritrovano i personaggi sparsi per il mondo attraverso siparietti in stile sit-com (che, pero’, non strappano manco un sorriso) finalmente il film parte, ma non decolla mai. Visto che lo scopo e’ mostrare i divi e divertire, non si capisce perche’ mai Soderbergh senta l’esigenza di complicare inutilmente la storia con fiacchi colpi di scena, salti temporali, doppi giochi e improbabili sfide. Il problema e’ che la noia regna sempre sovrana, con personaggi privi di caratterizzazioni precise, in grado di dare ad ognuno adeguata specificita’, e dialoghi allusivi e infarciti di citazioni (ma a che pro?). La sceneggiatura non si preoccupa della credibilita’ e pensa basti annusare un po’ di polvere di stelle per frenare gli interrogativi, ma la presunta leggerezza sfora presto in stupidita’. Difficile spiegare altrimenti soluzioni narrative inqualificabili come il furto effettuato sollevando un palazzo, il salvataggio in extremis da parte della mamma di uno del gruppo, la tecno-tarantella acrobatica con cui Cassel riesce a superare i raggi laser del sistema di sicurezza, addirittura un appiccicato “carramba che sorpresa!” e i mosci botta e risposta tra George Clooney e Brad Pitt. Una trovata simpatica e’ far interpretare alla vera Julia Roberts la parte di una sosia della star, alle prese con un insistente Bruce Willis, ma l’idea sfuma il suo potenziale in quella che sembra improvvisazione, dilungandosi senza il sostegno di dialoghi brillanti. La regia non cerca la tensione ma prova a infondere personalita’ al racconto. La fuga, un po’ forzata, dal patinato passa attraverso sgranature, macchina da presa a mano ed utilizzo anti-spettacolare delle location. Purtroppo, pero’, cio’ che succede a un personaggio si ripete il piu’ delle volte per gli altri e l’undicesima zoomata e’ inevitabilmente accompagnata da uno sbadiglio. Quanto alle star, vera ragione d’essere del film, si prestano al gioco con divertimento, trasudando sollazzo e ostentando allegria. Peccato, pero’, dover assistere a una vacanza tra amici spacciata per cinema. Tra l’altro, visti gli incassi incoraggianti del debutto americano, si affaccia lo spettro di un possibile tredicesimo innesto. Chissa’, magari con il neo-divo del momento impegnato a sorseggiare tequila ai tropici, a cachet ridotto naturalmente. Buon per lui, ma a noi…? VOTO: 4,5

Luca Baroncini de Gli Spietati

Recensione n.3

Terry Benedict, tre anni dopo essere stato derubato di 160 milioni di dollari dagli “undici di Ocean”, riesce a rintracciare tutto il gruppo pretendendo la restituzione di tutta la somma (più gli interessi) in cambio della loro vita. Non disponendo più della somma originale, il gruppo di ladri si rimette all’opera in Europa spostandosi tra Amsterdam, Parigi e Roma per un nuovo colpo che permetterà loro di avere salva la pelle.
Ocean’s twelve è il notevolissimo seguito di un film di successo. Là dove ci si trovava ad assistere ad una sorta di commedia alla Sinatra & Co., qui ci troviamo di fronte ad un bel film d’autore in cui uno stile elegante e raffinato e una narrazione a tratti frammentata, permette a quello che altrimenti sarebbe stato soltanto un film d’azione d’essere appunto ben altro.
Steven Soderbergh, dopo il tonfo di Full frontal (dove già c’erano tracce, seppure molto confuse, dello stile di questo film) e l’accoglienza tiepida di Solaris, mette in scena uno dei suoi film migliori. Lo stile di regia, molto moderno (ma non post-moderno), rende frizzanti anche le parti più tranquille della narrazione (che poi sono la maggior parte), e rimane sempre funzionale anche nei pochi momenti che ci ricordano d’essere di fronte ad una commedia, tutto sommato, d’azione. Una narrazione frammentata che in più punti del film riporta indietro l’azioone, di settimane, mesi o anni per poi riandare al presente, l’uso di una lieve macchina mano, la fotografia un po’ sgranata, brevissime ellissi all’interno di una stessa inquadratura, un uso insolito del sonoro (di cui c’era già parzialmente traccia in Sesso, bugie e videotape), fanno di Ocean’s twelve un interessante saggio di stile visivo e narrativo. Su quest’ultimo aspetto, specialmente se si ricorda bene Ocean’s eleven, troviamo le maggiori e più interessanti innovazione. Il film è più meditato, i personaggi sono meglio tratteggiati (almeno alcuni) e ne traggono vantaggio soprattutto le figure più in secondo piano nel primo film. Questo vale in special modo per Tess, il personaggio interpretato da Julia Roberts. Sebbene Tess rimanga una figura secondaria, acquista comunque maggiore importanza, specialmente nell’ultima parte del film. È la prima volta in cui un film non fa nulla per evidenziare la bellezza dell’attrice, ma anzi fa addirittura il contrario in due diverse maniere. La prima, visiva, ci mostra una Roberts domestica che non ha quasi nulla a che vedere con l’attrice che siamo abituati a vedere dai tempi di Pretty woman; ciò rende il personaggio molto umano e infinitamente più vivo di quanto non fosse nel precedente film. Ad un secondo livello c’è poi l’ironia. Nella seconda parte del film viene sfruttata una “somiglianza” di Tess con l’attrice Julia Roberts per farle fittiziamente vestire i panni della star americana: Julia Roberts che fa Tess che finge di fare Julia Roberts… e funziona, perché la Roberts, per gran parte del film, sembra veramente solo somigliare a se stessa…
Bravi e simpatici tutti gli altri interpreti: George Clooney (Danny Ocean), Brad Pitt, Catherine Zeta-Jones, Matt Damon, Andy Garcia, Don Cheadle, Elliott Gould…
Ocean’s twelve è uno dei migliori film di Soderbergh, uno dei rari sequel che superano l’originale, un film che vale davvero la pena vedere.

Sergio Gatti