Recensione n.1
Quando ci si trova davanti ad un immenso calderone favolistico e digitalizzato come Shreck si desiste facilmente da ogni torpore pseudo analitico, per lasciarsi travolgere dalle comiche incalzanti che abbandonano la derisione epica del primo film. Il gioco di rimandi e familiarità comincia con l’ammiccare divertito e sarcastico al regno di Molto, Molto lontano, un boulevard simil-holliwoodiano dalla tipica spazialità fintamente avvolgente. Un luogo adatto alle costruzioni ironiche, all’ansia decostruttiva di quei miti cartacei qui ancora più evanescenti, perché pixelati. Lo splendore novello di uno Shreck umano dal volto quadratamente noto, e il suo eterno combattimento contro quella leziosa bellezza e “umanità”, incarnata dall’odiosa Fata Madrina “canterina” come nella peggiore delle tradizioni disneyane, e dal vuotissimo figlio di lei, Azzurro (Charming nella versione originale). Quei tratti insidiosi, quell’invadenza da spot in cui non possiamo fare a meno di riconoscere i frammenti chiassosi del jet set da bolle di sapone contrastano ancora una volta con la festa di note rivisitate, con l’universo retrospettivo del fantasy e delle sue eterne dinamiche: la locanda tra il western e l’assurdo frequentata dai secolari personaggi di sempre, tra cui un Capitan Uncino pianista sperimentale pericolosamente somigliante a Frank Zappa, ma soprattutto quel coacervo di sinuosità e buffa tenerezza costituita da un ispanico e inedito Gatto con gli Stivali, che usa il suo stesso aspetto accattivante come arma contro gli “stolti” e oscilla tra la fanfaronaggine e l’affermazione di un’animalità riscoperta, autentica, antropomorfa in modo primigenio. Lo stesso finale, ricondotto all’abilità da mattatori del Gatto e del vulcanico Ciuchino, fa esplodere quella pungente polvere di stelle e libera dal fittizio la risoluta Fiona e suo padre, restituendo loro una forma “interiore” apparentemente grottesca ma gustosamente armonica e libera. voto:7+
Chiara F
Recensione n.2
“…CINEMA DA FAVOLA”
Il ritorno dell’orco verde targato Dreamworks non delude le aspettative e conferma la validita’ di uno stile in cui la tecnica affinata non schiaccia il racconto. La vera forza del film, infatti, e’ una sceneggiatura perfetta in cui tutti i personaggi godono di una caratterizzazione incisiva e dove le situazioni, di per se’ non particolarmente originali, trovano idee e dettagli spassosi per cavalcare gli stereotipi e arrivare al “vissero felici e contenti” senza cedimenti. La prima parte ricalca “Indovina chi viene a cena” per poi evolversi, nella seconda, nella classica commedia degli equivoci. L’archetipo, con i suoi codici e le sue regole, resta quindi un saldo modello di riferimento a cui “Shrek 2”, pero’, soggiace con vivacita’,ribaltando i punti di vista, giocando con i luoghi comuni e ravvivando con una contagiosa ironia gli sviluppi piu’ a rischio banalita’. Ritornano tutti i personaggi del primo film, a cui se ne aggiungono due nuovi, davvero irresistibili: la scatenata Fata Madrina, madre del Principe Azzurro e decisa a maritare il figlio con la principessa Fiona, e Il Gatto con gli Stivali, punta di diamante del sequel grazie, sia alla perizia tecnica con cui i pixel vengono plasmati, sia alle fulminanti battute di dialogo di cui e’ protagonista. Il film e’ un invito all’accettazione delle diversita’ e al diventare quello che si e’ in base alle proprie naturali inclinazioni. Nulla di nuovo, certo, ma messo in scena attraverso contrasti forti, scelte decisive e non cosi’ scontate e un lieto fine che miracolosamente accontenta il pubblico senza risultare stucchevole. Sicuramente meglio della ode alla famiglia della Pixar (“Gli Incredibili”) e dell’ambigua necessita’ di “credere” imposta da Robert Zemeckis (“Polar Express”). Soprattutto realizzato con un uso sapiente dell’anti-retorica e senza dimenticare la leggerezza. “Shrek 2”, infatti, e’ un divertimento continuo. Una girandola di colori e un ritmo indiavolato accompagnano gag quasi sempre riuscite, citazioni a ripetizione inserite con sorprendente fluidita’, sbeffeggio delle convenzioni e utilizzo dissacratorio dei personaggi delle favole. Davvero irresistibile la rocambolesca “Mission Impossible” di un Pinocchio dai gusti particolari; cosi’ come la sfilata degli invitati al palazzo reale e il gran ballo conclusivo, in cui ognuno ha il suo momento di commiato sulle note trascinanti di “Holding out for a hero” (chissa’ perche’ tradotta in italiano). Ma tutto il film e’ uno scoppiettante susseguirsi di momenti esilaranti, in cui le risate non riducono il coinvolgimento ma lo rafforzano, raggiungendo un prezioso equilibrio capace davvero, per un’ora e mezza, di trasportare altrove con intelligenza. VOTO: 8
Luca Baroncini de Gli Spietati
Recensione n.3
Shrek 2 ovvero “Ti presento i miei” in versione animazione!
Dopo il matrimonio, la luna di miele ed il ritorno nella tanto amata palude orco e consorte vengono convocati a corte per le presentazioni ufficiali ai regali genitori di Fiona, desiderosi di conoscere il principe che ha conquistato il cuore della loro principessa!
E’ così che, non senza preoccupazioni per la la possibile reazione dei sovrani, i coniugi Shrek partono alla volta del regno di Lontano Lontano, naturalmente in compagnia dell’immancabile Ciuchino. Dopo un interminablie viaggio (non a caso è il regno di Lontano Lontano) i tre giungono a destinazione è quello in cui si trovano catapultati è un luogo che nulla ha in comune con i tradizionali regni della fiabe, sembra invece di trovarsi in una Los Angeles dei cartoni: vie costeggiate da palme, negozi che rieccheggiano e fanno il verso a famosi marchi tipici del mondo statunitense ed un castello costruito su una collina su cui campeggia a caratteri cubitali la scritta FAR FAR AWAY, esattamente come quella holliwoodiana.
Una volta giunti a palazzo inizieranno i problemi dati dall’opposizione dei genitori di Fiona, in particolare del padre, al matrimonio tra la principessa e Shrek. Così come avveniva nel film con Ben stiller e Robert De niro iniziano una serie di tentativi da parte del cognato, qui Shrek, per cercare di trovare un punto di contatto con il suocero in nome dell’amore per Fiona; quello che lo aspetta saranno una serie di peripezie che porterano a momenti di sconforto, perplessità e ripensamenti sul loro amore e sul loro stare insieme. A complicare il tutto ci penseranno poi alcuni personaggi come la Fatina Madrina ed il principe Azzurro, figure tipiche dell’immaginario fiabesco ma che qui non hanno nulla di tradizionale, il loro essere viene completamente stravolto e ridicolizzato. E’ così che ci troviamo davanti ad un principe del tutto stralunato e narciso che vuole conquistare la principessa Fiona strappandola a Shrek non per amore ma per interesse e che è aiutato in tutto ciò dalla madre, la Fata Madrina appunto, che agisce non in nome della bontà e generosità che siamo soliti attribuirle ma per opportunismo ed egoismo e per realizzare il “vissero felici e contenti” che c’è in tutte le fiabe che si rispettino e che vede insieme principessa e principe azzurro.
Shrek 2 è un film davvero bello e divertente, forse ancora più del primo e questo grazie a tutti i personaggi che ne fanno parte, quelli riconfermati e le new entries, in primis il gatto con gli stivali, e sicuramente più complesso rispetto al precedente, non solo per la trama ma anche perchè ricco di citazioni fiabesche e cinematografiche che vanno da Spiderman fino a Misson impossible.
Con il suo ritmo sostenuto che tiene attenti e coinvolti in quanto accade per l’intera durata, riesce a far divertire tutti i presenti in sala perchè quello che va a vedere Shrek è un pubblico composito che raccoglie persone di diverse fasce d’età, ugualmente soddisfatte di vedere che alla fine non importa in che forma si presenta ma è sempre l’amore a vincere e trionfare permettendogli di vivere per sempre felici e contenti! VOTO:8
Silvia Benassi
Recensione n.4
Shrek 2: ovvero come ti dissacro buona parte della cinematografia degli ultimi vent’anni e più. Ancora un sequel migliore del precedente. Ormai sta diventando una piacevole abitudine. Peraltro questo film in sé è un vero e proprio concentrato di esilaranti critiche/citazioni a favole e film. Il buonismo posticcio delle favole, per lo più di stampo disneyano, è semplicemente disintegrato (la fata “madrina” fa la parte della cattiva, la sorella di cenerentola è un travestito). Le citazioni non si contano (ma è geniale quella fatta ad Alien e Indiana Jones). Ma ciò che conta è che Shrek 2 sia un film riuscito, perché riesce nel suo primordiale intento: far ridere, far divertire. Ha successo in pieno. I personaggi sono sempre quelli del primo, alcuni più approfonditi, ma ciuchino rimane il più divertente. Non gli è da meno la new entry: il gatto con gli stivali, che non solo si comporta da vero gatto (ruffiano fino al midollo) ma rappresenta la dissacrazione di tanta moda spagnoleggiante oggi in giro. Non è un caso che si canti La vida loca di Ricky Martin (stupida e stereotipata, ma funzionale). Da non perdere la sequenza che segue i titoli di coda, che punisce chi si alza prima. VOTO: 7 ½
Andrea Fontana