Recensione n.1

Torna l’eroina single che tanto successo ha avuto nel 2001: la goffa e sbadata Bridget Jones. Con una differenza: adesso è felicemente fidanzata con un bellissimo ed affascinante avvocato, Mark Darcy. Se le carte vincenti del primo film erano il diario del titolo e la ricerca di un’anima gemella, in questo sbiadito sequel si racconta delle difficoltà amorose nel tenersi un fidanzato, con esiti assai meno convincenti. Bridget è sempre la stessa, ma ancora più imbranata e forse un tantino meno simpatica, a causa delle ripetute e stucchevoli gag che vanno a sostituire i brillanti dialoghi e gli impossibili propositi che tanto avevamo amato. Certo, Il diario di Bridget Jones non era affatto un capolavoro, ma aveva dalla sua ritmo e soprattutto una storia frizzante, non esente da qualche sentimentalismo di troppo ma decisamente divertente e ben strutturato. Tutto questo si perde nel seguito, tant’è che dopo la visione poco rimane e poco si ricorda: solo un susseguirsi di gag già viste alternate a dialoghi e scene seriose e prevedibili. Bridget non è certo la prima donna nella storia del cinema ad essere gelosa nei confronti di una bellezza dalle gambe lunghissime e tanto meno inadeguata di fronte alla raffinatezza del fidanzato, per questo la storia richiedeva molto più impegno e inventiva per essere portata sullo schermo senza stancare e apparire
noiosa. Si ride anche talvolta, ma il film perlopiù è annacquato da una comicità banale e anche abbastanza sciocca, e poco salva la deliziosa Renée Zellweger, ancora più in carne rispetto al Diario (ma, lasciatecelo dire, notevolmente più bella rispetto alla versione grissino di Chicago) ma assai meno convinta nel tratteggiare un personaggio che da amorevolmente spensierato e ingenuo diventa quasi fastidiosamente grossolano. Insomma, poco si salva di questo stinto sequel, pure l’ottima colonna sonora viene utilizzata come commento ad un qualcosa che non c’è, come per riempire un vuoto di idee e una briosità che purtroppo stenta ad arrivare per riportare nei nostri cuori la dolce Bridget. VOTO: 5 ½

Claudia Scopino

Recensione n.2

E’ uno strano destino quello che segna i sequel cinematografici; dopo il grande successo del primo film, colti dall’entusiasmo e dalla volontà di un guadagno pari, se non superiore, si decide di replicare ma in molti casi il risultato che si raggiunge non è all’altezza del prodotto originario e si finisce per lasciare il pubblico deluso o, nei casi migliori, non completamente soddiafatto. Questo è un po’ quello che succede nel caso di “Che pasticcio, Bridget Jones!”, seconda puntata delle avventure, anche se forse sarebbe più appropriato parlare di disavventure, dell’eroina di tutte le singol!
Si immagina che siano passate sei settimane dagli episodi con i quali si è concluso il primo capitolo e la soria comincia col mostrare Bridget e Mark Darcy finalmente insieme, innamorati e felici. Sembra quasi di trovarsi davanti ad una persona diversa se non fosse che immancabilmente miss Jones finirà col mettere in mostra tutte le sue insicurezze e i suoi peggior difetti. Spinta dalla gelosia per la nuova bellissima segretaria del fidanzato si infilerà in situazioni improponibili ed imbarazzanti, anche se si sa che l’imbarazzo è qualcosa che le è quasi sconosciuto! A disagio e per un senso di inadeguatezza e quasi inferiorità nei confronti di Mark commetterà una serie di errori ai quali sembrerà non voler porre rimedio. Ma i pasticci di Bridget sono appena all’inizio se si considera che rischierà di finire nuovamente tra la braccia del sempre affascinante Daniel Clever con il quale si troverà nuovamente a lavorare, dopo il suo passaggio alla carriera televisiva, e che durante un viaggio in Thailandia, prima sperimenterà gli effetti di funghi allucinogeni, e poi verrà arrestata con l’accusa di trasporto di droga.
Non si può certo dire che “Che pasticcio, Bridget Jones!” non sia un film divertente, ci sono diversi momenti in cui si ride davvero, ma il difetto principale è forse quello di essere rimasto troppo legato al “Diario” e quindi di riproporre una serie di elementi che forse volevano essere una citazione od un omaggio ma che finiscono per apparire come una ripetizione. Questo secondo episodio ha poi sicuramente perso un po’ in smalto, è meno cattivo e tagliente del primo, ma nonostante tutto Bridget rimane sempre un personaggio capace di catturare le simpatie, soprattutto femminili, perchè tutte in qualche occasione della nostra vita ci siamo sentite molto simili a lei! VOTO: 6

Silvia Benassi