Recensione n.1

Questo Crimen Perfecto (non e’ un errore, ma il titolo originale del film), e’ una di quelle idee semplici ma travolgenti che stupiscono per la loro immediatezza. Niente attoroni superpagati, niente effetti speciali, niente umorismo becero o di grana grossa, ma una storia ben scritta, ben diretta, e soprattutto ben recitata da due personaggi che calzano a pennello i loro ruoli, e ci fanno sentire partecipi di questa debacle un filino sopra le righe, abbastanza inverosimile sotto molti aspetti, ma decisamente accattivante. Il regista Alex De La Iglesia, da noi semi sconosciuto, in realta’ rimane uno dei pochi autori di cinema contemporaneo con un sapiente gusto del grottesco, che penetra ferocemente piu’ volte il limite del “politicamente scorretto”. Anche i personaggi secondari hanno un loro spessore, persino quelli che “dormono” (quelli che hanno visto o vedranno il film sanno di che parlo) riescono ad acquistare una loro personalita’ distinta, e devo ammettere che trovo la cosa davvero stupefacente. Macabro quanto basta, senza timore di spettatori benpensanti o dal palato difficile, si viene deliziati dagli ottimi dialoghi, dal ritmo sempre frizzante e da sapienti piani sequenza di hitchkockiana memoria, che lo trasformano decisamente in un anomalo thriller. Unica nota dolente, il finale, completamente sbagliato e svogliato, quasi troppo “staccato” dal resto del film, manca di mordente e rimane un po’ l’impressione della classica scelta forzata dai produttori… peccato. Per il resto, un buon film. Paradossale ed esagerato, ma divertente. Voto: 7

Wolf

Recensione n.2

Il matrimonio, si sa, è il coronamento dell’amore, la congiunzione di due anime gemelle …. …. ma non sempre le cose vanno per il verso giusto e ci si trova schiavi di convezioni e oppressioni.
Il povero Rafael (Guillermo Toledo) dopo una vita da Don Giovanni, facilitato da suo ruolo di unico commesso in un reparto d’abbigliamento femminile, dovrà appendere il cappello al chiodo a causa di un incidente che lo renderà colpevole di una morte e ricattato, per questo, dalla brutta del reparto che gli estorcerà una promessa di eterna fedeltà.
Una commedia degli equivoci che in modo surreale esprime i sentimenti d’oppressione che molti, in situazioni più normali, vivono di fronte all’altare. Il regista, Alex de la Iglesia, insieme ai suoi interpreti ha il pregio di narrare la storia in chiave profondamente spagnola e quindi così vicina alle nostre corde latine, cercando di mantenere in equilibrio la vocazione grottesca e la leggerezza di stile, offrendoci, così, una pellicola godibile nella sua non pretenziosità.

Valentina Castellani