Speciale The ring- Ringu

La new wave horror giapponese e i suoi effetti sul cinema contemporaneo

Recensione n.1

Riprende la storia da dove era rimasta alla fine del primo episodio, ma stavolta vengono presi gli aspetti piu’ fantastici della vicenda, piuttosto che i risvolti horror e qui ci troviamo di fronte ad una destrutturazione del racconto, dove vengono analizzati quasi metodicamente gli aspetti piu’ primordiali, e ci viene restituito un quadro piu’ approfondito di cio’ che magari non si capiva (o era sfuggito) durante la visione del primo film. C’e’ da dire che la regia e’ molto buona (e’ l’autore dell’originale “Ringu” giapponese), alcune trovate visive sono decisamente molto efficaci e il ragazzino (che questa volta non e’ piu’ una semplice comparsa ma diventa co-protagonista) e’ straordinario e inquietante allo stesso tempo (straordinariamente inquietante?). Purtroppo la storia, sebbene tutto sommato sia abbastanza credibile a fronte degli avvenimenti accaduti, manca di mordente, i personaggi di contorno sono decisamente superflui, e il tutto da’ un po’ troppo l’impressione del forzato, come se girarne un sequel fosse stato un obbligo. In effetti si avverte decisamente un repentino cambio di stile, soprattutto nel come vengono raccontate le cose: se nel primo vi era una storia intrigante che rendeva maggiormente partecipi, condita dal mistero che si risolveva un pezzo alla volta, in questo secondo episodio il deus ex machina poteva benissimo risolversi nei primi minuti di film, il risultato sarebbe stato lo stesso. Un sequel non brutto, ma sotto la classe, rimane un po’ poco. Voto: 6

Wolf

Recensione n.2

Samara è tornata, e stavolta fa più paura.
Nonostante questa possa sembrare la frase che introduttiva alla descrizione di un film trash e completamente privo di senso, in realtà apre le porte verso la dimensione del film horror d’autore.
The Ring Two fa davvero paura ed è assolutamente superbo nell’instaurare un rapporto emozionale con lo spettatore, anche col più restìo.
L’input è simile a quello del film precedente, ma il percorso filmico se ne distacca subito, evidenziando il rapporto viscerale madre-figlio, un rapporto mancante in Samara e fattore scatenante della sua ira.
Ma al di là del contenuto e delle tematiche affrontate, ciò che rende il film superbo è l’architettura filmica. L’immagine spesso si eleva a vera pittura, parla, comunica, esprime emozioni. Ogni fotogramma è curato nei minimi particolari, particolare attenzione al colore, sempre relazionato al contenuto, e all’effetto disturbo, proprio come l’immagine video, e il video è in realtà l’elemento fondante della narrazione. Il montaggio è altrettanto perfetto, e superlativo nei momenti di raccordo fra inquadrature, spesso generati dalla presenza di un oggetto, di un dettaglio, che chiude un’inquadratura e conduce con eleganza verso l’immagine successiva.
The Ring Two è l’apoteosi del digitale, ma di un digitale che si appropria dell’immagine per renderla straordinariamente efficace ed esteticamente bella. E’ l’effetto che dà origine al vero scopo del cinema horror: stabilire un forte rapporto emozionale con lo spettatore, giocando sulla suspance e sulla sottile linea del terrore.
Hideo Nakata ci riesce perfettamente, e dà origine ad uno dei più bei film horror degli ultimi tempi, nonché uno dei primi sequel che non deludono l’accanito spettatore.
Signore e signori sedetevi in poltrona e godetevi lo spettacolo.

Endrio Martufi

Recensione n.3

All’implovviso mi sono fatto plendele anch’io da questa melavigliosa moda di sfluttale i talenti e le collenti filmiche olientali ed ho pensato di cominciale a sclivele la lecensione in questo modo; poi, lileggendola, mi sono detto “eh no, che malloni!”… pelciò…
…perciò rieccomi rientrare nei soliti ranghi dell’abituale beota pseudorecensore logorroico.

Lo dico subito così mi tolgo il pensiero: “The Ring 2” non è all’altezza del primo remake, ma non è assolutamente disprezzabile; un paio di scene, infatti, sono veramente d’effetto (Bambi non è più quello di un tempo…) e la storia, per quanto l’originalità se ne sia andata a farsi benedire con la fine del precedente episodio, alla fin fine regge. A scanso di equivoci è bene specificare che questo non è il remake dell’originale giapponese del 1999 (realizzato, tra l’altro, dallo stesso Nakata, colui che diede il via alla “saga” della vhs che scotta, neanche fosse un pornazzo senza bollino Siae) col quale condivide poco più che il titolo; la storia è differente e si riallaccia proprio alla pellicola con protagonista la bella e brava Naomi Watts (notare che se non fossi così stanco avrei già utilizzato termini come “elettrizzante Naomi Watts” o “Naomi Watts, un vero colpo di fulmine”) ed il suo bimbo con le occhiaie prese in prestito a Benicio Del Toro.

Cosa funziona:

seppur spremutino il soggetto funziona ancora, ma da qui a pensare che ci potranno essere ulteriori episodi senza cadere nella banalità del sequel finalizzato solo a raschiare altri soldi dal fondo del barile… beh, ce ne passa. La storia di “The Ring 2” ha meno respiro del precedente remake di Gore Verbinski, è più volutamente concentrato sui due personaggi principali e mette da parte la leggenda del video maledetto, il che non è necessariamente un male. A proposito: ma è vero che faranno un altro remake attualizzando il soggetto, cioè utilizzando al posto di una videocassetta un dvd? ;o)

Cosa non funziona (a parte la mia rece):

1) i personaggi di contorno diventano un vero e proprio contorno per saziare la fame del solito babau e basta. Certo, cercare spessore in una pellicola horror è, devo ammetterlo, da dementi, però…

2) Va bene che gli orientali sono diventati molto “cool”, tuttavia occhio a non perdere d’occhio il ritmo: personalmente trovo Takashi Shimizu (quello di “The Grudge” e del suo remake americano) molto più occidentale nel dare una certa cadenza al racconto. E qui giù ingiurie a non finire a discapito del sottoscritto “che non capisce un accidente di film orientali non essendo in grado di distinguere un film coreano da uno giapponese ecc. ecc.”, lo so, lo so…

3) Samara… tajate i cavei e va’ a laurà! Oppure, se non altro, cerca di farti vedere un po’ di più nel film, se non ti è di troppo disturbo… (in realtà la produzione ha utilizzato due attrici per la stessa parte e, per non rischiare di far notare le differenze, ha usato extension a go-go…).

Sito del film: www.ring2-themovie.com

BenSG, un cervo a primavera.