Un intervista – documentario che rivela l’anima umana di un personaggio divenuto icona politica come Fidel Castro, tutto o semplicemente questo è la nuova opera di Oliver Stone: Il Comandante.
Nel febbraio del 2002, il regista de Il Gladiatore, decise di volare a Cuba per incontrare il leader maximo, da questo incontro inaspettato è nata un’intervista lunga 30 ore che sono state montate da Oliver Stone, fino ad ottenere Il Comandante, pellicola che ha visto la luce nel 2003 dopo essersi trovata al centro di una vera diatriba che ha fatto si che il film fosse prima distribuito al festival di Berlino e al Sundance e, quasi due anni dopo, nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.
Da Comandante esce fuori un’immagine davvero inedita di Castro, il mito della storia si confronta con il mito del cinema, Oliver Stone, sugli argomenti più disparati: l’amicizia con il Che, la sua passione per il cinema, le sue ossessioni, le sue teorie sulla politica internazionale passata e futura. Davvero un Fidel Castro che esprime una umanità mai narrata prima e raccontata da Stone con uno sguardo d’ammirazione che nonostante tutto non rende l’opera faziosa ma consente di esprimere in maniera più veritiera l’intimità di Castro, come sostenuto dall’esperto Gianni Minà.
Inaspettati gli attimi di commozione al ricordo dell’amico fraterno Che Guevara e delle lotte condivise in
gioventù, così come si presenta sconcertante l’ultimo fotogramma, quando Fidel alzandosi abbraccia con trasporto Stone e la troupe.
Un film che si propone di mostrare quei lati nascosti di una persona divenuta, nel bene e nel male, un mito del XX secolo e che Stone con il suo gusto per le immagini è riuscito ad esprimere in modo coinvolgente e divertente. Un opera da non perdere per il gusto del cinema e della storia.
Valentina Castellani