Regia: Johnny To
Interpreti: Kelly Chen, Nick Cheung, Richie Ren, Cheung Siu-Fai, Hui Shiu Hung
Hong Kong,Cina 2004, dur. 90’ ca.

Da un paio d’anni le sale cinematografiche rimangono aperte anche in estate ma, a differenza di quanto accade oltreoceano, nel nostro paese il cinema nella stagione del solleone non ha ancora attecchito, e per due mesi le multisale (di fatto, solo queste rimangono aperte) replicano fino alla nausea un paio di blockbusters usciti in giugno. Novità davvero poche, tanti horror da due soldi e scalcinate commedie adolescenziali. Quale immensa sorpresa, dunque, l’irruzione sugli schermi, in un caldo 5 agosto, di Breaking News. Che paese strano il nostro, le sale sono vuote, i giornali (anche quelli specializzati) non ne fanno parola, eppure quest’estate, per la prima volta in Italia, esce sugli schermi un film di Johnnie To, maestro hongkongese del cinema di genere specializzato nell’action-noir-poliziesco. Ad onor del vero un buon indizio ci era stato fornito dall’arrivo in versione italiana del DVD di The Mission. To è un artigiano come lo erano i nostri registi della gloriosa stagione dei generi (Castellari, Lenzi, Martino, ma forse il riferimento più corretto va a Fernando Di Leo) possiede una prolificità pazzesca, giungendo a realizzare anche 5 film all’anno. Non tutti, naturalmente, sono capolavori; questo Breaking News, lo dico subito senza peli sulla lingua, lo è. Si tratta di un poliziesco puro, claustrofobicamente ambientato in un’enorme palazzo assediato dall’intera polizia della città, nel quale si sono asserragliati dei delinquenti senza scrupoli, abilissimi nell’utilizzo delle armi da fuoco. To tenta la strada della riflessione sui mass media e ci offre un saggio sulla manipolazione delle immagini ad uso e consumo del potere, argomento particolarmente delicato in questo periodo di “guerre per la pace”, ma la straordinaria resa del film prescinde da questa, pur interessante ma non certo nuova, lettura. Ciò che conta è il meccanismo della messa in scena, i tempi cinematografici calcolati al millimetro perché nessuno dei 90 minuti della proiezione possa inceppare il meccanismo della tensione evocato dal regista. La pellicola inizia con un piano sequenza che resterà, ne sono certo, negli annali del cinema: 7 minuti nei quali To fa di tutto, frantuma in piani spaziali distinti una sequenza di eventi che inevitabilmente andranno ad intersecarsi tra di loro, con una perizia tecnica che ha dell’incredibile. Poi la vicenda si trasforma in una caccia nella quale in binomio guardie-ladri acquista sempre più una decisa ambiguità: è vero che da una parte c’è la polizia e dall’altra i malviventi, ma tra le forze dell’ordine c’è chi sfrutta l’occasione per fare carriera, chi mette in secondo piano anche la vita dei colleghi e degli ostaggi pur di ottenere il favore dell’opinione pubblica. Anche tra i criminali non tutto fila d’amore e d’accordo, e la linea di demarcazione buoni/cattivi viene continuamente messa in discussione: si pensi alla sequenza del pranzo a casa degli ostaggi e, ancora più emblematica, quella nella tromba dell’ascensore ove avviene l’incontro tra il capo “buono” dei poliziotti ed il leader indiscusso della banda criminale. La storia, come spesso avviene quando i registi si dedicano anima e corpo alle immagini, è spesso lacunosa e contiene alcune inverosimiglianze, i caratteri dei personaggi sono elementari, si pensi al capo della squadra anticrimine che per tutto il film non fa che dire “li prenderò quei figli di puttana”. Ma, l’abbiamo detto, la regia di To vola altissimo, solida, robusta, aggressiva e straordinariamente dinamica. Peccato per l’uscita agostana alla chetichella, anche se il futuro potrebbe riservare sorprese: i due film successivi a Breaking News sono approdati ai due maggiori festiva mondiali, Throw Down lo scorso anno a Venezia ed Election pochi mesi fa a Cannes. Anche i festival più prestigiosi pare comincino ad interessarsi al grande, e non più giovane, autore di Hong Kong, speriamo che il pubblico occidentale faccia altrettanto. VOTO: 8½

Mauro Tagliabue