Regia: Christopher Smith
Sceneggiatura: Christopher Smith
Fotografia: Danny Cohen
Musiche: The Insects
Montaggio: Kate Evans
Anno: 2004 Nazione: Germania / Gran Bretagna
Distribuzione: IIF Durata: 85′
Data uscita in Italia: 23 settembre 2005
Genere: thriller-horror
Cast: Kate Franka Potente
Guy Jeremy Sheffield
George Vas Blackwood
Arthur Ken Campbell
Ed ecco uno dei primi thriller europei della stagione.
Annunciato come il film che ha terrorizzato gli spettatori tedeschi e di mezza Europa quest’opera è una modesta rivisitazione del thriller-horror all’insegna della claustrofobia, qui intesa come “spazio chiuso” in generale. Lo spazio chiuso può essere la villa isolata, una cittadina, un bosco dal quale non si riesce ad uscire, ecc.
Creep vede l’interpretazione di Franka Potente, attrice lanciata da quel “gioco” originale che è stato “Lola Corre”, dove lei, in corsa contro il tempo, doveva salvare il suo ragazzo, e poi nel riuscito “La Principessa e Il Guerriero”, entrambi di Tom Tykwer. La scelta di questa attrice non è casuale e il film risente di qualche reminescenza delle due opere citate, soprattutto per ciò che concerne la sua interpretazione, che è quella di una ragazza che decide di andare in un party mondano, ma che finisce per addormentarsi in metropolitana mentre aspetta il convoglio. I cancelli della metro chiudono e lei vi rimane dentro, ma, come potete immaginare, non è sola….
Il film è influenzato parzialmente anche della filmografia che ha caratterizzato il cinema che si è occupato di “metro”, “subway” e “underground” varie….anzi sarebbe interessante che qualcuno facesse una retrospettiva su cinema e metropolitane, ne salterebbero fuori motivi di riflessione interessanti sulla cultura post-moderna. Dai “Guerrieri della Notte” in poi….
Il film complessivamente risulta più vicino a molti B-Movie horror (ma non è una categoria discriminante, anzi, è solo una categoria di “appartenenza”) che a un certo thriller ispanico o francese che si è fatto avanti nel corso di questi anni.
La suspance non manca, però gli effetti e le battute tendono troppo allo stereotipo fino a sfiorare in qualche passaggio la demenzialità. L’eroina fa fatica a infliggere il colpo di grazia al suo carnefice, e questo contro ogni ragionevolezza. Buona com’è non farebbe male a una mosca neanche sotto tortura!
Inoltre in molti film del genere si tende a dare delle motivazioni precise o a fornirci un profilo della personalità del killer, peraltro senza appesantire la struttura dell’opera e la sua essenza di spettacolo. In questo caso però vi si accenna molto alla lontana, ciò è tipico degli horror di serie B. Ma non vi dico altro perché vedere un film deve essere anche una scoperta….
Vi racconto un fatto curioso: i bambini deformi, parti anatomiche o mostruosità varie in contenitori di vetro con liquidi che ne mantengono l’integrità esistono davvero. Il sottoscritto ha visitato per sbaglio una numerosa raccolta di questo “campionario” all’ospedale Forlanini di Roma, in quanto chi vi scrive fu scambiato per un “medico”; l’accesso a questi “materiali” è riservato solo a dottori autorizzati ed a studenti di medicina. E’ appunto una raccolta che è dislocata nei meandri di questo grande ospedale, ed io mi trovai nei pressi per affari cinematografici; essendo in ritardo il mio interlocutore decisi di fare un giro ed entrai in una porta con tale sicurezza (ero vestito in modo molto elegante) che l’impiegato che registra i documenti d’identità non proferì nessuna parola…scambiandomi forse per un primario….Vi si trova davvero l’inimmaginabile, e se non si osserva ciò con piglio scientifico rischiate di sentirvi male….
“Creep” rimane un film consigliato per gli amanti del genere, per chi è un fan di Franka Potente e per chi vuole vedere e godere di un audiovisivo senza troppe pretese, ma con un discreto coinvolgimento.
Non male la musica ed i titoli di apertura.
E poi cerchiamo di sostenere anche un po’ il cinema tedesco, il quale è un po’ in affanno. “Creep” è meglio dei thriller di marca teutonica che vengono trasmessi su Rai 2 il sabato sera (per quelli che rimangono in casa), questo ve lo posso garantire.
Gino Pitaro newfilm@interfree.it