Lei viene dal futuro per correggere il passato ed evitare un conflitto globale. Vi dice qualcosa? In effetti lo spunto alla base di “Terminator” e’ identico. La ragazzina coinvolge nel tentativo di salvare l’umanita’ un assassino dal cuore d’oro assetato di vendetta. Anche questo vi dice qualcosa? Beh, le coppie mal assortite, perdipiu’ con trauma da rimuovere, rimpolpano pagine e pagine di copioni, ma “Leon” e’ un buon punto di partenza. Lui ha uno spolverino in pelle nera (“Matrix” era un concentrato di “lavori in pelle”), lei appare come una barbona ma trova il tempo di andare da un hair-stylist per migliorare il look (il brutto anatroccolo che diventa principessa, inutile citare le migliaia di titoli della stessa serie). I due devono salvare un piccolo extra-terrestre capitato sulla Terra e desideroso di tornare a casa (“E.T.”, non solo nell’idea ma anche nella creatura, sputata a quella di Carlo Rambaldi) e dovranno sparare a destra e a manca fino all’uccisione del cattivo di turno, attraverso un’estetica visiva ormai consunta in cui il tempo sembra potersi fermare per consentire di ammirare la traiettoria degli elementi che vagano nell’aria. Ricercare i film saccheggiati dal brutto “Returner” puo’ essere gioco divertente, ma diventa presto sconsolante. Purtroppo, infatti, la rimasticatura non gode di alcun nuovo rilievo ed e’ semplice indice di una totale assenza di fantasia: storia frusta, sceneggiatura scontata e noiosa, personaggi bidimensionali privi di interesse, effetti digitali a profusione poco entusiasmanti, ritmo blando, coerenza narrativa inesistente. Solo gli attori si salvano, ma la resa recitativa non basta a sollevare le sorti di un copione privo di sorprese, pieno zeppo di luoghi comuni e incerto sul taglio del racconto. Tanto che alla fine i teen-ager, probabili destinatari privilegiati, rischiano di annoiarsi quanto gli adulti.
Luca Baroncini da www.spietati.it