Recensione n.1
Nella commedia, Wedding Crashers, John Beckwith (Owen Wilson) e Jeremy Grey (Vince Vaughn), sono amici stretti da anni e soci in affari. Lavorano come mediatori di divorzio aiutando coppie a raggiungere un accordo. John e Jeremy sono portati dalla convinzione che problemi tra coniugi sono causati, non tanto dai disaccordi per se’, bensi’ dal concetto istituzionale del matrimonio stesso. Questi due eterni scapoli, esercitano dunque la loro convinzione, che la vita deve essere vissuta al massimo e senza impegni. Per arrivare alla loro meta, Jeremy e John, si mettono alla caccia di bellissime donne nei posti piu’ allegri e romantici che ci possano essere: feste matrimoniali.
Dopo aver ammaestrato le regole su come infiltrare matrimoni, i due spendono ogni stagione estiva frequentando qualsiasi matrimonio che li capita: sia Ebraico, che Irlandese, Italiano, Cinese o
Indiano. Cercando di non attirare sospetto, John e Jeremy assumono un’identità falsa ed individuata ad ogni matrimonio. Mentre rinvigorano la festa, cercano di adescare donne guidate dalla prospettiva di matrimonio.
Purtroppo, le cose cambiano quando si presentano al matrimonio di Cristina (Jenny Alden), la figlia del Segretario della Tesoreria, William Cleary (Christopher Walken), e sua moglie Kathleen (Jane Seymour). Il matrimonio di Cristina è l’avvenimento più prodigo sociale dell’anno ed e’ da non perdere.
Al matrimonio dei Cleary, John e Jeremy puntano i loro occhi sulle due bellissime damigelle d’onore Claire (Rachel McAdams) e Gloria (Isla Fisher) Cleary. Il fascino di Jeremy conquista Gloria ma in poco tempo Jeremy, terrificato dall’immediato aggrappamento affettuoso di Gloria, corre urgentemente da John per aiuto. La fuga immediata di Jeremy da questa “emergenza appiccicante” viene impedita dal implacabile desiderio di John di vincere il cuore della bellissima Claire.
Ignorando l’emergenza di Jeremy, John si affretta ad accettare un invito alla villa che gli e’ stato esteso dalla famiglia Cleary. John realizza che avere un momento con Claire si mostra di essere più complicato del previsto a causa di Sack, il fidanzato di Claire, e la Sig.ra Cleary che e’ inclinata al flirt.
Alla villa, John e Jeremy incontrano una serie di mis-avventure comiche con la famiglia Cleary, i quali membri includono: L’importante Segretario della Tesoreria William Cleary; la Sig.ra Cleary che sussura a John che è sposata da 30 anni, ma fedele per soltanto due; la dolce Nonna Mary Cleary (Ellen Albertini Dow), che fa commenti impropri; Todd Cleary (Keir O’Donnell) il figlio tormentato da problemi emotivi; e Sack (Bradley Cooper) il fidanzato maniaco di Claire.
La forza di questa commedia è nel rapporto tra il superbo cast, e nelle scene piene di energia. Vince Vaughn e Isla Fisher rubano una scena dopo l’altra con la loro posatezza e controllo.
La costumista Denise Wingate, il decoratore Garrett Lewis, ed il direttore della fotografia, Julio Macat, arricchiscono le festività delle scene dei matrimoni, e con l’utilizzo di decorazioni distintivamente autentiche.
Nel film Wedding Crashers John e Jeremy muovono il pubblico tra intrecciamenti ilari. Le loro avventure, mettono in prova la validita’ delle loro regole su come infiltrare matrimoni e la loro stretta amicizia.
Wedding Crashers e’ una commedia che garantisce di riempire il teatro con tante risate scatenate.
ESTER MOLAYEME
Los Angeles, California
Recensione n.2
Lo spunto, anche se non particolarmente originale (gli “Amici miei” di Monicelli erano maestri di burle analoghe), e’ divertente: imbucarsi ai matrimoni per mangiare, bere e incontrare giovani donzelle da sedurre. Per i due scapoli impenitenti, protagonisti della pellicola di David Dobkin (specialita’ videoclip, tra gli altri John Lee Hooker e Coolio), la parola d’ordine e’ ingannare il prossimo con allegria. Dopo un avvio spumeggiante e dalle premesse cinico-trasgressive, pero’, il film ritorna presto in carreggiata seguendo la piu’ che rodata, tritissima, strada della storia d’amore contrastata e zuccherosa, con l’ulteriore aggravante di inciampare in tutti i piu’ classici luoghi comuni della recente commedia americana. A partire dall’ambientazione. Chissa’ perche’ dinamiche universali, come il fatto di temere un legame affettivo o di non volere responsabilita’, per aprirsi un varco nell’interesse del pubblico (e dei produttori) devono per forza svilupparsi nel lusso piu’ sfrenato. Non puo’ poi mancare la tappa sportiva, con la partita di football americano e il relativo contorno di cadute, tiri sbagliati e figuracce. E puo’ non esserci la dichiarazione pubblica del proprio amore (vero topos d’oltreoceano) davanti allo stupore della folla e allo scioglimento dell’innamorata, fino ad allora dubbiosa ma recalcitrante? Prima pero’, e’ necessaria la cena degli equivoci sotto l’occhio severo del capofamiglia. Quello che irrita maggiormente e’ la spudoratezza fasulla, con masturbazioni sotto al tavolo, telefonate hot, ottuagenari turpiloqui, sedute sadomaso, agguati gay, quando poi la sostanza si limita a moraleggiare, con l’arrivo del vero amore a far mettere la testa a posto ai due immaturi playboy da strapazzo. Banalita’ del percorso a parte, (che il loro peso ce l’hanno, eccome!) il film ha un discreto ritmo e qualche momento spassoso, ma lo sguardo sulla realta’ scompare in fretta per cedere il posto alle gag. Tra le tante piacionerie della sceneggiatura, un aspetto risulta particolarmente vago (ed e’ grave, visto che e’ il fondamento del soggetto): come fanno i due protagonisti a imbucarsi? Vengono mostrati idoli delle feste ma non si capisce come riescano ad intrufolarsi, ad esempio, tra gli ospiti selezionati di uno dei matrimoni piu’ blindati dell’anno (la figlia del Segretario del Tesoro). E poi, possibile che dopo tanta convinta gavetta i due single ci caschino proprio con due sorelle ricchissime e nell’ambito dello stesso week-end, per di piu’ ricambiati? Tra i due interpreti principali, entrambi scatenati, Vince Vaughn ha simpatia, verve e la giusta mimica, mentre la popolarita’ di Owen Wilson continua a restare un mistero. Per tacere dell’imbarazzante cameo dell’idolo U.S.A. Will Farrell. Costruito per compiacere il pubblico americano (che ha risposto in massa con un inaspettato incasso di oltre 200 milioni di dollari) il film avra’ vita piu’ dura in Italia, dove l’immaginario e’ stato colonizzato ma non ancora completamente sostituito e dove la distribuzione continua a sbagliare i titoli e a pasticciare nel (non facile) doppiaggio.
Luca Baroncini da www.spietati.it