Scheda film
Regia: Carlo Lavagna
Sceneggiatura: Carlo Salsa, Carlo Lavagna, Chiara Barzini
Fotografia: Hélène Louvart
Montaggio: Lizi Gelber
Scenografie: Fabrizio D’Arpino
Costumi: Zazie Gnecchi Ruscone
Musiche: Emanuele De Raymondi
Italia, 2015 – Drammatico – Durata: 83′
Cast: Ondina Quadri, Massimo Popolizio, Valentina Carnelutti, Corrado Sassi, Blu Yoshimi, Eduardo Valdarnini
Uscita: 24 settembre 2015
Distribuzione: Cinecittà Luce

Sale: 18

Alla ricerca di sé

«Sono nato due volte, anzi tre: bambino la prima un giorno stranamente caldo di gennaio, a Roma, pochi anni più tardi bambina, questa volta sulle colline boscose dell’Italia centrale e mia madre mi mise il nome Arianna. La terza volta sono nata io, l’estate in cui mio padre riprese la casa sul lago dov’ero cresciuta, ma per questo ci son voluti vent’anni…». È così che parte Arianna di Carlo Lavagna. Con queste parole, la nostra protagonista inizia a incuriosirci e, al contempo, ad ambientare lo spettatore, che comincia a immergersi in un coming of age molto intimo. A tal proposito ci sentiamo subito di sottolineare come l’interprete, Ondina Quadri, sia stata generosa nel donarsi al suo personaggio, che è sì alla scoperta di sé e, in parte, anche dell’altro, ma il tutto accade come se fosse naturale e spontaneo. A tratti si ha quasi la percezione di assistere in presa diretta, quasi Arianna fosse una nostra amica. Non è semplice mettere in scena e affrontare alcuni argomenti senza risultare gratuiti, ma Arianna ci riesce totalmente creando, fotogramma dopo fotogramma, un’empatia con il pubblico e, secondo noi, questo accade indipendentemente dall’età o dall’essere donna o uomo.
La protagonista ha diciannove, ma intuiamo sin da subito che non ha vissuto alcune fasi dell’adolescenza o della pubertà. Non è subito chiaro il motivo perché si desidera che la platea di turno faccia con lei questo viaggio non solo di scavo nel suo passato, ma anche di conoscenza e consapevolezza del proprio corpo e di quello altrui.
Apprendiamo che sta assumendo degli ormoni e questo le provoca fastidio. L’occasione per fare un salto indietro ideale nel tempo (e non solo) è data dalla decisione dei suoi (delicatamente interpretati da Valentina Carnelutti e Massimo Popolizio, protettivi, ognuno a proprio modo) di tornare alla casa sul lago di Bolsena dov’era stata da piccola. Non è facile tornare in un posto che si pensa di aver lasciato, è questa la posizione di sua madre, si ha quasi la percezione di un rimosso e che quel suo gesto di togliere i teli e aprire le persiane non appena arrivati, forse, avrebbe voluto non farlo.
L’atto di fare i conti con la propria identità può avere spazio, soprattutto, quando Arianna rimane da sola, mentre i genitori rientrano in città. Cosa significa essere femmina? Come si incontra la propria sessualità? Sono solo alcune delle domande che l’attraversano. Lei, però, non è completamente isolata, interagisce con sua cugina (Blue Yoshimi), con i coetanei e sono anche questi incontri che la porteranno a toccare/toccarsi e a sfiorare la natura col desiderio di afferrare la propria. La cura dimostrata nel mettere in scena l’ambiente che la circonda (dai boschi all’acqua e ai paesaggi naturali in cui perdersi) vuole anche richiamare sottilmente e idealmente il mito legato a ciò che Arianna ha.
Lavagna tratta questi temi così poco esplorati, in particolare nel nostro cinema, con una delicatezza di sguardo e di approccio della macchina da presa che entra in punta di piedi nei passi che Arianna compie verso la propria rinascita. È vero che il caso messo in scena dal film(deficit di 5-alfa-reduttasi)  non è iperdiffuso, ma uno dei meriti di questo esordio sta nel creare suggestioni anche al di là dell’ermafroditismo. Molte delle domande che si pone Arianna la accomunano ai giovani che frequenta, il rapporto con gli adulti e anche come diventare adulti metabolizzando anche alcune verità e “sistemi” – certo, il resto, fa parte della sua storia personale. «Arianna è un film che viene da lontano, da un inatteso gesto dell’inconscio di un bambino che un giorno sogna di essere donna e da allora si trova a confrontarsi con una domanda fondamentale a cui non aveva pensato: perché ci è data questa identità e non un’altra? Quel bambino sono io a nove anni e i sogni in cui immaginavo di essere altro da me mi hanno accompagnato a lungo durante quella tarda infanzia in cui ci si comincia a interrogare sulla propria esistenza terrena. Il precipitato di quei sogni, forse il riemergere delle loro memorie, sono l’origine emotiva di questo film. Arianna è un film che s’interroga sul rapporto tra potere e anormalità e sulle conseguenze del loro conflitto». Ecco, queste riflessioni del regista denotano come al di là del caso in sé che riguarda la protagonista, la pellicola possa toccare corde in ognuno di noi.
Arianna è stato presentato in concorso alle Giornate degli Autori 2015, sezione autonoma e parallela, della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Qui Ondina Quadri ha ricevuto Premio FEDORA Miglior Attrice Esordiente e Premio NuovoImaie Rivelazione. La pellicola ha ricevuto il Premio Laguna Sud come Migliore scoperta italiana.

RARO perché… almeno da noi, per certe tematiche non siamo ancora pronti!

Voto: 7

Maria Lucia Tangorra