Nessuno vuole la notte è un film sul paesaggio ghiacciato implacabile che separa e disegna queste due donne insieme durante la lunga attesa per l’uomo che amano in modi diversi.

La regista spagnola Isabel Coixet ha aperto la Berlinale con il suo ultimo e più ambizioso film fino ad oggi, nessuno vuole la notte. Basato su una storia sembra vera e persone reali, si tratta di un film di forte impatto visivo, una storia cruda e angosciante di amore, tradimento e conflitto culturale. E tuttavia, è forse questa ambizione che mette in evidenza alcuni problemi narrativi gravi che, hanno reso il film in parte imperfetto.

Juliette Binoche interpreta Giuseppina Peary, moglie del Robert Peary esploratore artico e primo scopritore del Polo Nord. E’ venuta a Ellesmere nel 1908 per essere vicino al marito in quello che dovrebbe essere la sua ultima spedizione alla scoperta del Polo Nord. Consigliata da molti, compreso   Bram Trevor (Gabriel Byrne) di aspettare al villaggio più vicino, lei insiste per andare a un campo base a distanza in attesa di suo marito. Lì, incontra Alaka (Rinko Kukuchi), una ragazza Inuit.

Data la sua impostazione nel 20esimo secolo, Coixet e sceneggiatore Miguel Barros vogliono rendere chiara l’ignoranza e insensibilità culturale (per usare un eufemismo) dei bianchi che amano il paesaggio ma disdegnano le persone. Spinto da un amore ossessivo per il marito, Josephine ignora i pericoli evidenti, anche di vita. Gran parte del film è dedicata alla sua lenta discesa nella follia e la degradazione causata da circostanze fisiche estreme. Finisce la legna, finisce il cibo, ma il marito non arriva….

Questo è il tipo di ruolo adatto alla Binoche. Certamente, una storia di persone provenienti da mondi diversi che sopravvivono insieme è uno scenario non è necessariamente nuovo, ma è raro che si tratti di due donne. Coixet sottolinea sia l’estraneità di Josephine al Nord, che l’estraneità di Alaka nel tentativo di portare di Josephine alla sua cultura.

Una voce fuori campo viene usata per spiegare alcune delle informazioni storiche, ma anche a volte per descrivere le emozioni di Josephine. Inoltre, il dialogo è un po ‘troppo rigido e formale, strano per il regista. Si poteva dare ai personaggi nativi di gran lunga maggiore profondità di espressione, in realtà Alaka sembra a tratti piu ridicola che realistica.

C’è molto da ammirare in nessuno vuole la notte, ma non possiamo fare a meno di sentire un po’ freddo questo film che più che un dramma storico, pare essere un dramma sulla follia di una moglie abbandonata.

Vito Casale