Scheda film
Regia e Soggetto: Claudio Cupellini
Sceneggiatura: Claudio Cupellini, Filippo Gravino e Guidoo Iuculano
Fotografia: Gergely Pohárnok
Montaggio: Giuseppe Trepiccione
Scenografie: Paki Meduri
Costumi: Mariano Tufano
Musiche: Pasquale Catalano
Suono: Angelo Bonanni
Italia/Francia, 2015 – Drammatico – Durata: 125′
Cast: Elio Germano, Astrid Bergès-Frisbey, Valerio Binasco, Paolo Perobon, Elena Radonicich, Antoine Oppenheim, Pino Colizzi
Uscita: 5 novembre 2015
Distribuzione: 01 Distribution
Due cuori in inverno
Non è un film sui ghiacci dell’Artide, né sulle avventure del compianto Ambrogio Fogar. L’esotismo del titolo è tutto racchiuso nel nome di una discoteca, che avrà un ruolo letteralmente centrale nella storia. Il freddo che ispira è solo, sporadicamente, in qualche cuore.
Fausto (Elio Germano) è un giovane cameriere di un lussuoso albergo in Francia. Un giorno su una terrazza incontra un’aspirante modella, Nadine (Astrid Bergès-Frisbey, vista già come sirena in ∞Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare), svogliata quanto attraente. Tra i due è una sorta di colpo di fulmine, tra due che non vorrebbero esser lì, che li spinge ad infilarsi in una faraonica suite meno disabitata di quanto avevano previsto. Una colluttazione con il cliente porta Fausto ad essere licenziato ed a farsi un soggiorno nelle galere francesi. L’amore tra i due comunque non cede né perde colpi. Fausto e Nadine si ritrovano in Italia, dove il ragazzo si lascia convincere da una conoscenza comune, il gradasso e cinico dal cuore d’oro Sandro (Valerio Binasco), ad entrare in società nell’apertura di un locale: l’”Alaska”. Mentre il loro amore attraversa, come tutti gli amori, alti e bassi, la sorte sembra arridere a Fausto, portandolo a conoscere una facoltosa ragazza, Francesca (Elena Radonicich), figlia di una ricca famiglia alberghiera, presso la quale farà carriera. Per Nadine, commessa in un bar, le cose vanno invece meno bene, come anche in seguito per Sandro. Ma l’amore non muore…
Dopo il non disprezzabile Una vita tranquilla, che già aveva un’ambientazione internazionale, con il film successivo Claudio Cupellini ritenta la strada della pellicola di ampio respiro, varcando i confini nazionali e tentando strade quantomeno insolite per il cinema italiano. Alaska infatti ha il merito di procedere con un ritmo sostenuto e senza grossi intoppi, grazie particolarmente ad una discreta scrittura che prevede un andamento circolare: all’inizio in galera in Francia ci finisce l’italiano Fausto, alla fine in Italia ci va la francese Nadine, entrambi a causa dell’infrangimento di un sogno, magari non proprio adamantino.
“Certi amori non finiscono / fanno dei giri immensi e poi ritornano / amori indivisibili, indissolubili, inseparabili”, cantava Antonello Venditti e così più o meno sceneggia Cupellini insieme a Filippo Gravino e Guido Iuculano. A loro si perdonano anche diverse imperfezioni, come certi cambi di registro forse troppo repentini, benché funzionali o alcuni personaggi di contorno, come quello interpretato da Marco D’amore, un bullo/meteora senza spessore, o la scelta per lo stesso Sandro di un Valerio Binasco cui qualcuno dovrebbe prima o poi ricordare di scendere dal palcoscenico.
Per il resto Alaska, col racconto di questo amore tormentato, ma sempre vero, funziona, anche grazie ai suoi due protagonisti, Germano e la Bergés-Frisbey, bravi e sinceri.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti