Alzi la mano chi non ha mai visto “Il Laureato” di Mike Nichols, anno 1967, vero film-icona di una generazione americana che andava trasformandosi dal perbenismo provinciale alla “liberazione” moderna. “Vizi di famiglia” racconta di come Sarah, la Aniston, causa il matrimonio della sorella, torna nella lontana Pasadena da New York e scopre, inaspettatamente, che l’arzillissima nonna (la MacLaine), la defunta madre e il padre sono in realtà i veri protagonisti del romanzo “Il Laureato” (e del film seguente).
Fatti i dovuti calcoli temporali pensa così di non essere figlia del padre ma proprio dell’uomo che ha strappato la madre al matrimonio dopo aver “concupito” la nonna. Lo va a cercare e lo trova: uno splendido Kostner nei panni dell’uomo di mezza età che conserva ancora un fascino dongiovannesco. Ma le cose non sono andate come la bella Sarah pensa e, scongiurata la diversa paternità, cade nelle braccia dell’uomo che così fa tris in famiglia (nonna, madre e figlia). Le gioie del fidanzamento (con Mark Ruffalo) non fanno per la Aniston, che tra le braccia di Kostner, ripensa alla sua vita per arrivare, tra qualche peripezia, alla conclusione che forse è meglio rimettere tutte le cose a posto per l’inevitabile l’happy end.
Commedia ben congegnata e divertente, scorrevole e in più punti divertente, grazie soprattutto al ritratto di nonna terribile della MacLaine, per l’occasione in spolvero professionale clamoroso. Se proprio si vuole trovare qualche difetto nella sceneggiatura, possiamo criticare il finale un pò “diluito” e retorico, come si confà, in realtà, a tutte le commedie romantico-brillanti che si rispettino.
Buona la regia, nemmeno troppo “compressa” dall’inevitabile andamento di genere del film.
Ottimi gli attori, primo fra tutti Kostner, che mette in mostra rughe e un pò di pancetta aprendosi un nuovo spiraglio nella carriera. Bene la Aniston, anche se dovranno passare molti film prima che si lasci alle spalle l’immagine troppo televisiva che la perseguita, e spettacolare la MacLaine, supportata da brevi ma fulminanti dialoghi che ne fanno la beniamina del pubblico in sala.
Montaggio e fotografia degni di rispetto e una colonna sonora che riprende lo stile del film “Il Laureato” senza eccedere nella citazione. Azzeccate anche le scenografie e le location californiane da cartolina, tra le bellezze della Baia di San Francisco, la Napa Valley con le sue viti e il provincialismo “urbano” di Pasadena.
Insomma, un ottimo prodotto che richiama antiche glorie della commedia made in Hollywood lontano dagli sconquassi dei super blockbuster americani. Anche se, bisogna ammetterlo, non si puo’ certo parlare di cinema off o “indipendente” visto il blasone e il seguito dei tre protagonisti.
Magari un film che non rimarrà nella storia come il citatissimo “Laureato”, ma un’ottima alternativa per una serata nelle ormai esaurite vacanze invernali. Facciamo tutti il tifo per un Oscar come non protagonista per la MacLaine. Aspettiamo solo che accetti nel prossimo film un ruolo da bisnonna…
VOTO: 7
ANDREA W. CASTELLANZA
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