Festival Internazionale di Berlino 2005 – Miglior Film “ Sezione Panorama”
Tribeca Film Festival 2005 – Miglior attrice
Deauville Film Festival 2005 – Migliore Sceneggiatura
Un ragazzo disadattato vive di espedienti per le strade di New York. Il suo desiderio più grande è trovare il padre mai conosciuto. Ma l’incontro tanto sognato lo metterà di fronte alla più inaspettata delle rivelazioni: il padre non è più l’uomo che lo ha concepito, ma un transessuale in procinto di sottoporsi all’intervento definitivo per diventare donna.
Felicity Huffman, vincitrice dell’Emmy per la serie TV Desperate Housewives, recita la difficile parte del padre transessuale.
Sito ufficiale www.transamerica-movie.com
GOLDEN GLOBES 2006
FELICITY HUFFMAN MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
TRANSAMERICA NELLE SALE ITALIANE IL 10 FEBBRAIO
DISTRIBUITO DA DNC ENTERTAINMENT
Poche ore fa, nel corso della cerimonia di premiazione della 62.ma edizione dei Golden Globes tenutasi a Los Angeles, FELICITY HUFFMAN ha ricevuto il Golden Globe come Miglior Attrice in un Film Drammatico per la sua interpretazione nella commedia drammatica TRANSAMERICA.
La scelta coraggiosa dell’ex casalinga disperata di calarsi nel ruolo molto rischioso e affatto glamour di un transessuale alle prese con la paternità è stata premiata con la ambitissima statuetta che conduce agli Oscar.
La Huffman aveva accettato con passione la proposta del regista e sceneggiatore DUNCAN TUCKER di mascolinizzarsi, abbassare il tono vocale di una ottava, indossare scomoda biancheria contenitiva e sfoggiare guardaroba e make up improbabili per impersonare Bree, il transessuale biologicamente maschio in attesa di sottoporsi all’intervento chirurgico definitivo.
Oltre che per le sue sbalorditive trasformazioni fisiche, la Huffman è stata acclamata a livello internazionale per la sua geniale performance a carattere tragicomico che, puntando sull’autoironia, commuove e fa meglio comprendere il disagio di quanti si trovano a dover scegliere tra l’alienazione dalla società o l’alienazione da se stessi.
Felicity Huffman è affiancata dall’esordiente KEVIN ZEGERS nel ruolo di Toby, il figlio scapestrato saltato fuori da un passato che Bree vuole rimuovere. Nell’esilarante ruolo dei genitori di Bree, FIONNULA FLANAGAN (The Others, Svegliati Ned, Four Brothers, Ya-Ya Sisters) e BURT YOUNG (Rocky, C’era una volta in America).
PRINCIPALI RICONOSCIMENTI: :
ACADEMY AWARDS 2006 – NOMINATIONS: |
FELICITY HUFFMAN – MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
TRAVELIN’ THRU (Dolly Parton) – MIGLIOR CANZIONE ORIGINALE
GOLDEN GLOBES 2006 – MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA | |
SCREEN ACTORS GUILD AWARD -nomination MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA | |
TRIBECA FILM FESTIVAL – MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA | |
BERLINO FILM FESTIVAL – SIEGESSAULE READER’S PRIZE AL MIGLIOR FILM | |
DEAUVILLE FILM FESTIVAL – MIGLIORE SCENEGGIATURA | |
WOODSTOCK FILM FESTIVAL – MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO | |
NATIONAL BOARD OF REVIEW – MIGLIORE ATTRICE |
FESTIVAL:
Nel 2005, TRANSAMERICA ha partecipato con successo ai festival di: |
BERLINO, TRIBECA, TORONTO, LONDRA, CHICAGO, DEAUVILLE, SAN FRANCISCO, WOODSTOCK, TAIPEI, ZURIGO, MILL AVLLEY, VIENNA, AUSTIN, SAN DIEGO, ASPEN, PALM SPRINGS, NEW YORK, MILLWAUKEE, FLORIDA.
“ILARE E DECISAMENTE TOCCANTE. UN DEBUTTO ALLA REGIA TRIONFALE”
VARIETY
“UN ROAD MOVIE DI UMORISMO DELIRANTE. INTERPRETAZIONI STRAORDINARIE, SCENOGRAFIE ECCELLENTI, FOTOGRAFIA MEMORABILE”
HOLLYWOOD REPORTER
“LA PERFORMANCE DI FELICITY HUFFMAN E’ ECCITANTE. DEFINIRLA CONVINCENTE E’ RIDUTTIVO: E’ UNA PERFETTA METAMORFOSI”
NEW YORK TIMES
“FELICITY HUFFMAN E’ UNA MERAVIGLIA, DIVERTENTE E CORAGGIOSA. LA SUA INTERPRETAZIONE E’ TRA LE MIGLIORI DELL’ANNO”
LOS ANGELES TIMES
“CAST SUPERBO, L’INTERPRETAZIONE DELLA HUFFMAN DA OSCAR”
ROLLING STONE
CAST PRINCIPALE
BREE FELICITY HUFFMAN
TOBY KEVIN ZEGERS
ELIZABETH FIONNULA FLANAGAN
MARGARET ELIZABETH PEÑA
CALVIN GRAHAM GREENE
MURRAY BURT YOUNG
DOPPIATORI
BREE ANGIOLA BAGGI
TOBY FABRIZIO DE FLAVIIS
ELIZABETH RITA SAVAGNONE
CALVIN GIORGIO LOPEZ
MURRAY MICHELE GAMMINO
DIREZIONE DOPPIAGGIO ROBERTO CHEVALIER
SINOSSI
“ Un film sul ritorno alla propria famiglia, alla propria comunità, infine a se stessi. Dedico questo premio a tutti gli uomini e le donne che affrontano l’ostracismo, l’alienazione e l’emarginazione per difendere la propria vera identità. ”
–Felicity Huffman (alla cerimonia di consegna del Golden Globe come Migliore attrice Protagonista)
TRANSAMERICA narra la storia di Bree (Felicity Huffman), un transessuale donna, elegante, colto, alquanto tradizionalista e, soprattutto, dotato di una forte autoironia. Bree vive in un quartiere poco abbiente di Los Angeles e si barcamena tra due lavori per mettere assieme i soldi per l’intervento chirurgico utile alla sua ridefinizione sessuale.
Una telefonata inaspettata da parte di Toby (Kevin Zegers), un teenager sregolato alla ricerca di suo padre, riporta a Bree la notizia scioccante che una relazione eterosessuale avuta nella sua passata vita da uomo ha generato un figlio. Bree non ha nessuna intenzione di conoscerlo, ma dovrà cedere alle pressioni della sua psicoterapeuta, che non è disposta a concederle l’autorizzazione legale per l’intervento finché non avrà affrontato il ragazzo e – attraverso di lui – il suo passato.
A malincuore, Bree darà fondo ai suoi risparmi per volare a New York e prelevare Toby dal penitenziario di turno. Consegnato a lei senza molte spiegazioni, Toby scambia Bree per una missionaria Cristiana in opera di redenzione e conversione, e Bree, poco pronta al ruolo di genitore, prende al volo l’occasione per tenere celata la propria identità.
Quando il ribelle Toby cerca di sfuggire alla custodia di Bree per avventurarsi verso Los Angeles alla ricerca del padre tra autostop, droga e pornografia, Bree va in panico, vedendo i piani per la sua nuova vita messi a repentaglio dalla condotta del figlio. Si offre dunque di accompagnarlo in auto all’altro capo del paese, mentre segretamente progetta di riconsegnarlo al patrigno da cui Toby è scappato.
Tra le innumerevoli bugie e manipolazioni reciproche, Bree e Toby si ritrovano ad affrontare insieme un viaggio inaspettatamente plasmante attraverso l’America.
SULLA REALIZZAZIONE DI TRANSAMERICA
“Cosa fa una donna nel ruolo di un uomo che diventa una donna?”
— Felicity Huffman
Felicity Huffamnn è tra i rari artisti che hanno dimostrato non solo una grande versatilità ma anche una assoluta libertà nello scegliere i ruoli interpretati tanto a teatro quanto su piccolo e grande schermo. Innumerevoli premi e candidature hanno coronato il suo impegno sia come fondatrice dell’Atlantic Theatre Company di New York col marito William H. Macy e David Mamet, sia come interprete di duri ruoli femminili in serie Tv (Desperate Housewives, Sports Night) e lungometraggi (Magnolia).
Ma con TRANSAMERICA la Huffman per la prima volta regge un intero film. La sua interpretazione di Bree – un transessuale biologicamente maschio in procinto di sottoporsi all’intervento definitivo – è una trionfale trasformazione, uno sbalorditivo esempio della possibilità per un attore di annullarsi per appropriarsi delle sembianze e della psicologia di un’altra persona.
TRANSAMERICA comincia con immagini e suoni bizzarri: una donna che, rivolta alla telecamera, si esercita nella modulazione della voce. In realtà si tratta di un video guardato da Bree per aiutarsi a diventare donna. Eppure, il regista Duncan Tucker ha più volte sottolineato che, anche se il protagonista principale è un transessuale, TRANSAMERICA non è un film sulla transessualità. Ossia, come Tucker ha brillantemente sintetizzato alla Huffman quando le ha proposto la parte: “Transamerica non è un film su quello che hai sotto la gonna”.
“Dare vita a Bree – dice la Huffman – significava dare corpo alla sensazione di sentirsi alienati rispetto alla propria essenza, sentirsi degli impostori. E accettare il ruolo era più che arrischiato, era pericoloso. Specialmente per me che non sapevo nulla a proposito dei transessuali. Cosa fa una donna nel ruolo di un uomo che diventa una donna? Forse si trasforma prima in uomo per poi sforzarsi di far prevalere la propria parte femminile?”
Il produttore Sebastian Dungan ritiene che: “ Felicity è stata coraggiosa ad accettare il ruolo di Bree, poiché il rischio di essere fraintesi è molto alto. Ma la Huffman è un’artista profondamente onesta e una persona che ama la sfida, dunque non credo che si sia preoccupata di come sarebbe stata percepita o del glamour. Ha capito immediatamente le potenzialità del ruolo e ci si è immersa. “
I produttori di TRANSAMERICA hanno sempre avuto idee molto chiare riguardo al tipo di artista che avrebbero voluto nel ruolo di Bree.
“L’operazione di casting per Bree è stata la parte più intricata nella realizzazione del film – ricorda Dungan – I più suggerivano di prendere un attore maschio, ma l’ultima cosa che volevamo era che Bree apparisse come un uomo travestito da donna. Oltretutto, trasformare un uomo in un perfetto transessuale donna sarebbe stato complicato e dispendioso da tutti i punti i vista.”
Nonostante ciò, la Huffman ha affrontato un radicale processo di trasformazione fisico e psichico per prepararsi a interpretare Bree. “ Era necessario assimilare la fisicità del ruolo e la vita interiore dei transessuali, oltre alle prove cui il fisico è sottoposto in quei casi. Mi è stato raccontato nei dettagli il doloroso stadio post-operatorio e il brillante costumista Danny Glicker si è addirittura informato sui dettagli del bendaggio utilizzato.”
Tucker aggiunge: “In genere si pensa alle donne transessuali come a qualcuno di strano aspetto, perse in un limbo tra maschile e femminile. Accade perché siamo in grado di notare solo chi di loro ha una certa visibilità, mentre ogni anno centinaia di “invisibili” operano una transizione che gli permette di passare inosservati.”
Perché Bree apparisse, parlasse, camminasse e vestisse come un transessuale che punta ad essere “invisibile”, la Huffman e l’intero staff di TRANSAMERICA hanno curato i minimi dettagli.
La Huffman ha cominciato col chiedersi: “Come si muove una donna? Come siede, come si comporta?”. E aggiunge: Ho avuto un coach meraviglioso: Danea Doyle, che insegna ai transessuali donna a comportarsi come donne vere. Ho dovuto imparare a rifare tutto da un nuovo punto di vista: come camminare, o come posizionare mani e braccia, poiché negli uomini sono più lunghe e dunque mi sono sforzata di tenere i gomiti aderenti al corpo e le mani giunte. Strano ma vero, la maggior parte del mio training ha puntato a rendermi più femminile. Per la trasformazione della voce ci siamo rivolti ad Andrea James, un transessuale che insegna a ritrovare i toni femminili nella propria voce. Questa è la parte più difficile. Puoi anche sembrare una top model ma se hai la voce di Tony Curtis in A qualcuno piace caldo è un bel problema. Nel mio caso, dovevo sembrare un uomo che non riesce pienamente ad avere una voce da donna. Il mio coach si è ritrovato a insegnare a una
donna a parlare come un uomo che cerca di essere una donna… Parlare per me era diventato un problema, la mia voce da donna/uomo/donna era qualcosa di imbarazzante, ho fatto di tutto per evitare di emettere suono.
Elementi più frivoli del personaggio Bree e tuttavia fondamentali erano le pettinature, il trucco e il guardaroba.
Duncan Tucker ricorda: “Quello di cui avevamo bisogno era qualcosa di molto accurato e femminile e appena sopra le righe. Il nostro make up artist Lynn Campbell – lo stesso di Sex and the City – ha fatto in modo da accentuare i lineamenti spigolosi di Felicity per renderla più maschile. Si è scelto di applicare un fondotinta molto coprente e più scuro di un tono rispetto a quello che sarebbe stato appropriato, per sottolineare la poca familiarità di Bree col make up.
Jason Hayes ha creato per noi delle costosissime parrucche con capelli autentici, che abbiamo potuto permetterci solo perché Jason, credendo molto nel film, ci ha fatto pagare un decimo del loro valore. La parrucca realizzata ha esattamente l’aspetto che dovrebbe avere la capigliatura di un uomo di mezza età in piena terapia ormonale.
Per i costumi di Bree, abbiamo pensato a quei vestiti che si ordinano dai cataloghi di moda, poiché il personaggio di Bree avrebbe sicuramente avuto problemi a fare normale shopping in pubblico. Il costumista Danny Glicker e Felicity Huffman hanno scelto colori pastello e ultra-femminili. I foulard sarebbero stati una costante, per nascondere il collo, ampie giacche per nascondere il busto, gonnellone per nascondere le gambe – tutto improntato a coprire il più possibile. “
La Huffman fa notare che “ …prima dell’intervento definitivo la candidata deve vivere come per almeno un anno nelle vesti di una donna, in tutti i sensi. Per un uomo che di punto in bianco deve cominciare a indossare tacchi alti e make up per andare in ufficio o a fare la spesa deve essere terribile. Ho cominciato a capire quanto possano essere eroiche queste persone: se sono coraggiose abbastanza per lottare per quel che realmente sono, vengono etichettate come ‘diverse’ e ostracizzate dalla società. Se invece scelgono di non farlo, si alienano da se stesse. Ho cominciato le mie ricerche per la preparazione al film ritenendo le persone affette da disforia sessuale interessanti ma, nel migliore dei casi, delle bizzarre anomalie; entro la fine del film ero già convinta che siano i più coraggiosi al mondo.”
Il produttore Sebastian Dungan ci ricorda che “Felicity Huffman ha creato un’intera gamma di movimenti, tic, toni vocali che hanno fortemente modificato la sua persona, al punto che quando il marito William Macy, produttore esecutivo del film, ha portato le due figlie sul set a salutare la madre, la più piccola non si lasciava prendere in braccio perché non la riconosceva. Mi è dispiaciuto per Felicity come madre, ma ero felice dei risultati della trasformazione. “
La Huffman ha dichiarato che la metamorfosi è stata talmente profonda che ha fatto fatica a liberarsi dei residui del personaggio Bree anche a film ultimato, quando è tornata sul set di Desperate Housewives. “E’ stato un vero shock. La mia voce era più bassa di un’ottava e mi è capitato di avere qualche esitazione riguardo ai bagni pubblici. Andavo verso quella per donne e poi all’improvviso mi bloccavo pensando: – Posso entrare qui? …si! No, non è la porta giusta… Ma si, invece… io SONO una donna!”
Dungan aggiunge: “ Le attrici fanno di tutto per apparire belle, ma per loro è anche importante recitare in ruoli impegnati e il lavoro di Felicity in questo film mi ricorda le esperienze di Charlize Theron per Monster e Hilary Swank per Boys don’t cry, tra i casi di attrici che hanno rischiato e sono state premiate. La totale assimilazione della realtà di Bree da parte di Felicity è una delle cose che ammiro di più. E’ stata una sua idea prendere lezioni da veri transessuali per trasformare i propri atteggiamenti, come anche indossare costantemente lo scomodissimo indumento contenitivo da transessuale anche quando non sarebbe stato visibile. “
La cosa più difficile durante la lavorazione è stato mantenere costanti le caratteristiche del personaggio. La Huffman sottolinea che il regista è stato di grande aiuto in questo: “Duncan era attentissimo e mi faceva notare ogni minimo cedimento del tono della voce o della mimica o degli atteggiamenti non perfettamente aderenti al personaggio Bree, evitando di girare di nuovo le scene, cosa che con un film a basso budget come TRANSAMERICA non ci si può permettere. Inoltre è bello sapere di essere diretti da qualcuno che è assolutamente convinto delle tue capacità e che quindi non è disposto ad accettare null’altro che la verità assoluta. Man mano che il film andava avanti ho assimilato sempre di più le caratteristiche del personaggio: la mia voce non era più riconoscibile al telefono nemmeno per mio marito o il mio agente.”
DICHIARAZIONI DEL REGISTA
“Non è un film su quello che hai sotto la gonna.”
–Duncan Tucker
TRANSAMERICA trae la sua essenza dallo spirito del tipo di persone di cui racconta e ho scelto di farne un road movie per ritrarre i due straordinari personaggi sullo sfondo dell’America e degli Americani più tipici. Bree e Toby si avventurano nei paesaggi inesplorati delle loro vite man mano che affrontano il viaggio dal nordest al sudovest degli Stati Uniti, quale drammatizzazione del proprio viaggio interiore. E’impossibile scrivere una sceneggiatura del genere se non si riconosce la tensione implicita nei personaggi e nella realtà che affrontano. Ma Bree e Toby non si perdono d’animo. Ho cercato di rendere la loro storia ritmata e divertente, piena di speranza e possibilità.
La storia di TRANSAMERICA è al contempo universale e rivoluzionaria. E’ strano pensare che tutti gli esseri umani ambiscano alle stesse cose – la famiglia, l’amore, la casa – anche al di fuori del concetto di “normalità”. Il personaggio principale di Transamerica è transessuale, eppure il film non è incentrato sulla transessualità. A ben guardare, si tratta della classica storia genitore / figlio / legami familiari, strutturata come i consueti road movie americani. Ma le vite dei protagonisti sono tutt’altro che consuete. Il mio desiderio è che TRANSAMERICA riesca a far entrare lo spettatore in simbiosi con Bree e Toby, due esseri umani che normalmente vengono percepiti come outsider o, peggio, ignorati del tutto.
Alcuni anni fa, ho incontrato una donna attraente che dopo qualche mese mi ha rivelato di essere un transessuale “pre-op”. Si era già sottoposta a elettrolisi, interventi di femminilizzazione facciale, anni di terapia ormonale – le restava da fare solo l’intervento genitale definitivo. Prima del suo outing, io non sospettavo che non fosse biologicamente donna. Aveva avuto una vita incredibilmente difficile e lottava costantemente con la solitudine, le sofferenze del suo passato e le incertezze del suo futuro. Ma più di tutte le storie commoventi raccontatemi, una cosa mi colpì in modo particolare: il sogno della mia amica era vivere una vita “normale”. Il suo coraggio e la sua autoironia mi commuovevano, e mi chiedevo se il desiderio sarebbe rimasto al di fuori della sua portata.
Nello sviluppare la storia di TRANSAMERICA ho incontrato e ascoltato a lungo molti transessuali donna. A volte mi sono scontrato con una rabbia implacabile. Ma più spesso ho trovato notevole spirito e capacità di adeguamento. Un numero sorprendente di trans donne conosciute vivevano in pratica come donne genetiche, impossibili da distinguere da tutte le altre.
Come sottolineato all’inizio del film, l’Associazione Psichiatrica Americana include la GID (la Disforia di Genere, ossia il disturbo dell’identità biologica) tra i disturbi mentali, sortendo il duplice effetto di conferire legittimità alla transessualità – assegnando una diagnosi medica – e di stigmatizzare i transessuali tra i malati di mente. Personalmente, credo che la transessualità sia uno stato biologico più che psicologico. Io credo che la transessualità NON sia un disturbo mentale, per quanto crescere nella condizione di transessuale in una società fobica causi un notevole disagio emotivo.
Nelle mie indagini per TRANSAMERICA, ho anche intervistato diversi ragazzi di vita. Quasi tutti erano personalità disturbate, avendo spesso subito abusi sessuali da bambini. Quasi tutti confondevano il sesso coi rapporti affettivi e ritenevano il proprio corpo la sola risorsa. E’ il caso di Toby che, nel cercare di avvicinarsi a Bree e ripagarla del suo affetto, tenta l’approccio fisico per farle dono dell’unica cosa che può offrire. E’ una scena che può disturbare, ma Toby ha forti problemi con se stesso: non sa come relazionarsi agli adulti se non attraverso il sesso, è rabbioso, sospettoso, egocentrico, infantile e allo stesso tempo seducente. In più, fa uso costante di droghe pesanti e per procurasele non disdegna di entrare nel giro della pornografia.
Bree e Toby imparano a conoscersi meglio e a godere della reciproca compagnia man mano che il viaggio – e con questo la storia – procede, e lo stesso si può dire dei due attori Felicity Huffman e Kevin Zegers, che insieme hanno dato vita a una performance molto convincente e spontanea. La scene di nudo, in particolare quella in cui Toby scopre la vera identità di Bree, sono state particolarmente naturali nella dinamica tra i due attori i cui personaggi, come dice il produttore Sebastian Dungan, non potrebbero essere più diversi. Il produttore esecutivo (noto attore e marito di Felicity Huffman) William H. Macy ha sintetizzato: “Sono convinto che Bree sia repubblicana: conservatrice, chiusa, vecchia maniera. E con un segreto da nascondere che Toby vivrà come una vera e propria frode.” Dungan aggiunge: “Lei è tradizionalista, retorica, estremamente controllata. Lui è sregolato, esibizionista, insicuro, consapevole dei suoi limiti. In comune hanno la propria solitudine e un certo sospetto verso il resto del mondo, che li ha maltrattati e stigmatizzati. Entrambi si sono chiusi in sé per non essere feriti ancora. Il conflitto generato dalle differenze ma anche le inattese similitudini e i compromessi cui giungono sono l’asse portante del loro viaggio.”
Kevin Zegers ha insistito molto per ottenere il ruolo di Toby. “E’ difficile fare il casting di attori giovani,” spiega il regista . “Se non hanno molta esperienza, rischiano di essere troppo naturali e non avere spessore. Se sono molto esperti e raffinati potrebbero perdere in naturalezza. Per il ruolo di Toby, abbiamo cercato un equilibrio tra le due cose in una fascia d’età molto specifica. Ci siamo rifiutati di ricorrere a una persona matura per interpretare quello che è un adolescente, come spesso accade.
Quando la nostra responsabile del casting Eve Battaglia ci ha mostrato le fotografie di Kevin per la prima volta, la nostra reazione immediata è stata: “Troppo bello.” Ma Kevin e i suoi agenti non si sono mai arresi. Avendo avuto molto successo all’inizio della sua carriera, Kevin aveva in quel momento bisogno di sfuggire al cliché di ragazzo carino e dimostrare la sua bravura. Ha fatto una cassetta per noi e la sua interpretazione ci ha esaltato per la sua vulnerabilità e naturalezza. Era persino riuscito a imbruttirsi. La sua passione per la parte era evidente e il suo talento innegabile: quando abbiamo constatato la capacità di Kevin di risultare autentico, è saltato in cima alla nostra lista.”
La Huffman ricorda: “Ho visto la cassetta con il provino di Kevin e ho pensato che fosse fenomenale. Ma temevo fosse la classica giovane star del cinema: arrogante, ritardatario, titubante, ansioso di far sapere a tutti che si stava dando da fare per il cinema indipendente, facendoci un favore a essere con noi. Sono stata molto sollevata quando è arrivato alle prove ed era l’antitesi del giovane attore in voga antipatico. Kevin Zegers è un professionista, educato, gentile, rispettoso e con spirito di gruppo. E, soprattutto, è un bravo attore. Era disposto a rischiare e sperimentare cose nuove. Abbiamo trascorso sei settimane insieme, viaggiando in una vecchia station wagon senza aria condizionata sotto il sole dell’Arizona e ci siamo divertiti molto.”
Tucker aggiunge, “Kevin ha scoperto in Toby un ragazzo che è stato ferito, abbandonato e ostracizzato per tutta la vita. E’ il tipo di teenager che non fa capire cosa prova, spesso sembra semplicemente vuoto – e ti viene di scuoterlo e urlargli ‘Ma che ti passa per la testa?’ Kevin ha avuto coraggio ed è riuscito a dare moltissimo.
“Toby è un peso per Bree, un ostacolo sul suo cammino,” continua Tucker. “E’ la crepa nel muro delle convinzioni di Bree. Le lacrime di Bree che scoppia a piangere dopo l’intervento sono il suo premio, la grazia ottenuta, il tesoro che riporta dal suo viaggio.”
Tucker conclude, “E’ un film vecchia maniera sul far pace con se stessi e con gli altri. Non si direbbe, ma è un film sui valori della famiglia. Abbiamo girato in zone piuttosto antiprogressiste – in particolare l’Arizona repubblicana, tra cowboy e cristiani, e tutti hanno mostrato incredibile simpatia e supporto per la storia che stavamo raccontando.
Io credo che TRANSAMERICA sia un film per chiunque sappia cosa voglia dire sentirsi diverso e solo. Per chiunque si sia accorto di quanto è difficile crescere. Per chiunque ami ridere. Per chiunque desideri essere in contatto con gli altri. Per chiunque abbia una famiglia assurda. Per chiunque ami viaggiare. Per chiunque capisca che – nella gioia come nel dolore, in tutto ciò che un cuore sente – l’unico modo in cui valga la pena vivere è mantenendo aperta la porta del cuore.”
CAST
FELICITY HUFFMAN (Bree)
Felicity Huffman ha in più occasioni dato prova del suo eccezionale talento in ruoli sia drammatici che comici.
Dopo il recente Emmy Award come Migliore Attrice Protagonista in una Commedia Televisiva, Felicity Huffman ha vinto il prestigioso Golden Globe come Migliore Attrice Protagonista in TRANSAMERICA, per la quale interpretazione ha anche ricevuto premi come Migliore Attrice dal National Board of Review e dal Movieline’s Hollywood Life, oltre a una nomination dal Broadcast Film Critics Awards.
Tra i suoi film del 2004, FUGA DAL NATALE (CHRISTMAS WITH THE KRANKS) con Tim Allen e Jamie Lee Curtis e QUANDO MENO TE LO ASPETTI (RAISING HELEN) con Kate Hudson e John Corbett.
Molto apprezzate anche le sue interpretazioni nei tv movies FALSA ACCUSA (REVERSIBLE ERRORS) con William H. Macy, Tom Selleck e Monica Potter; OUT OF ORDER; IL VENDITORE DELL’ANNO (DOOR TO DOOR) ; PATH TO WAR con Alec Baldwin e Donald Sutherland, THE HEART DEPARTMENT, HARRISON, CRY OF THE CITY, QUICKSAND, HEART OF JUSTICE, THE WATER ENGINE, e UNDERWORLD. Tra le serie televisive in cui è apparsa: CHICAGO HOPE, X-FILES, LAW AND ORDER, BEDTIME STORIES, THE HUMAN FACTOR, SPORTS NIGHT, THUNDER ALLEY, EARLY EDITION, JULES, THE GOLDEN YEARS. La Huffman è anche tra I fondatori dell’Atlantic Theater Company, una compagnia teatrale off-Broadway nell’ambito della quale ha interpretato svariati ruoli, tra cui quello di Donnie in “Cryptogram” di Mamet, che le ha fruttato il Premio OBIE .
Felicity Huffman risiede a Los Angeles dove vive col marito William H Macy, noto attore e regista e, nel caso di Transamerica, produttore esecutivo.
KEVIN ZEGERS (Toby)
Prima di prendere parte a TRANSAMERICA, Kevin Zegers era “Terry” ne L’ALBA DEI MORTI VIVENTI (DAWN OF THE DEAD), il remake del classico horror apocalittico di George A. Romero del 1979, che è uscito negli Stati Uniti il 19 marzo 2004 e nel primo fine settimana ha fruttato 27 milioni di dollari al box office ed è arrivato al primo posto della classifica. Conosciuto come il divo bambino della serie di film AIR BUD all’inizio della sua carriera, Kevin ha ora 19 anni ed è pronto per prendere una rotta più matura.
Kevin è apparso di recente nel film della Showtime THE INCREDIBLE MRS. RITCHIE, con le leggende Hollywoodiane Gena Rowlands e James Caan. Il film ha avuto più di una nomination per i Daytime Emmy Awards, compreso quella per Outstanding Children/Youth/Family Special.
Molte interpretazioni di Kevin per il cinema ora si possono vedere in video, compreso la serie di film AIR BUD. Fra gli altri progetti ci sono JACK SIMPATICO GENIO, KOMODO; FOUR DAYS; IT CAME FROM THE SKY; L’ISOLA DEL TESORO; NICO L’ULTIMO UNICORNO
Anche se è forse più conosciuto a livello cinematografico, Kevin è piuttosto familiare al pubblico televisivo per le sue apparizioni nelle serie di successo SMALLVILLE, TITAN’S, UNA TELEFONATA PER RICORDARE, SEX, LIES & OBSESSION , TIMESHARE.
E’ stato inoltre guest star in X-FILES, SO WEIRD-STORIE INCREDIBILI, TWICE IN A LIFETIME e GOOSEBUMPS.
Kevin si divide tra Los Angeles e il paesino vicino Toronto in cui è nato.
FIONNULA FLANAGAN (Elizabeth)
Nata e cresciuta a Dublino, Fionnula Flanagna ha studiato recitazione alla Abbey Theatre School di Dublino e poi in Svizzera. Si è trasferita a Los Angeles nel 1968 dove vive col marito psichiatra. Tra i numerosi film cui ha partecipato: THE OTHERS, I SUBLIMI SEGRETI DELLE YA-YA SISTERS, SVEGLIATI NED, UNA SCELTA D’AMORE. Nell’ambito teatrale, la Flanagan è anche nota per JAMES JOYCE’S WOMEN, in cui interpreta sei donne diverse che hanno profondamente influenzato la vita di Joyce.
GRAHAM GREENE (Calvin)
Membro della tribù Oneida, Graham Greene è noto ai più per la sua interpretazione del saggio Uccello Scalcinante, premiata con un Oscar, in BALLA COI LUPI.
Tra gli altri film che ha interpretato, RUNNING BRAVE, REVOLUTION, OLTRE LA RISERVA, CUORE DI TUONO , CLEARCUT , IL BENEFICIO DEL DUBBIO, MAVERICK.
E’ inoltre un apprezzato attore televisivo e teatrale.
BURT YOUNG (Murray)
Allievo del leggendario Actor’s Studio di Lee Strasberg, Burt Young è ricordato dai più nel ruolo di Paulie che gli ha fruttato una candidatura all’Oscar col primo ROCKY. La sua lunghissima filmografia include C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA, ULTIMA FERMATA BROOKLYN, MICKEY BLUE EYES, CHINATOWN.
CREW
DUNCAN TUCKER (scrittore/regista)
Originario dell’Arizona, Duncan Tucker si è laureato all’Università di New York.
TRANSAMERICA è il primo lungometraggio.
Il suo unico lavoro cinematografico precedente è il cortometraggio THE MOUNTAIN KING del 2000, che ha partecipato a oltre 30 festival internazionali.
Tucker si diletta a scrivere e dipingere. Il suo racconto MANY FISH è stato pubblicato da ASCENT, mentre le sue fotografie e i suoi quadri sono stati esposti in diverse gallerie di New York.
BELLADONNA PRODUCTIONS
Belladonna Productions è la squadra produttiva di Rene Bastian e Linda Moran.
Il loro primo lungometraggio, SUE di Amos Kollek, ha vinto il premio internazionale della critica e il premio della giuria ecumenica al Festival di Berlino nel 1998. Sono anche i produttori del film pluripremiato L.I.E. di Michael Cuesta (Sundance 2001), per il quale Belladonna è stato nominata Produttore dell’Anno Motorola agli Independent Spirit Awards del 2003.
Tra le altre produzioni ci sono FIONA di Kollek (Berlinale 1999), SWIMMING con Lauren Ambrose (della serie Six Feet Under) (Rotterdam 2000), BRINGING RAIN di Noah Buschel con Adrian Grenier (Tribeca 2003) e JAILBAIT di Brett C. Leonard con Michael Pitt e Stephen Adly Guirgis (Tribeca 2004).