“La Casa Del Diavolo” è il seguito de “ La Casa Dei 1000 Corpi”, esordio cinematografico di Rob Zombie, cantante e leader degli ormai sciolti Withe Zombie.
Dopo aver diretto i video della band , Rob ha esordito con il lungometraggio. Pur partendo da un soggetto molto simile al celebre “ Non Aprite Quella Porta ”,  “La Casa dei Mille Corpi”  spiccava per la  visionarietà e la crudeltà di alcune scene oltre che per un certo fascino tutto low – tech che faceva molto anni 70 mentre impazzava l’horror made in asia.
Tanti elogi per Zombie che diventa, per gli appassionati del genere, un sorta di innovatore che non ha paura di indignare lo spettatore.
Con “ La Casa Del Diavolo” o Devil’s Reject, il regista si spinge oltre i generi. Chiariamo subito che il film è molto più di un horror movie. Potremmo definirlo un ibrido tra il  western ed il road movie d’azione. Non che manchi il sangue, anzi, ne scorre a fiumi. Abbondano anche le sadiche torture così come l’ossessione  sessuale, il turpiloquio e la droga. Non sono però soltanto le sparatorie ed i rallenty a ricordare  Sam Peckinpah ed alcuni western. Si pensi che il film narra la fuga, dopo uno spettacolare conflitto a fuoco, di alcuni componenti della famiglia trucida e assassina dei Firefly da uno sceriffo ossessionato dalla vendetta. Ricordiamo che i Firefly, conosciuti nel primo film, sono una famiglia di maniaci che uccide e scuoia ogni sfortunato turista che passi dalle parti della propria fattoria. Ogni loro gesto è comandato da un clown, Captain Spoulding, adescatore di ignare vittime e titolare di un tunnel degli orrori.
Lo sceriffo, per vendicare il fratello ucciso, li inseguirà tra il deserto texano, i motel puzzolenti e i bordelli. Non esiterà ad assoldare due killer per portare a termine il suo compito così come i Firefly, ricongiunti al padre Captain Spaulding, semineranno di cadaveri il loro cammino. Uno script che tanto ricorda le storie  di frontiera e i western.
Rob Zombie ci regala un altro film allucinato che non cita soltanto i soliti b movies, ma anche Tarantino nei dialoghi, Elvis e Gaucho Marx , George Romero e addirittura Sugarland Express di Spielberg nella scena finale.
Un vero capolavoro, autentico e truce. Il male che si confonde con il bene, il buono che è sadico almeno quanto i cattivi, ogni personaggio a difesa del proprio territorio e delle proprie ossessioni. Un continuo scambio di ruoli, c’è chi uccide guidato dal diavolo, c’è chi uccide nel nome di Dio ma tutti sono degli assassini.
Splendida la colonna sonora a base di Allman Brothers e Lynyrd Skynyrd, bravi tutti gli attori, montaggio adrenalinico.
Bravo Zombie, Eli Roth e Robert Rodriguez dovrebbero avere il tuo coraggio e l’umiltà di imparare.
Francesco Sapone