Sinossi:        Tom Cruise ritorna nei panni dell’agente speciale Ethan Hunt e si confronta con la missione della sua vita in “Mission: Impossible III.”   Il regista J. J. Abrams (“Lost,” “Alias”) mette il suo tocco di trama ed azione su un marchio che vale miliardi di dollari.

In principio fu Brian De Palma a rendere cinematografico il celebre  telefilm degli anni ’60, con un risultato dignitoso ma noiosetto. Poi e’ stata la volta di John Woo e tra colombe, iperboli ginniche e scene d’azione incuranti della forza di gravita’, il divertimento ha avuto il suo picco. A dieci anni di distanza dal primo film, delle gesta dell’agente speciale Ethan Hunt restano nella memoria il divismo di Tom Cruise, vera star del millennio, il tema musicale immortale di Lalo Schifrin e il gigantesco marketing, in grado di spingere il pianeta all’interno delle sale. Difficile avere qualche cosa di nuovo da aggiungere su un personaggio in fondo sovrapponibile a mille altri (doppigiochi, gadget tecnologici, location in giro per il mondo, inseguimenti e tantissime esplosioni), ma gli incassi globali, strepitosi e in crescita, devono avere inciso non poco sulla decisione di Tom Cruise, ancora una volta produttore, di buttarsi   capofitto in una terza puntata. Divergenze “creative” hanno spinto quasi subito il regista

prescelto, Joe Carnahan, ad abbandonare il progetto, che e’ stato affidato al Re Mida della televisione J.J.Abrams, autore di “Alias” e “Lost”, due delle serie americane di maggior successo degli ultimi anni. L’arduo compito e’ svolto con indubbia professionalita’, ma l’adrenalinico tour previsto dalla sceneggiatura ha meno mordente del previsto. Se da un lato giova al protagonista circondarsi di una squadra e ridurre i primi piani a lui dedicati, e’ anche vero che le tante situazioni avventurose nascono e si risolvono seguendo sempre le stesse dinamiche: missione impossibile, lotta contro il tempo, imprevisto, presunto fallimento, colpo di coda vincente (tranne in un caso, funzionale alla narrazione). Il che, ovviamente, lascia ben poco spazio alla tensione. La sceneggiatura suddivide la trama in quattro episodi (puntate?) con il collante di una mielosa storia d’amore con la bella e pura di turno che l’eroe deve difendere contro il cattivo di turno. Berlino (ma potrebbe essere una fabbrica dismessa collocata ovunque) ospita la prima sequenza d’azione, freddina, abbastanza confusa e poco coinvolgente; a Roma (si fa per dire, visto che gli interni sono quelli della Reggia di Caserta) l’esagerazione diventa spasso; gli Stati Uniti sono perlopiu’ un lungo ponte assaltato dai cattivi con botti e deflagrazioni assestati ad effetto e Shanghai accoglie la spettacolare conclusione a passeggio tra tetti pittoreschi e grattacieli. La curiosita’ e’ nel sempre piu’ stretto confine tra una televisione che assomiglia al cinema e un cinema che chiede aiuto alla televisione, ma lo stile nervoso adottato da Abrams si fa alla lunga un po’ ripetitivo e la caratterizzazione dei personaggi non brilla certo per approfondimento e sfumature. La tanto sbandierata umanita’ del protagonista, quasi assente nelle puntate precedenti, esce infatti allo scoperto solo per difendere privacy e affetti, ma lo scavo psicologico si ferma li’. I comprimari sono invece coriacei come cyborg ed emotivamente inattaccabili, di conseguenza anche lontani dal suscitare emozioni (se non si preoccupano loro, perche’ dovremmo farlo noi, non basta certo una preghierina orientale…). A smussare improbabilita’ ed eccessi avrebbe giovato il tonico dell’ironia. Invece Abrams, e Cruise, scelgono qualche battuta comica dagli esiti piu’ ammoscianti che leggeri. Il cast, pur nella limitatezza dei registri espressivi richiesti, funziona a dovere. Delude invece un po’ la colonna sonora, con il celebre tema di Schifrin ad introdurre (brutti e frettolosi i titoli di testa) e concludere il film, con qualche incursione rimaneggiata anche nel durante, ma con troppe digressioni poco incisive ad opera di Michael Giacchino. Difetti e approssimazioni, pur limitandone la portata, non incidono comunque sull’intrattenimento. Tanto che le porte per un quarto capitolo sono scaltramente aperte dalla sceneggiatura. Ora non resta che attendere la complicita’ del botteghino.
Luca Baroncini da www.spietati.it

Tom Cruise, una delle star più celebri e amate del cinema mondiale, torna a interpretare uno dei ruoli che hanno decretato il suo successo indiscusso, quello dell’agente segreto Ethan Hunt in MISSION: IMPOSSIBLE III. In questo incalzante thriller di azione, Hunt si trova ad affrontare il cattivo più spietato che abbia mai incontrato: Owen Davian (interpretato dal premio Oscar Philip Seymour Hoffman), un trafficante di armi implicato nello spionaggio internazionale che non sa cos’è il rimorso perché è totalmente privo di coscienza.
Il film è co-sceneggiato e diretto da J.J. Abrams, che apporta a questo terzo episodio di Mission: Impossible il suo stile originale fatto di azione, carattere, comicità e dramma. I milioni di fan che hanno seguito fedelmente le fantastiche serie televisive create da Abrams, Lost e Alias, sanno già cosa aspettarsi: una vicenda avvincente e piena di risvolti inaspettati, con un sensazionale finale a sorpresa che non mancherà di soddisfare il pubblico.
Con MISSION: IMPOSSIBLE III, Abrams e Cruise trasformano il thriller di spionaggio riprendendo gli aspetti migliore della serie televisiva originale che ha ispirato il film: una squadra di agenti capaci guidata da un capo audace ed eroico, gli stunt più spericolati che si possano immaginare e una serie di colpi di scena che terranno gli spettatori inchiodati alla poltrona. MISSION: IMPOSSIBLE III è il film di azione che il pubblico cinematografico aspettava da tempo.
Paramount Pictures presenta MISSION: IMPOSSIBLE III, una produzione Cruise|Wagner. Il film è diretto da J.J. Abrams e prodotto da Tom Cruise e Paula Wagner. La sceneggiatura di Alex Kurtzman & Roberto Orci & J.J. Abrams è basata sulla serie televisiva creata da Bruce Geller. Il cast è composto da Tom Cruise, Philip Seymour Hoffman, Ving Rhames, Billy Crudup, Michelle Monaghan, Jonathan Rhys Meyers, Keri Russell, Maggie Q e Laurence Fishburne. Per la presenza di scene violente, immagini crude e a sfondo sessuale, la visione del film in Usa è consentita ai minori di 13 anni solo se in presenza dei genitori. Paramount Pictures è parte della Viacom Inc., una delle più grandi aziende a livello mondiale nel settore dei media e delle comunicazioni.
LA PRODUZIONE
Afferma il produttore Paula Wagner: “Tom Cruise e il regista J.J. Abrams hanno realizzato un film pieno di suspense e azioni travolgenti, che abbina elementi comici e drammatici e presenta personaggi che il pubblico non dimenticherà facilmente”.
Abrams ha colto al volo l’opportunità di dar vita a un nuovo episodio di Mission Impossible. “Quando Tom mi ha chiamato per chiedermi se volevo dirigere il film, gli ho detto di sì prima ancora che mi ponesse la domanda”, dice Abrams. “Per un regista e uno sceneggiatore, Mission: Impossible è una sorta di traguardo. Se poi hai la fortuna di lavorare con un attore come Tom e un cast di talenti come quelli che appaiono in questo episodio della serie, puoi creare una storia veramente sensazionale.
“Tom e io abbiamo deciso fin dall’inizio che volevamo focalizzarci sulla sfera intima dei personaggi”, continua Abrams. “Quando senti parlare di Missione: Impossible , pensi subito a situazioni estreme, azioni spettacolari e stunt da brivido. La nostra idea era di utilizzare senz’altro questi elementi – indispensabili in un thriller di questo tipo – combinandoli però con una storia che mettesse in gioco sentimenti di amore e di amicizia e una serie di personaggi che nel corso del film il pubblico avrebbe imparato a conoscere e ad amare”.
Per raggiungere l’obiettivo, il regista si è posto una serie di interrogativi che servivano a scandagliare la parte più nascosta del personaggio principale. “Uno che fa il lavoro di Ethan Hunt, come può essere nella vita privata?”, riflette Abrams. “La nostra idea era appunto questa: anziché fare un film su una spia, volevamo raccontare la storia di un uomo che si guadagna da vivere facendo la spia. Può sembrare una sfumatura, ma se ci si lascia realmente guidare da questa riflessione, emergono domande e risposte appassionanti, dense di risvolti emotivi e spunti narrativi”.
Il produttore Paula Wagner concorda: “Hunt ha una vita privata che è scissa dal lavoro e spesso entra in contrasto con quest’ultimo”, spiega. “Come fai a mantenere dei rapporti personali autentici se lavori per la Impossible Mission Force, l’agenzia di intelligence più segreta che ci sia?
“Il film indaga anche sulla natura dei rapporti all’interno della IMF”, continua Wagner. “Ethan Hunt e Luther Stickell lavorano insieme da un bel numero di anni. Il loro rapporto professionale si basa su un’amicizia solida. Tom e Ving nel ruolo di attori, e J.J. in veste di regista, esplorano a fondo questa relazione trattandola con sagacia, ironia e senso dell’umorismo, il che la rende effettivamente molto credibile”.
L’altra relazione chiave è quella tra Hunt e il cattivo, Owen Davian, interpretato dal premio Oscar Philip Seymour Hoffman. “Ogni volta che Philip interpreta un ruolo riesce a farlo completamente suo; non reagisce mai come ti aspetti, ed è per questo che i suoi personaggi sono tutti così originali”, afferma Cruise. “Le scene in cui Ethan Hunt affronta Davian sono impressionanti perché Philip ha fatto di Davian un personaggio capace di tutto. Ethan non si era mai scontrato con un rivale feroce e temibile come quello creato da Philip”.
Naturalmente, MISSION IMPOSSIBLE III ha tra i suoi ingredienti principali anche le sequenze di azione mozzafiato e i pericolosissimi stunt che i fan della serie non vedono l’ora di gustare. Il team di sceneggiatori composto da Alex Kurtzman, Roberto Orci, e Abrams ha escogitato nuove situazioni estreme che metteranno alla prova le capacità di Hunt… creando qualche scrupolo di coscienza al regista. “Quanto abbiamo iniziato a scrivere le sequenze di azione, abbiamo avuto una serie di perplessità perché sapevamo che Tom non avrebbe accetto controfigure e avrebbe voluto eseguire gli stunt personalmente. Alla fine, ovviamente, ci siamo resi conto che la priorità era creare un prodotto spettacolare. Lavorare con un attore e un produttore che è pronto a dare tutto se stesso per fare in modo che il film riesca è molto appassionante, ma a volte può far venire i capelli dritti”.

Voto (da 1 a 5): ****
Finalmente un grandissimo film d’azione!!! J.J. Abrams, sollecitato da Tom Cruise rimasto folgorato dopo la visione della sua creatura televisiva “Alias”, ci da dentro con uno spettacolone pieno di botti e sparatorie, ma affatto ordinario e stupido; insomma, si nota che dietro a tutto c’è un team di sceneggiatori appassionato del genere action-spy-story che cerca, nel limite del possibile, di evitare banali passi falsi.
Senza dilungarmi troppo: vi piace “Alias”? Bene, se la risposta è
affermativa allora correte al cinema senza indugiare un attimo!
DA TENERE:
L’idea di Tom Cruise (padre-padrone della fortunata saga “Impossibile”) è sempre stata quella di far dirigere ogni episodio da un regista diverso, in grado di poter imprimere il proprio stile alla pellicola; ci ha visto giusto quando ha identificato in J.J. Abrams colui che meglio avrebbe potuto raccogliere il testimone di Brian De Palma (primo film) e di John Woo (secondo film). Pur se debuttante sul grande schermo, il regista-autore del già citato “Alias” e di “Lost”, dimostra di non dover temere alcun confronto, realizzando probabilmente il miglior capitolo della trilogia.
DA BUTTARE:
All’uscita dal cinema chiamo un amico che si stava mangiando un gelato da qualche parte e, dopo avergli comunicato il mio entusiasmo per “Mission Impossible 3”, questi mi dice che allora sarebbe subito corso a casa per vederselo in divx… MA STIAMO SCHERZANDO??? Scusate, ma se non sono questi i film da vedere in un’ottima sala attrezzata di impianto e schermo da urlo, allora quali sarebbero??? Alle volte penso che certe persone i film sui cellulari se li meritino davvero…
CONSIDERAZIONE FINALE:
Per una volta ho avuto la sensazione che le due ore di visione fossero in realtà tre e non certo per noia, ma per il fatto che c’è così tanta roba da rischiare l’overdose. Considerando la totale assenza di validi film d’azione da qualche anno a questa parte, “Mission Impossible 3” è una vera e propria goduria…
BenSG