New York. Metà degli anni Ottanta. Bernard e Joan. Sposati con figli. Lui è uno scrittore mancato costretto a ripiegare sull’insegnamento. Lei scrive per il New Yorker ma ha ambizioni autoriali. Quando a Joan pubblicano il primo romanzo Bernard non riesce ad incassare il colpo e la coppia scoppia. A farne le spese sono i figli adolescenti Walt e Frank incapaci di adattarsi alla crisi dei genitori e all’imminente divorzio…
Psico-dramma familiare mascherato da commedia indipendente, “The squid and the whale”(letteralmente “La seppia e la balena”) è il perspicace ritratto della rottura di una coppia sposata e dei disastrosi effetti che si ripercuotono sulla crescita dei due figli. Walt e Frank sono le vittime della fine di un amore. Un amore che non appartiene a loro ma che li coinvolge senza scampo. Walt, il più grande, va a vivere col padre che idolatra. Frank preferisce stare con la madre. La convivenza sembra procedere bene ma in realtà i problemi sono solo occultati da illusorie apparenze. Joan ha una relazione con un altro uomo, Bernard instaura una relazione con una sua giovane allieva. I figli reagiscono ognuno a modo proprio: Walt spaccia per sua una canzone dei Pink Floyd in una gara scolastica e manifesta uno sviscerato odio per la madre, Frank si ubriaca e appiccica il proprio sperma sui muri della scuola. Due segni più o meno inconsci di mancata accettazione del cambiamento. A poco a poco le certezze che i due figli hanno rispetto ai genitori crollano miseramente. La loro crescita comincia nel momento in cui scoprono che i genitori non sono perfetti.
Noah Baumbach, già regista di “Kicking and Screaming”e sceneggiatore di “The life acquatic” di Wes Anderson, qui produttore, attinge alla propria esperienza personale di figlio di divorziati (è figlio della critica cinematografica Georgia Brown e dello scrittore Jonathan Baumbach).
“The squid and the whale” ha trionfato alla scorsa edizione del Sundance e ha ottenuto larghi consensi di pubblico e critica. Per certi aspetti potrebbe ricordare “Kramer contro Kramer”, primo film ad affrontare la problematica del divorzio, anche se è molto più ironico. Baumbach ha un tocco gentile, tende a non appesantire mai situazioni gravose, strappando qualche risata ma lasciando quasi sempre l’amaro in bocca. Meno rassicurante di quanto possa apparire: gli adulti ne escono decisamente perdenti; l’istituzione familiare è solo un castello di carte destinato a cadere al primo soffio di vento; la forza dell’amore un miraggio. E la consapevolezza della propria solitudine l’unica soluzione. Una volta preso atto dell’impossibilità di contare sugli altri si può andare avanti. Soli e disillusi…
Il titolo fa riferimento al ricordo che Walt ha di una giornata trascorsa al museo preistorico di Brooklyn in cui si spaventa per la mole dei due animali (la seppia e la balena) imbalsamati.
Owen Kline che interpreta l’adorabile Frank è il figlio di Kevin Kline e di Phoebe Cates.
Marco Catola