Scheda film
Titolo originale: As Mil e Uma Noites: Volume 1, O Inquieto
Regia: Miguel Gomes
Soggetto e Sceneggiatura: Telmo Churro, Miguel Gomes e Mariana Ricardo
Fotografia: Mário Castanheira (segmento “A História do Galo e do Fogo”) e Sayombhu Mukdeeprom
Montaggio: Telmo Churro, Miguel Gomes e Pedro Marques
Scenografie: Artur Pinheiro
Costumi: Lucha d’Orey e Silvia Grabowski
Suono: Vasco Pimentel
Portogallo/Francia/Germania/Svizzera, 2015 – Drammatico – Durata: 125′
Cast: Crista Alfaiate, Miguel Gomes, Maria Rueff, Bruno Bravo, Rogério Samora, Dinarte Branco, Américo Silva
Uscita: 18 marzo 2016
Distribuzione: Milano Film Network
Sale: 4
La vita è un film
“In ogni istinto, la verità ha preso la forma di un’illusione per agire sulla volontà.”
Le Mille E Una Notte: Arabian Nights è un film che ricostruisce, demolendo, prima il fantasma di un cinema e di una narrazione stanca e poi provando a restituirci un’immagine pura.
Arrivato alla Quinzaine des réalisateurs a Cannes 2015 e in sala grazie a Milano Film Network, la trilogia firmata dal regista portoghese Miguel Gomes, prendendo spunto dalla struttura de “Le mille e una notte”, nasconde, dietro una serie di racconti tra il grottesco, il tragico e il surreale, uno sguardo sulla crisi economica portoghese e su quella dell’Europa.
Gomes adegua il film a questa implosione sociale e, unendo i tre contenenti di espressione filmica, ossia il documentario, il mockumentario e il film di finzione, ricostruisce un cinema che spesso diventa pura visione, mettendo in scena galli parlanti, balene e sirene spiaggiate, in un contesto sociopolitico, senza cercare una giustificazione trascendente, ma mantenendo tutto immanente alla realtà che racconta, incollandolo alla desolazione documentaristica delle storie sullo sfondo, per accentuare l’aspetto surreale che richiama all’assurdità di una società europea che si allontana sempre di più da quel modello di welfare nel quale è nata.
Il fatto che sia stata scelta proprio una delle storie più importanti di sempre come “Le Mille E Una Notte”, è una riprova che l’intento autoriale è quello di inserirsi in una narrazione di tipo classico (seppur di origine Orientale, che in questi anni funge da alternativa costante ad un’idea di Occidente ormai stanca) per muoversi all’interno di una struttura fiabesca, creando una drammaturgia nettamente alternativa a quella tradizionale. Verrebbe quasi da definirla anti-narratività per la sua predilezione alla pura visione, ma si sa, tutto è narrazione.
La mancata contestualizzazione di elementi fortemente surreali all’interno della struttura drammaturgica votata inizialmente al documentario, e quindi allo specchio più limpido del reale che ci possa essere, non solo crea un effetto deformante sulla realtà stessa, giustificata dal suo deflagrare a causa della crisi, ma pone l’accento sull’esigenza ormai pressante di non riferirsi per forza ad un’origine altra, ma nel giustificarsi con la propria stessa esistenza, perpetuando quell’idea di cinema come immagine-movimento e non come immagine in movimento. La teleologia di quest’opera risiede nel mettere sullo schermo allo stesso tempo quello che da molti teorizzatori dell’ontologia filmica viene definito come l’unico e vero cinema contemplabile (anzi, contemplativo), mantenendo anche un punto fisso sulla vita vera (le due cose non sono in contrasto tra loro) e riflettendo sull’idea che ormai finzione e realtà non siano più distinguibili tra di loro, andando ad incrociarsi e ad unirsi più di una volta. E la domanda che viene da porsi alla fine di questo viaggio infinito nell’universo para-fiabesco creato da Gomes è: è la realtà che ha superato la finzione o è la finzione che è diventata realtà?
RARO perché… distribuire insieme tre lungometraggi di oltre due ore l’uno è un’impresa folle e titanica: per pochi!
Note: il film esce appunto contestualmente agli altri due capitoli della trilogia, Volume 2 – Incantato e Volume 3 – Desolato, rendendo la distribuzione e la disponibilità in sala assai complessa.
Voto: 10
Mario Blaconà