Scheda film
Titolo originale: Laurence anyways
Regia, Soggetto, Sceneggiatura e Montaggio: Xavier Dolan
Fotografia: Yves Bélanger
Scenografie: Anne Pritchard
Costumi: François Barbeau e Xavier Dolan
Musiche: Noia
Suono: François Grenon
Canada/Francia, 2012 – Drammatico – Durata: 168′
Cast: Melvil Poupaud, Emmanuel Schwartz, Suzanne Clément, Nathalie Baye, Monia Chokri, Susan Almgren, Yves Jacques
Uscita: 16 giugno 2016
Distribuzione: Movies Inspired
Sale: 10
Ne me quitte pas
Esce in Italia un film “made by Dolan”, che nel resto del mondo uscì nel 2012 ma che in territorio italico ci raggiunge solo in questo periodo, complice il successo planetario di Mommy.
Negli anni novanta Laurence rivela nel giorno del suo trentesimo compleanno il suo desiderio di diventare una donna. La sua ragazza, pur rimanendo sconvolta, accetta di rimanere al suo fianco e l’anno successivo Laurence torna a lavorare come professore di letteratura, ma questa volta veste i panni di una donna. Inizia così una nuova vita, ma il peso del biasimo sociale, il rifiuto della famiglia e l’incompatibilità della coppia comincia a diventare un problema insormontabile.
Trattando l’argomento della transessualità ci si aspettava che Laurence Anyways andasse a recuperare vecchi schemi tematici alla Almodovar, facendo vertere il film sul paradosso esistenziale e sullo stigma sociale che queste persone sono costrette a portarsi dietro; aspetto che indubbiamente è presente nel film, incorporato soprattutto nei dialoghi e che, a livello di testualità più appariscente, pervade abbastanza l’evolversi narrativo del lungometraggio; ma Dolan riesce anche ad usare questo aspetto come catalizzatore meramente drammaturgico, trasformandolo in un ostacolo per la storia d’amore di due innamorati, facendo quindi confluire il film verso un vero e proprio melodramma, così come del resto farà in Mommy.
Ad arricchire di empatia questo melodramma in piena regola il regista canadese versa come sempre una serie di immagini magniloquenti, estraendo i sentimenti e le sensazioni dei protagonisti e rendendoli fisici, tangibili. Ecco che allora durante la lettura di un libro di poesie scritto dal proprio ex, per cui ancora si nutre un amore disperato, vediamo una cascata d’acqua cadere addosso alla protagonista, oppure la pioggia di vestiti sgargianti durante una fuga d’amore dei due, andando a far esplodere quella libertà che soprattutto Laurence ha sempre cercato. Sembra come se tutta la poesia venga calata dall’alto, gettata addosso ai personaggi da un demiurgo, Dolan appunto, che del film cura la sceneggiatura, la regia, il montaggio, la scelta della musica e i costumi.
Tutto infine deflagra nella più assoluta malinconia, che qui va a coincidere con la coscienza di sé, come a voler dire che per raggiungere qualche obbiettivo, se di obbiettivo si tratta, bisogna per forza rinunciare a qualcosa, in questo caso all’amore più puro. Per rendere questo dolce senso di ineluttabilità delle foglie secche cadono dal cielo (ancora qualcosa calato dall’alto) mentre i due protagonisti si allontanano l’uno dall’altro, in due ambienti diversi, come scelse di fare Antonioni nel finale de L’Eclisse per trasmettere alienazione; qui invece Dolan evidenzia solo quello che c’è già: la distanza.
RARO perché… è pur sempre un film di Dolan di qualche anno fa…
Voto: 7 e ½
Mario Blaconà