Scheda film
(Tr. Lett.: Sangue sulla luna di Méliès)
Regia e Soggetto: Luigi Cozzi
Sceneggiatura: Luigi Cozzi e Guido Leoni
Fotografia: Francesca Paolucci, Andrea Pieroni, Luigi Pastore, Frank Guerin, Frederic Kempa
Montaggio: Vittorio Viscardi
Scenografie e Costumi: Maria Letizia Sercia
Musiche: Simone Martino
Italia/Francia, 2016 – Fantastico – Durata: 125‘
Cast: Sharon Alessandri, Dario Argento, Lamberto Bava, Luigi Cozzi, Barbara Magnolfi, Antonio Tentori, David Traylor
Uscita nel paese d’origine: —
L’impepata di Cozzi
Sullo sfondo di un grosso, ma inavvertito pericolo per l’intera umanità, il regista Luigi Cozzi (se stesso) viene coinvolto suo malgrado nella poco nota vicenda di Louis Aimé Augustin Le Prince, le cui tracce si persero su un treno Digione-Parigi il 16 settembre 1890, considerato da molti il vero inventore del cinema, con molti anni di anticipo, ma che purtroppo non brevettò l’invenzione né riuscì ad effettuare proiezioni a un vasto pubblico. A tirarlo dentro è uno strano professore di cinema francese, che gli fa visita nel negozio “Profondo rosso” da lui gestito nel quartiere romano di Prati. Mentre alcuni agghiaccianti quanto incomprensibili delitti iniziano a compiersi intorno a lui, senza che delle vittime si ritrovino tracce, per il regista romano è l’inizio di una enorme avventura che lo porterà fino in Francia, sulle tracce perfino di Méliès, del fantomatico alchimista Aureo Silvestre e di un misterioso prestigiatore mascherato…
Di fronte ad un film come Blood on Méliès’ moon il critico o l’aspirante tale trova subito enormi difficoltà: giudicare con la mente lucida ed abbastanza fredda o col cuore, con l’emozione che comunque quelle immagini in movimento ad almeno 24 fotogrammi al secondo provocano in lui da quando ne abbia memoria?
Quello di Luigi Cozzi, ormai quasi settantenne, è ciò che in molti sensi potrebbe dirsi “un filmone”, che guadagna diversi punti dalla visione su grande schermo: innanzitutto per la durata, che raggiunge quasi le due ore, benché venga dichiarata una durata ufficiale di ben 125 minuti (forse la versione che abbiamo visto al XXXVI Fantafestival non è ancora definitiva?!); quindi per la realizzazione, che ha richiesto alcuni anni, con poche scene girate un tanto per volta; poi per la quantità e la portata di temi e di situazioni che vi sono state infilate all’interno, che avrebbero fornito materiale per molte altre pellicole. È pure, però, un’opera prolissa e ridondante, girata spesso male, in numerosi controluce rubati che ne tradiscono il basso budget – la produzione è “Profondo rosso”, quindi autoctona – nonostante abbia poi lunghe sequenze in computer grafica, non certo prodotte da ILM, ma neanche da buttare nella loro artigianale semplicità, e pure con inserti privati in stile “filmini delle vacanze”
Però l’autore di Starcrash – Scontri stellari oltre la terza dimensione vince ai punti innanzitutto poiché fornisce il film di una potente colonna sonora, che in alcuni momenti ricorda gli argentiani Goblin, conferendo un ritmo sostenuto alle immagini (come già detto non sempre di alta qualità), ma soprattutto perché inietta nella pellicola altissime dosi di (auto)ironia, proponendosi nel ruolo di se stesso come una costante e spassosa macchietta, un “Candide” che non si vergogna di vestirsi da demoniaco Gabibbo tutto rosso o di ballare il reggae con tanto di parrucca rasta nel finale, mentre irresistibile rimane l’incubo in cui sullo sfondo di un finto trailer in B/N un critico lo considera l’Ed Wood italiano. Infine coinvolge (amici e) gloria del cinema fantastico italiano, da Dario Argento a Lamberto Bava, da Antonio Tentori a Paolo Zelati, per citarne alcuni, e chiama davanti alla macchina da presa personaggi del calibro di Barbara Magnolfi (l’Olga di Suspiria), Chiara Pavoni (che i fan dell’horror ricordano come una delle scream queen nazionali più note) e David Traylor, meglio noto ai più come “Zed”, nei panni addirittura di Méliès.
Inoltre Blood on Méliès’ moon, opera molto personale, è una citazione continua, spesso anche autocitazione, ed ha dei momenti davvero suggestivi, come quello, fondamentale, in cui Cozzi viaggia a bordo del mélèsiano missile di metallo alla volta di Parigi.
Quindi, pur consigliandone vivamente la visione a chi potrà – non c’è ancora una distribuzione, anche se è facile immaginare uno straight-to-video – dare un giudizio al film è cosa assai ardua. Ingiudicabile per la sua stessa natura, verrebbe voglia di affibbiargli un “5” politico, come media tra lo 0 ed il 10, ossia tra il pessimo ed il sublime. Ma l’opera è talmente scombiccherata e genuinamente divertente – vero Cinema allo stato puro! – ed e diretta da un uomo di grande cultura ed ironia, facendosi summa del suo vasto universo conoscitivo, cosicché ci sentiamo di perdonargli tutti i numerosi difetti e non possiamo non aumentare generosamente la valutazione almeno del 50%.
RARISSIMO perché… per il momento gira per i festival, ma speriamo di vederlo in sala!
Note: presentato al XXXVI Fantavestival
Voto: 8
Paolo Dallimonti