Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Federico Sfascia
Soggetto: Federico Sfascia ed Alex Visani, da un’idea di Alex Visani
Fotografia: Frank Pazuzu
Costumi: Barbara Fagotti e Anna Rita Fiorucci
Musiche: Alberto Masoni
Suono: Adam Xavier
Italia, 2016 – Fantascienza/Horror – Durata:90 ‘
Cast: Guglielmo Favilla, Alex Lucchesi, Francesca Detti, Federica Bertolani, Giulia Zeetti, Alessandro Mignacca, Raffaele Ottolenghi
Uscita nel paese d’origine: —

Chi ha paura dell’alieno cattivo?

È la notte di Halloween ed in un piccolo paese di una qualche provincia del mondo gli alieni decidono di sbarcare e di annientare l’umanità riproducendosi all’interno delle persone. Mentre un deejay sfigato ed arrogante va avanti dalla sua radio senza minimamente percepire (fino alla fine) il pericolo, tre amici con le loro ragazze si trovano a fronteggiare la minaccia senza averne da principio consapevolezza e poi i mezzi…
Cominciamo dalla fine: i ringraziamenti a Walter Hill, poi a Raoh, Toki e Kenshiro ed infine, “most of all” a Sylvester Stallone (“la risposta giusta anche quando la vita fa domande sbagliate”) già ci presenterebbero Federico Sfascia e la sua opera; se non bastasse, un ultima serie di fotogrammi dopo i titoli di coda prospetta un ipotetico seguito con la scritta “continua” in giapponese nell’angolo in basso a destra delinea meglio ancora le coordinate dell’autore. Con al suo attivo il lungo I rec U (2012), il regista infrange brillantemente la regola dell’opera seconda e sforna un piccolo grande film, davvero divertente, dal budget irrisorio, ma dotato di ritmo elevato, di una sagace ironia, di qualche morale interessante e soprattutto di un gusto per il fumett(istic)o che si sprigiona dai numerosi “sssguissshh” e “zooommm” che seguono i movimenti e le gesta dei personaggi.
La trama è naturalmente irrisoria, ricordando molto da vicino Night of the creeps (Dimensione terrore) di Fred Dekker (e Slither di James Gunn che ne sembrava il non ufficiale remake), ma il gusto di Sfascia si concentra su pupazzi e modellini (utilizzando il digitale solo per le “rifiniture”) e su una fotografia virata tra il rosso ed il blu, omaggiando in questa dicromia, che spesso diventa quasi “mono”, il cinema fantastico degli anni ottanta (viene in mente l’outsider italiano Flavio Moretti), ma anche, nella sua stilizzazione, quello del Méliès delle origini della Settima Arte. Le scenografie pure sono spesso genialmente minimali(ste) se non inesistenti, ma quello che rimane di questo film, proprio in contrapposizione al soggetto, è l’elemento umano, riscattando anche una sceneggiatura che verso il finale annaspa un po’: amore, amicizia e ricordi in qualche modo ci salveranno, anche se i protagonisti faranno di tutto per sopravvivere, anche in barba al prossimo.
Se la produzione di Alex Visani dirà qualcosa agli appassionati di horror, molti degli interpreti, tutti all’altezza, risulteranno poco più che sconosciuti, ad eccezione di quel Guglielmo Favilla che avevamo già visto nel precedente lavoro di Sfascia ed in Eaters (2011) di Luca Boni e Marco Ristori, anche lì insieme ad Alex Lucchesi (il deejay arrogante), e di gran lunga apprezzato in Fino a qui tutto bene (2014) di Roan Johnson: quello sguardo naturalmente torvo, soprattutto in un film fantastico, non può non evocare lo stesso del grande Alfred Molina!
Complimenti Federico, così si fa il cinema: con qualche idea, sì, ma anche con grande passione ed entusiasmo, collettivi.

RARISSIMO perché… è un piccolo grande film, anche se non per tutti…

Note: il film, presentato anche al Fantafestival 2016,  NON è ancora uscito da noi, anche se si prospetta un uscita straight-to-video.

Voto: 7 e ½

Paolo Dallimonti