Scheda film
Regia: Denis Villeneuve
Soggetto: tratto dal racconto “Story of your life” di Ted Chiang
Sceneggiatura: Eric Heisserer
Fotografia: Bradford Young
Montaggio: Joe Walker
Scenografie: Patrice Vermette
Costumi: Renée April
Musiche: Jóhann Jóhannsson
Suono: Steve Perski e Justin Scott Wilson
USA, 2016 – Fantascienza – Durata: 116′
Cast: Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg, Mark O’Brien, Tzi Ma, Abigail Pniowsky
Uscita: 19 gennaio 2017
Distribuzione: Sony Pictures
Ed io tra di voi…
Un giorno, forse una mattina sono arrivati. Sotto forma di dodici gigantesche astronavi monolitiche, gli alieni sono sbarcati in altrettante zone del nostro pianeta scelte senza un apparente motivo. Stanno lì fermi per settimane senza che noi capiamo che cosa vogliano realmente. Da noi.
Da noi, sul suolo statunitense viene inviata Louise Banks (Amy Adams), un’esperta glottologa che già aveva aiutato gli Stati Uniti con il Farsi in una delle tante crisi col Medioriente, e che, insieme allo scienziato Ian Donnelly (Jeremy Renner), cerca di svelare il mistero delle enormi navi spaziali e dei loro occupanti, grossi ma pacifici mostri eptapodi, provando a decifrarne il criptico ed ermetico linguaggio.
Sono essi stessi ad aver in qualche modo scelto Louise, perché ha un’arma, letteralmente, che potrà salvare loro e noi.
Il canadese Denis Villeneuve fa film da oltre vent’anni, ma qui in Italia l’abbiamo scoperto con La donna che canta solo nel 2010. Da allora, man mano che il suo cinema diventava sempre più organico ed ambizioso, nel nostro paese non abbiamo saltato un suo lungometraggio, ad eccezione di Enemy (2014), passato però al Courmayer Noir in Festival.
Con Arrival fa il suo debutto in quella fantascienza adulta che punta verso le stelle per arrivare dritto al cuore dell’uomo, quella fantascienza fino ad oggi firmata Kubrick, Spielberg, Ridley Scott, Nolan. Con qusto spiazzante grande piccolo film crea un tenue e sottile rompicapo vagamente nolaniano popolato di creature non belle, à la Scott, ma buone, à la Spielberg, che giungono a visitarci per evolverci, à la Kubrick.
Senza dire altro della trama, che si lascerà dipanare piacevolmente sotto gli occhi degli spettatori, Villeneuve, su una sceneggiatura di Eric Heisserer (La Cosa, 2011) tratta dal racconto “Story of your life” di Ted Chiang, affronta tematiche altissime: il tempo, il linguaggio, gli innati istinti disgregativi dell’essere umano vs. i più razionali tentativi di aggregazione, il senso di comunità. In sintesi: chi siamo e dove andiamo. Siamo umani, tra pochi pregi e molti difetti, e per sopravvivere ed anche migliorarci, dobbiamo prima accettarci per chi e come siamo. Solo allora potremo capire anche gli altri, che siano il prossimo nostro o il remoto alieno venuto in pace a conoscerci.
Senza tralasciare simbolismi numerici (dodici astronavi come gli apostoli, sette arti agli alieni come i vizi e le virtù, il tre che torna in forme molto indirette), si prende gioco dello spettatore, in una maniera che non possiamo rivelare, partendo con un errore di fondo, che capiremo solo verso la fine essere tale.
Scritto benissimo, montato in maniera strategicamente perfetta (da Joe Walker) e diretto ed interpretato magistralmente, Arrival inaugura un 2017 all’insegna della fantascienza che è stato appena preceduto dalla nuova “Star Wars Story” e che vedrà numerose ed attese opere di tale genere arrivare sui nostri schermi, tra cui sequel illustri quali Alien: Covenant di Ridley Scott ed un altro, sempre a Scott legato: Blade Runner 2049, attesissima seconda parte di un archetipo della fantascienza “umanistica”, che sarà diretto – indovinate un po’?! – proprio da Denis Villeneuve, il quale, dopo questa pellicola, si consacra come l’unico regista o, meglio, uomo giusto.
Voto: 8
PD VC