Scheda film
Titolo originale: Hostiles
Regia e Soggetto: Scott Cooper
Sceneggiatura: Scott Cooper e Donald Stewart
Fotografia: Masanobu Takayanagi
Montaggio: Tom Cross
Scenografie: Donald Graham Burt
Costumi: Jenny Eagan
Musiche: Mac Richter
Suono: José Antonio García
USA, 2017 – Western/Drammatico – Durata: 127′
Cast: Christian Bale, Rosamund Pike, Wes Studi, Adam Beach, Ben Foster, Jesse Plemons, Timothée Chalamet, Ryan Bingham
Uscita: 22 marzo 2018
Distribuzione: Notorious Pictures

I nuovi sentieri selvaggi

1892, Nuovo Messico. Il capitano di fanteria Joseph Blocker (Christian Bale), ex eroe di guerra, con un passato di violenza e di odio nei confronti di tutti i nativi americani, viene incaricato, suo malgrado, di scortare Falco Giallo, glorioso e morente capo indiano, dalle carceri governative di Fort Berringer, fino in Montana, sua terra natia. La carovana è composta anche dal figlio del capo cheyenne, dalle loro donne, un piccolo nipotino e altri soldati. Durante questo lungo tragitto di quasi due mila chilometri, il gruppo si farà carico di una giovane vedova (Rosamund Pike), alla quale sono stati uccisi selvaggiamente il marito, due figlie e un inerme neonato. L’odissea del viaggio spazzerà via l’astio e le differenze culturali per far spazio al sentimento di fratellanza, davanti alle ostilità di una terra e una nazione, nata sotto il segno della violenza e dell’odio.
Il quarto film di Scott Cooper, dopo Crazy Heart, Il fuoco della Vendetta e Black Mass, è ambientato non a caso, pochi mesi dopo il massacro di Wounded Knee, che viene tuttora riportato e ricordato, come ultimo scontro armato tra nativi e il governo degli Stati Uniti d’America.
La pellicola inizia con una citazione di D.H. Lawrence: “Nella sua essenza, l’anima americana è dura, stoica e assassina. Finora non si è mai fusa”.
E’ proprio in questa frase che va ricercata l’esegesi di questo new western, l’intento dell’autore è infatti quello di raccontare l’attualità americana e i suoi contemporanei conflitti intestini, attraverso un genere cinematografico boccheggiante e malaticcio, ormai da mezzo secolo, dopo la gloriosa epoca fordiana.
Il tutto con lo scopo di evidenziare quanto la società americana, svestita dagli infiocchettati abiti del New Deal obamiano, in fondo, mostri le stesse identiche laceranti ferite razziali di un secolo fa.
Cooper struttura un western d’antan, potente e violento, livido nei colori quanto nella rabbia e nella sete mai paga di vendetta, modificando solo il consueto e semplicistico dualismo bene/male, buoni/cattivi, con un più complesso “ensemble” di caratteri introflessi, per spiegare senza buonismi di genere, le vere origini del male, la griffithiana “Nascita di una Nazione”.
Ogni personaggio della mal assortita carovana ha in sé le caratteristiche tipiche degli stereotipi americani di oggi e del recente passato USA.
Per questo ritratto delle glorie e delle nefandezze della storia Usa, Cooper si affida ad un cast eccezionale da Christian Bale, che certo non ha bisogno di presentazioni, a Rosamund Pike, che avevamo già apprezzato in Gone Girl di Fincher, ma anche Ben Foster, di nuovo in un western dopo Quel treno per Yuma, Timothée Chalamet (l’attore del momento dopo Call me by your name) e la partecipazione di Ryan Bingham, musicista di successo e premio Oscar per la migliore canzone “The Weary Kind” tratta proprio dal primo film di Scott Cooper Crazy Heart.
Il regista si avvale inoltre del suo fedele direttore della fotografia Masanobu Takayanagi (Il lato positivo, Il caso Spotlight) per ritrarre con taglio classico gli innumerevoli e mozzafiato esterni e con un approccio sofferto e più intimista, i pochi interni caravaggeschi.
Nel complesso il risultato è positivo, perché Hostiles è il western che non ti aspetti, capace di sfruttare anche i suoi difetti, come la sporadica assenza di strutture coesive della sceneggiatura, per creare un’atmosfera fumosa e dilatata, degna del primo Malick.
Una pellicola lenta ma mai noiosa, priva di qualsiasi epica hollywoodiana, che ha il solo scopo di trovare, nelle radici del male di ieri, la ramificazione dell’odio di oggi.

Voto: 7 e ½

Giuseppe Silipo